Nei giorni scorsi hanno fatto un certo clamore le dichiarazioni su Twitter di Lijian Zhao1, portavoce del ministero degli esteri cinese, che in maniera neanche tanto velata ha lanciato accuse nei confronti degli Stati Uniti, tacciandoli di essere i veri untori nell’attuale epidemia di coronavirus2: «È stato trovato il paziente zero negli Stati Uniti? Quante sono le persone infette? Come si chiamano gli ospedali? Potrebbe essere l’esercito americano che ha portato l’epidemia a Wuhan. Siate trasparenti! Rendete pubblici i vostri dati! Gli Stati Uniti ci devono una spiegazione!», queste le parole del funzionario cinese.
Comunque, non intendo entrare nel dettaglio dell’emergenza coronavirus. Su questo blog vengono pubblicati articoli di gente ben preparata ed informata. E poi, tutti noi ne siamo angosciati. Siamo tutti enormemente preoccupati per noi stessi ma principalmente per i nostri cari, soprattutto se anziani. Siamo coscienti del fatto che se si dovessero ammalare potrebbero essere soggetti a triage: ovvero i medici potrebbero decidere che, in mancanza di posti letto in terapia intensiva, non valga la pena curarli, destinandoli a morte certa. Pertanto, limitiamoci a pregare per i malati e per i medici ed infermieri in prima linea.
Però le parole di Lijan Zhao meritano un approfondimento. Sono sicuramente parole pesanti. Per la prima volta, da quando è iniziata la pandemia, la Cina sta puntando l’indice decisamente in una direzione. Verso gli USA. Invero, la Cina non sta accusando gli Stati Uniti di aver proditoriamente e volontariamente diffuso il virus in Cina, nella regione di Wuhan. Non lo può fare: una simile azione da parte americana, se comprovata come tale, sarebbe da intendere come un’autentica dichiarazione di guerra. E dato che si tratta dei due eserciti più forti al mondo, assieme a quello russo, il rischio di una guerra mondiale con tanto di bombe atomiche sganciate su tutto il globo terracqueo diverrebbe presto realtà. Quindi le parole devono essere attentamente misurate in circostanze del genere. Invece, quello che Lijan Zhao sta dicendo è che il virus potrebbe essersi originato in America e da lì diffusosi “accidentalmente” in Cina. Che il famoso paziente 0 possa essere stato non un qualsivoglia mister Lee operante nel famigerato mercato degli animali vivi della città di Wuhan, bensì uno sconosciuto John Doe degli Stati Uniti?
Ragioniamoci su. Prendiamo per buona quest’ipotesi, che il virus da tutti definito cinese in realtà tanto cinese non sia. È effettivamente difficile credere a questa possibilità dato che i media di tutto il mondo ci hanno oramai inculcato l’idea del virus “made in China”. Però è anche vero che sono gli stessi media che, dopo che è scoppiata l’emergenza anche in Italia, hanno trasformato lo stesso virus come “made in Italy”. Tuttavia, in Cina e nel resto dell’Asia sono sempre più convinti della sua origine americana e ne parlano sempre più apertamente3.
A questo punto, ammesso e non concesso che siano gli USA e non la Cina da incolparsi per la diffusione del virus, bisognerebbe prima di tutto porsi almeno un paio di interrogativi: dove si sarebbe originato il virus in America e quando ed in quali circostanze si sarebbe propagato fino alla Cina? Ebbene, per quanto concerne quest’ultimo punto, in Cina si inizia a parlare di una possibile diffusione a Wuhan nel corso degli scorsi Giochi mondiali militari4, che si sono svolti appunto nella città finora da tutti considerata come epicentro, nel periodo 18-27 ottobre 2019.
Ecco che incominciano le coincidenze. In un mio precedente articolo, avevo già menzionato il cosiddetto Event 2015, ossia un’esercitazione di pandemia globale ospitata dal Johns Hopkins Center for Health Security col patrocinio del World Economic Forum e della Fondazione Bill & Melissa Gates, e incentrata sulla diffusione su scala globale di una varietà particolarmente virulenta di coronavirus.
Dopo che è esplosa l’epidemia, ora pandemia, di coronavirus prima in Cina e poi nel resto del mondo, il Johns Hopkins Center for Health Security ha dovuto specificare quanto segue: “Non stiamo prevedendo che l’epidemia di nCoV-2019 ucciderà 65 milioni di persone. Sebbene la nostra esercitazione includesse un finto coronavirus, gli input che abbiamo usato per modellare il potenziale impatto di quel virus immaginario non sono simili al nCoV-2019”6. Un noto detto latino recita: excusatio non petita accusatio manifesta.
