Nell’antica Grecia a causa del rapido aumento della popolazione urbana si iniziò a migliorare la qualità dell’acqua usando bacini di aerazione per la depurazione dell’acqua. Nel 1800 a Parigi fu studiato un impianto di trattamento dell’acqua, la si filtrava con sabbia e carbone. Nello stesso periodo UK studiò un filtro a sabbia per la depurazione dell’acqua potabile.

Vien da ridere, ma sulla ISS hanno voglia di fare il bucato, i cosmonauti hanno l’acqua razionata e per 6 mesi non possono lavare i loro vestiti, al momento possono solo indossare nuovi abiti. E’ costoso far arrivare acqua sull’ISS, un litro costa circa 5.000 euro. La Russia sta sviluppando una lavatrice per le missioni spaziali (magari così si evita di trasportare 500 chilogrammi di indumenti per un anno) che sfrutta anidride carbonica. Vorrebbero trasformare il gas in un liquido ad alta pressione capace di pulire i vestiti. Peccaminosamente mi vien da pensare – se il progetto funziona – che sarebbe bello applicarlo per risparmiare anche qua sulla Terra l’acqua inquinata che sforniamo con tante lavatrici e lavaggi.

Sulla ISS poi c’è chi vuole acqua per il suo contenuto di sali e chi la vuole addizionata di fluoro per la salute dei denti. Non si parla di gusti e obiettivi nutrizionali diversi, si parla di metodi diversi di disinfezione: argento colloidale per i russi, iodio per gli americani. Capita di fare missioni dove si trasportano alla stazione ISS quasi 2 tonnellate di acqua (http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:CbSp5A-7zrMJ:https://www.asi.it/it/news/lacqua-elemento-essenziale&hl=it&gl=it&strip=1&vwsrc=0). Purtroppo l’acqua potabile che arriva agli astronauti serve per compensare la quota che non si riesce a rigenerare a bordo. Si risparmia e si ricicla, ma necessita di integrazione. Si arriva tra processi chimico-fisici di rigenerazione e purificazione presenti a bordo ad un riciclo del 95%.

Qua sul pianeta la depurazione dell’acqua si spinge su studi e ricerche su scala nanometrica. Si punta a sfruttare l’energia solare per desalinizzare o purificare l’acqua tramite fotocatalisi. La vera sfida è trovare soluzioni a basso costo. Alcuni si sono spinti a modificare le proprietà delle spugne per renderle idrofobiche ma oleofiliche (così assorbono solo sostanze oleose).

MicroWatTS è il primo programma di trattamento delle acque reflue che utilizzano superfici fotocatalitiche, un progetto condiviso tra Sicilia e Malta. Innovativo perché punta a purificare l’acqua in modo ecologico, con impianti a bassa manutenzione, permetterà un risparmio del 30%. Applausi alla Sicilia e Malta https://www.guidasicilia.it/notizia/la-sicilia-e-malta-per-il-progetto-micro-watts/3008031

Molte nazioni sono bagnate dal mare ma sono molto siccitose, la desalinizzazione dell’acqua di mare è molto studiata e un gruppo di ricercatori inglesi è riuscito a rendere più efficiente il processo usando filtri a base di grafene che rimuove i sali dall’acqua. https://www.focus.it/scienza/scienze/il-setaccio-al-grafene-che-desalinizza-lacqua-di-mare

Altre ricerche puntano a filtrare acque contaminate attraverso nano fogli porosi che eliminano velocemente e in modo economico metalli pesanti. Una nuova tecnica che sfrutta filtri a base di metallo liquido. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/adfm.201804057

Una sfida continua per il pianeta e per le prossime missioni.