Un’altra coincidenza sta nel fatto che la suddetta esercitazione si è svolta proprio in data 18 ottobre 2019, ossia praticamente in concomitanza con l’inizio dei summenzionati Giochi mondiali militari. A questi ultimi hanno preso parte oltre 10000 atleti di oltre 100 nazioni. I padroni di casa della Cina hanno fatto incetta di medaglie. E fin qui, nulla di strano: non solo, giocando in casa, potevano avere uno stimolo in più rispetto alla concorrenza; sono anche l’esercito più numeroso al mondo7. Però stupisce la contro-performance degli Stati Uniti: nessuna medaglia d’oro conquistata e trentacinquesima posizione nel medagliere generale, preceduti in classifica da paesi con scarsa tradizione sportiva e con un esercito minuscolo se comparato a quello a stelle e strisce.
Risultato veramente sorprendente: nessuno si sarebbe aspettato che i numerosi atleti americani presenti all’evento (quasi 400), pur avendo più di una motivazione per ben figurare a casa dell’avversario, potessero essere protagonisti di prestazioni tanto scadenti da essere scherniti dai cinesi stessi, sì da venire ignominiosamente appellati “Soy Sauce Soldiers”. Ora, fare delle ipotesi partendo da risultati sportivi sembra francamente eccessivo. Però viene da chiedersi che cosa avessero avuto gli atleti americani per deludere così enormemente: erano forse “indisposti”? Pare, anzi, che molti atleti americani manco si siano presentati alle gare a cui erano iscritti. O forse non erano affatto atleti? Di riscontri oggettivi non ce ne sono ma gira voce che la rappresentativa americana alloggiasse nei pressi di quelle iraniana, sud coreana ed italiana, non molto distante dal mercato di animali vivi ormai considerato come l’epicentro del contagio.
Sta di fatto che, magicamente, qualche settimana dopo la conclusione dei giochi, ecco manifestarsi i primi contagi. L’Organizzazione mondiale della Sanità venne ufficialmente avvertita dell’epidemia dalle autorità cinesi in data 31 dicembre; ma sin da novembre si erano segnalati i primi casi nella città d Wuhan8. Ovviamente, tutto questo è avvenuto in un momento già di per sé difficile per la Cina, soprattutto a causa dell’epidemia di peste suina africana che ha portato alla decimazione di decine di milioni di maiali negli allevamenti cinesi9.
Quindi, detto del come il virus si sarebbe propagato alla Cina, rimane da chiarire il dove si sia originato negli Stati Uniti.
Vi sono tutta una serie di notizie che si accavallano e che meritano una menzione. La prima risale ad agosto 2019 allorché si viene a sapere che il CDC degli Stati Uniti, Centres for Deseases Control and Prevention10, aveva imposto la chiusura dello United States Army Medical Research Institute of Infectious Diseases11 situato a Fort Detrick nel Maryland, ufficialmente per gravi carenze nel sistema del filtraggio delle acque12. Si tratta dello stesso laboratorio militare al centro della vicenda delle lettere all’antrace che seminarono il panico dopo l’11 settembre: dopo anni di investigazione la FBI scoprì che queste missive erano state inviate proprio da Fort Detrick13.
Questa notizia si ricollega ad altre altrettanto inquietanti. Sempre a partire da agosto 2019, negli USA si è verificata una piccola ma ben strana epidemia di polmonite, con alcuni decessi. In un primo momento, essendosi constato che i pazienti erano soliti fumare sigarette elettroniche, si è pensato di incolpare le e-cigarette. Da lì il nome di vaping deaths con cui la stampa ha etichettato il caso14.
Però, in una recente audizione presso la Camera dei Rappresentanti, Robert Redfield15, il direttore del CDC, ha dovuto ammettere che molti degli americani morti negli scorsi mesi apparentemente per influenza sono in realtà successivamente risultati positivi al coronavirus16. Ciò che sconcerta è che i sintomi di coloro che sono stati colpiti negli Stati Uniti da vaping death sono gli stessi dei malati di coronavirus. Il che fa crescere i sospetti. E sono proprio questi stessi sospetti ad aver indotto le autorità cinesi a puntare il dito contro gli USA, come abbiamo visto dalle parole di Lijan Zhao, il quale ha proprio tirato in ballo il suddetto Robert Redfield.
Altre notizie da tenersi in considerazione. Come provato dalla brava giornalista investigativa bulgara Dilyana Gaytandzhieva17 – la stessa giornalista autrice degli scoop relativi al contrabbando illegale di armi prodotte in Croazia, Serbia e Bulgaria e poi fatte pervenire attraverso stati mediorientali compiacenti ai taglia-gole dell’ISIS – il Pentagono ha un importante know-how relativamente alla produzione di armi batteriologiche; anzi, ha letteralmente disseminato i cinque continenti dei suoi laboratori biologici per sovvenzionare i quali la Defense Threat Reduction Agency18 stanzia regolarmente elargizioni miliardarie.
L’aspetto più inquietante messo in mostra dalla Gaytandzhieva è che il Pentagono ha appaltato le ricerche all’interno dei propri stessi laboratori a società private esterne, sulle quali il controllo da parte delle autorità politiche elettive americane è minimo. Ad esempio, nel famigerato Lugar Center 19di Tbilisi in Georgia – i cui lavori hanno suscitato non pochi allarmi nella vicina Russia per il timore di armi sviluppate appositamente contro di essa20 – operano tre grossi contractor privati: CH2M Hill, Metabiota e Battelle, i cui funzionari, agendo sotto copertura diplomatica, sfuggono ad ogni controllo da parte del paese ospitante, la Georgia, ma di fatto anche da parte del Congresso statunitense, rispondendo dunque solo alla CIA. In particolare, la Battelle, che è una delle aziende private che maggiormente beneficiano di appalti da parte del governo americano (si parla di miliardi e di miliardi di dollari), era anche attiva nel summenzionato Laboratorio di Fort Detrick.
Sappiamo altresì che gli USA negli anni passati hanno svolto ampie ricerche sul coronavirus presente nella varietà di pipistrelli diffusi in Cina21. Nel 2014, l’amministrazione Obama, attraverso il National Institutes of Health22, decise di porre un freno a questo genere di sperimentazioni: ritenendo che l’unico impatto di questo tipo di lavoro fosse la creazione, in laboratorio, di un nuovo rischio non naturale, ne vietò il finanziamento23. Tuttavia, risulta che nel 2017, con Trump già insidiatosi alla Casa Bianca, questa moratoria sia stata tolta24.
A questo punto, date le informazioni che si sono date, si dovrebbe iniziare a capire quanto le accuse che la Cina sta iniziando a muovere agli Stati Uniti non siano propriamente così campate in aria, fermo restando che la verità deve ancora essere dimostrata in maniera oggettiva. D’altronde, come è stato brillantemente spiegato in un ottimo articolo recentemente apparso su Orazero ad opera del bravo Eugenio Bongiorno, “…non si può brevettare ciò che esiste in Natura, come non si può brevettare un essere vivente al pari di un virus. Quello che si può brevettare – come avviene per gli OGM e con i “nati in provetta”- è un qualcosa che esiste in Natura ma che è stato MODIFICATO”25. Ed infatti risulta vi siano brevetti di varietà di coronavirus…
Anche il celebre giornalista Paolo Barnard, ormai ritiratosi a vita privata, ha fatto intendere di credere alla versione cinese. Rompendo un isolamento che durava praticamente da un anno, Barnard ha parlato attraverso Twitter26 con una serie di messaggi criptici in cui avanza l’ipotesi che il virus che sta appestando tutti noi sia stato creato in un laboratorio all’interno dell’Università di Berkeley grazie a sovvenzioni della DARPA, Defense Advanced Research Projects Agency27.
Ma che ci sia qualcosa di strano, lo confermano anche alcune mosse prese da funzionari della Casa Bianca: mosse che all’epoca potevano sembrare di scarsa importanza ma che oggi devono essere viste sotto una luce differente. Circa due anni fa, quando era ancora National Security Advisor di Trump, John Bolton provvide a smantellare l’apposita task force governativa responsabile della gestione di crisi legate a pandemie, sicurezza sanitaria globale e bioterrorismo, decentrando questi poteri a varie agenzie governative28. Oggi sono in molti a criticare l’amministrazione Trump per questa scelta, perché priverebbe la nazione della guida di un gruppo di tecnici capaci proprio mentre anche l’America si accinge ad affrontare l’emergenza coronavirus29. Però la decisione fu presa – quanto pare – non da Trump in persona, ma da Bolton, che nel frattempo è stato allontanato dalla Casa Bianca; ed ancora oggi non se ne conosce il perché. E comunque, senza questa apposita task force, non solo l’amministrazione Trump non dispone oggi di un brain trust di sicuro affidamento; ha perso anche la possibilità di vigilare più da vicino sull’operato delle varie agenzie preposte alla gestione di questo tipo di emergenze.
Sta di fatto che appena si hanno avute notizie dei primi casi di contagio in Cina, ecco che ai soldati americani viene fatto divieto di usare il noto social network cinese Tiktok30. Si voleva forse evitare che i soldati americani appurassero direttamente qualcosa dagli utenti cinesi? Nel frattempo il virus si propaga in Cina, città di milioni di abitanti vengono messe in quarantena, e si inizia a parlare sempre più diffusamente dell’ormai famigerato laboratorio biologico di Wuhan da cui alcuni credono che sia fuoriuscito il virus. Quindi la colpa sarebbe di qualche scienziato pazzo cinese che, per dolo o per inettitudine, si è fatto sfuggire un virus mortale che da lì si è propagato in tutto il mondo? Diciamo che per un attimo ci abbiamo tutti pensato.
Ma soprattutto c’è questo:
Il CDC già da mesi si era attivato per assumere personale specializzato in vista di una eventuale pandemia31. Eppure allora (i curricula potevano essere inviati già a novembre) nessuno, neppure in Cina, aveva mai sentito parlare del coronavirus né ci si poteva aspettare che da lì a poche settimane centinaia di milioni di sarebbero state messe in quarantena. E solo in tempi recenti siamo venuti a sapere che i primi casi di coronavirus risalgono effettivamente ai primi di novembre. Può essere un caso, certo. Però è ben strano che una agenzia come il CDC si attivi per assumere personale con competenze così “specifiche” come quelle necessarie per gestire una quarantena.
A pensar male, viene da chiedersi se sapessero qualcosa in anticipo. Nel frattempo, qualcuno in America inizia a porsi qualche dubbio e pretende risposte. Il Rubini in questione mi dicono essere un Strategist del team che ha portato Trump a vincere le elezioni:
Ritorniamo all’ipotesi di partenza, ossia che il virus possa aver avuto origine a partire dagli USA. I cinesi potrebbero aver mangiato la foglia da subito: ecco perché hanno messo in quarantena centinaia di milioni di persone senza batter ciglio. Tuttavia, viene difficile pensare che Trump sia così folle da aver voluto provocare così apertamente i cinesi. Si rischia una guerra atomica, altro che! E poi, adesso il virus è ovunque. In America, particolarmente, sarà uno stillicidio. In un paese dove fondamentalmente la sanità è privata, dove vi sono appena 2,9 posti letto negli ospedali32 ogni mille abitanti, centinaia di migliaia di homeless, la più alta popolazione al mondo di galeotti, sperequazioni economiche mostruose anche all’interno delle stesse città, città ormai allo sbando come Baltimora, milioni di persone che vivono praticamente solo di food stamps, milioni di clandestini che campano di sotterfugi o di crimini più o meno piccoli, diffusione di oppiacei e di tantissime altre tipologie di droghe come mai si era visto nella storia umana, soprattutto un paese i cui cittadini sono armati fino ai denti come nessun altro al mondo, ecc… cosa mai potrà andare storto se Trump dovesse imporre il lockdown magari alle aree più popolate e degradate?
Ancora oggi nessuno è in grado di quantificare le conseguenze di ciò che avverrà nei prossimi mesi. Solo il fatto che – come noto – i tedeschi abbiamo messo sul piatto 550 miliardi di euro (e noi straccioni italiani 25) per ripartire dà una vaga idea di quello che potrebbe succedere. D’improvviso, tutto ciò che ci è stato imposto letteralmente come un dogma religioso negli ultimi decenni sta svanendo: i confini servono a qualcosa, di Maastricht si muore letteralmente (vero Letta?), dall’Europa solo calci nel sedere e nessuna solidarietà, una Banca Centrale che non funge da prestatore di ultima istanza non serve a nulla, l’autarchia non è fascista ma è una cosa di per sé desiderabile nei momenti di emergenza, il senso di appartenenza nazionale è fondamentale per la coesione della società e non è certo razzismo… Insomma, la speranza è che sempre più italiani, e magari anche gli altri europei (mi rifiuto di pensare che anche al popolo tedesco, seppur ormai degermanizzato, questa Europa stia bene così come è) si accorgano di quanto stia facendo loro male la globalizzazione ed i vaneggiamenti della sinistra immigrazionista (anche se in troppi casi non si tratta di semplici vaneggiamenti, ma di chiare espressioni di odio feroce seppur ammantati di bontà e di antifascismo).
La speranza è che alla fine l’Europa intera si riscopra solidale. Ma non certo nel senso in cui la intendono i sinistrorsi. E purtroppo c’è da scommettere che noi italiani per primi avremo bisogno di questa solidarietà. Già la differenza tra quanto stanziato dal governo tedesco e l’elemosina del governo italiano fa capire quanto il prossimo futuro sarà per noi italiani difficilissimo. Inutile nasconderselo: centinaia di migliaia di nostri concittadini, finita l’emergenza coronavirus, si ritroveranno a vivere ai limiti dell’indigenza o in stato di indigenza. C’è da star male solo a pensarci.
Eppure, altrove potrebbe essere anche peggio, sotto certi punti di vista. Ad esempio, che succederà in Francia? Non è che la Francia sia messa poi così meglio di noi. Ma soprattutto, come faranno i francesi a gestire in stato di lockdown le banlieus? Le banlieus non sono Francia: sono pezzi di territorio europeo che popolazioni allogene hanno sottratto alla sovranità dello stato francese. Se le ripercussioni del coronavirus si rivelassero oltralpe particolarmente gravose, non solo c’è da scommettere sulla fine del regime di Macron, incalzato dal movimento dei Gilets Jaunes, ma ci sarebbe da temere anche per lo scoppio di violenti tensioni etniche. E quindi un’altra verità verrebbe disvelata: che il sangue non è acqua e che una società multietnica è per principio mostruosa, soprattutto nei confronti di chi è costretto a subire una presenza allogena in quantità ingestibile.
Ma forse sono proprio gli Stati Uniti il paese la cui tenuta sociale è più a rischio. Si sono enunciate poco sopra solo una parte di quelle circostanze che fanno temere per il peggio, qualora l’epidemia di coronavirus dovesse colpire veramente duro negli States. Megalopoli come New York, Chicago e Los Angeles sono veramente a rischio tumulti. Solo sino a qualche tempo fa, Trump era praticamente certo della rielezione: crescita economica abbastanza sostanziosa, disoccupazione in calo, indici borsistici ai massimi, indipendenza energetica grazie allo shale oil… e mettiamoci pure degli avversari nel partito democratico non certo alla sua altezza. Insomma, avrebbe vinto in carrozza le prossime elezioni. Oggi invece rischia di presentarvisi con migliaia di morti alle spalle, con polemiche infinite sul ritardo con cui si è affrontata l’emergenza, pressioni politiche per socializzare il sistema sanitario nazionale, con le città in fiamme (e forse non solo in senso metaforico), l’economia in recessione, la borsa a picco, l’industria dello shale gas a gambe all’aria, milioni di nuovi disoccupati senza speranza… Oggi come oggi la rielezione di Trump non deve essere più data come scontata, soprattutto se a prevalere alle primarie democratiche sarà il vecchio comunista Bernie Sanders, le cui politiche sessantottine piacciono tanto alle giovani generazioni di americani snowflakes.
Ma c’è un ma: si andrà veramente ad elezioni? Si voterà a novembre per eleggere il POTUS? O alla fine, causa protrarsi dell’epidemia, verrà decretata negli Stati Uniti la legge marziale? In quel caso, i campi FEMA potrebbero essere messi in funzione33? Il fatto è che sembra proprio che ai plutocrati piacciano molte le simulazioni di pandemie. Non bastava l’Event 201 di Bill Gates. No, non era sufficiente. Adesso ne spunta fuori un’altra di simulazione di una ipotetica pandemia. Nel maggio del 2010, la Rockfeller Foundation34 pubblicò uno studio dal titolo Scenarios for the Future of Technology and International Development35. Nello studio, si ipotizzavano quattro distinte possibili situazioni in cui si sarebbe potuto venire a trovare il mondo intorno al 2025. Dei quattro scenari ipotizzati come probabili, ve ne è uno, denominato Lock Step, che prevede il verificarsi di una spaventosa pandemia. Se ne legga un estratto:
“Nel
2012, la pandemia che il mondo aspettava da anni è finalmente
arrivata. Diversamente dal H1N1 del 2009, questo nuovo ceppo di
influenza, portato dalle anatre selvagge, è stato estremamente
violento e letale. Persino le nazioni meglio preparate alla pandemia
sono state rapidamente travolte, quando il virus ha invaso il mondo,
contagiando circa il 20% della popolazione globale, e uccidendo 8
milioni di persone in soli sette mesi, in maggioranza giovani adulti
sani. La pandemia ha avuto anche un effetto letale sulle economie: il
movimento internazionale, sia di persone che di beni, si è
improvvisamente bloccato, indebolendo industrie come quella del
turismo, ed interrompendo le catene globali di rifornimento. Persino
a livello locale, negozi ed uffici normalmente pieni di attività
sono rimasti improvvisamente vuoti. La pandemia ha colpito tutto il
mondo, ma ha fatto vittime in maniera sproporzionata soprattutto in
Africa, nel Sud Est Asiatico e in America Centrale, dove il virus si
è sparso con la rapidità del fuoco in assenza di protocolli
ufficiali per contenerlo. Ma persino nei paesi più sviluppati, il
contenimento è stato un grosso problema. La politica iniziale degli
Stati Uniti di “scoraggiare vivamente“ i cittadini dal viaggiare
in aereo si è dimostrata letale per la sua troppa indulgenza, ed ha
accelerato la diffusione del virus, non solo negli Stati Uniti ma
anche oltre frontiera. Nonostante tutto, alcuni paesi se la sono
cavata meglio, in particolare la Cina: la rapida imposizione da parte
del governo cinese di una quarantena obbligatoria per tutti i suoi
cittadini, accompagnata dalla chiusura ermetica istantanea di tutte
le sue frontiere ha salvato milioni di vite, fermando la diffusione
del virus molto prima che in altri paesi, e permettendo in seguito un
più rapido recupero. Il governo cinese non è stato l’unico a
prendere misure estreme per proteggere i propri cittadini dal rischio
del contagio. Durante la pandemia, diversi leader nazionali hanno
fatto pesare la propria autorità e hanno imposto regole e
restrizioni severissime, dall’obbligo di portare mascherine al
controllo della temperatura corporea all’ingresso di spazi comuni
come le stazioni o i supermercati. Anche dopo la fine della pandemia,
questo controllo autoritario sui cittadini e sulle loro attività è
continuato, e si è addirittura intensificato. Al fine di proteggersi
dalla diffusione dei crescenti problemi globali – dalle pandemie al
terrorismo transnazionale, dalle crisi ambientali all’aumento della
povertà – diversi leader nel mondo hanno stretto ancora più
fortemente il pugno del potere.
Inizialmente il concetto di un
mondo più controllato aveva ricevuto grande accettazione ed
approvazione. I cittadini erano disposti a cedere parte della propria
indipendenza e della propria privacy a governi più paternalistici,
in cambio di maggiore sicurezza e stabilità. I cittadini erano più
tolleranti e perfino desiderosi di ricevere direzione e controllo
dall’alto, e i leader nazionali ebbero così mano libera
nell’imporre l’ordine nel modo in cui preferivano. Nei paesi più
sviluppati questa accresciuta forma di controllo si concretizzò in
vari modi: documentazione biometrica personalizzata per tutti i
cittadini, ad esempio, unita a regole più severe per le industrie
ritenute vitali per l’interesse nazionale. In molti paesi
sviluppati questa cooperazione forzata, insieme a nuove
regolamentazioni ed accordi, ha portato lentamente a restaurare
l’ordine, e – cosa molto importante – la crescita economica. Nel
mondo in via di sviluppo invece le cose sono andate molto
diversamente. L’autorità dall’alto ha assunto diverse forme in
paesi diversi, a seconda del calibro, delle capacità e delle
intenzioni dei loro leader. Nei paesi con forti leader “illuminati”,
il livello economico e la qualità della vita dei cittadini sono
generalmente cresciuti. In India, ad esempio, la qualità dell’aria
è migliorata drasticamente dopo il 2016, quando il governo ha messo
fuorilegge i veicoli inquinanti. Nel Ghana, l’introduzione di
ambiziosi programmi governativi per migliorare le infrastrutture di
base ed assicurare la disponibilità di acqua pulita per tutta la
popolazione, ha portato ad un rapido declino delle malattie dovute
all’acqua infettata. Questo tipo di leadership autoritaria però ha
funzionato meno bene – ed in certi casi in modo tragico – in paesi
comandati da élites irresponsabili, che hanno usato il loro maggiore
potere per perseguire i propri interessi sulle spalle dei
cittadini”36.
Non c’è molto da aggiungere a quanto letto sopra. Non so voi, ma mi pare di vivere in un film che ci è stato spoilerato da anni. Che dire? È proprio la follia di marzo!
- 1 https://en.wikipedia.org/wiki/Zhao_Lijian
- 2 https://www.zerohedge.com/geopolitical/us-army-behind-covid-19-wuhan-chinas-foreign-ministry-levels-bombastic-charge
- 3 https://www.globalresearch.ca/coronavirus-covid-19-made-in-china-or-made-in-america/5706272
- 4 https://en.wikipedia.org/wiki/2019_Military_World_Games
- 5 https://www.orazero.org/evento-201/
- 6 http://www.centerforhealthsecurity.org/newsroom/center-news/2020-01-24-Statement-of-Clarification-Event201.html
- 7 https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per_numero_di_soldati
- 8 https://www.scmp.com/news/china/society/article/3074991/coronavirus-chinas-first-confirmed-covid-19-case-traced-back
- 9 https://en.wikipedia.org/wiki/African_swine_fever_virus
- 10 https://it.wikipedia.org/wiki/Centri_per_la_prevenzione_e_il_controllo_delle_malattie
- 11https://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_di_ricerca_medica_sulle_malattie_infettive_dell%27esercito_degli_Stati_Uniti
- 12 https://www.independent.co.uk/news/world/americas/virus-biological-us-army-weapons-fort-detrick-leak-ebola-anthrax-smallpox-ricin-a9042641.html
- 13 http://piccolenote.ilgiornale.it/44403/antrace-coronavirus-portano-fort-derrick
- 14 https://www.medicaldaily.com/vaping-death-2019-e-cigarette-linked-fatal-lung-disease-illinois-patient-441456
- 15 https://en.wikipedia.org/wiki/Robert_R._Redfield
- 16 https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-prima_presa_di_posizione_pubblica_di_pechino_potrebbe_essere_stato_lesercito_usa_ad_aver_portato_lepidemia_a_wuhan/82_33579/
- 17 https://21stcenturywire.com/2018/01/21/wmd-america-inside-pentagons-global-bioweapons-industry/
- 18 https://en.wikipedia.org/wiki/Defense_Threat_Reduction_Agency
- 19 https://en.wikipedia.org/wiki/Lugar_Research_Center
- 20 https://www.maurizioblondet.it/il-pentagono-sviluppa-armi-biologiche-al-confine-con-la-russia/
- 21 https://www.the-scientist.com/news-opinion/lab-made-coronavirus-triggers-debate-34502
- 22 https://it.wikipedia.org/wiki/National_Institutes_of_Health
- 23 https://www.nih.gov/about-nih/who-we-are/nih-director/statements/statement-funding-pause-certain-types-gain-function-research
- 24 https://www.vice.com/en_us/article/d34vyj/the-us-will-fund-research-to-make-pathogens-deadlier-again
- 25 https://www.orazero.org/a-proposito-di-armi-brevetti-e-miglior-controllo/
- 26 https://www.libreidee.org/2020/02/barnard-darpa-berkeley-e-coronavirus-che-coincidenze/
- 27 https://it.wikipedia.org/wiki/Defense_Advanced_Research_Projects_Agency
- 28 http://www.homelandsecuritynewswire.com/dr20180511-white-house-disbands-nsc-s-global-health-security-unit
- 29 https://foreignpolicy.com/2020/01/31/coronavirus-china-trump-united-states-public-health-emergency-response/
- 30 https://www.ibtimes.com/us-army-follows-navy-footsteps-bans-chinese-app-tiktok-2894924
- 31 https://jobs.cdc.gov/job/dallas/public-health-advisor-quarantine-program/250/14136286
- 32 https://www.indexmundi.com/g/r.aspx?v=2227&l=it
- 33 https://en.wikipedia.org/wiki/FEMA_camps_conspiracy_theory
- 34 https://it.wikipedia.org/wiki/Fondazione_Rockefeller
- 35 httphttp://www.nommeraadio.ee/meedia/pdf/RRS/Rockefeller%20Foundation.pdf
- 36 https://old.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3588