Elly Schlein nasce a Lugano nel 1985 da madre italiana e padre di origini ebree americane, entrambi professori universitari. È nipote di Agostino Viviani, avvocato antifascista e senatore del partito socialista italiano. Terminato il liceo a Lugano nel 2004, a 19 anni si trasferisce a Bologna dove inizialmente frequenta il Dams per un anno e poi la Facoltà di Giurisprudenza laureandosi nel 2011 a pieni voti con una tesi sulla situazione giuridica dei detenuti stranieri  nelle carceri italiane.

È questo il periodo in cui inizia ad attivarsi politicamente. Nel 2008 e nel 2012 è attivamente presente, come volontaria, nelle campagne elettorali di Barack Obama. Di quell’esperienza racconta: “Mi ha insegnato come si ribalta una partita che sembra già decisa”. Nelle associazioni studentesche di Bologna si impegna principalmente su temi inerenti l’immigrazione e le problematiche carcerarie.

Politicamente vicina al Pd ma delusa  dalle scelte di compromesso con il Centro-destra, si unisce nel 2013 alle proteste del movimento spontaneo #OccupyPd contro i 101 franchi tiratori che in Parlamento hanno appena fermato la corsa di Romano Prodi verso il Colle. Lascia poi il partito insieme a Pippo Civati e ad altri futuri membri di Possibile. “Dalla Svizzera prenderei la capacità di mediare tra posizioni politiche e partiti molto diversi tra loro. Mentre dall’Italia porterei la vivacità nel dibattito e nel confronto per chiarire le diverse visioni”

E. Schlein il 25 maggio 2014 viene eletta al Parlamento Europeo nelle liste esterne del Pd, risultando la più votata. A Bruxelles lavora come relatrice per il gruppo dei Socialisti e Democratici e si batte per la riforma del trattato di Dublino che prevede di abrogare il principio del primo paese d’approdo, ma attenzione perché nei suoi obiettivi c’è anche la lotta all’evasione ed elusione fiscale delle multinazionali, nonché alla corruzione e alle mafie su SCALA EUROPEA. Nel 2017 la riforma viene inizialmente approvata a larga maggioranza, ma l’anno successivo il Consiglio Europeo ne respinge la modifica. Anche la direttiva sulla conciliazione vita-lavoro rimane lettera morta per le forti resistenze dei Governi.

Piuttosto delusa dagli scarsi risultati ottenuti durante la prima legislatura, nel 2019 decide di non ricandidarsi; anche perché non si trova più nella ‘visione’ delle varie liste a sinistra del Pd e neppure dentro al partito stesso che ha lasciato ormai da anni.

Tornata a Bologna, decide comunque di sostenere Bonaccini nella campagna elettorale, con una lista esterna “Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista” ottenendo il maggior numero di preferenze nei Collegi di Bologna, Reggio-Emilia e Ferrara. Con questa vittoria guadagna l’incarico di Consigliere regionale e l’11 febbraio 2020 Bonaccini, riconfermato Governatore dell’Emilia-Romagna, la premia affidandole il ruolo di vicepresidente della nuova giunta regionale con delega al Welfare e al Patto per il clima. ” Insomma, premiata dal Pd con una poltrona, altro che dissenso! ” Ecco le proposte e i progetti di E. Schlein:

Convinta federalista, crede che le istituzioni europee debbano sottrarre agli stati nazionali una quota di poteri sempre più grande.
Secondo G. Soros la Schlein è un politico alquanto affidabile e a detta del circolo mediatico-identitario della sinistra rappresenta “la coscienza di un Partito democratico a cui oggi manca una chiarezza di visione“. Oltre alla passione per la politica, E. Schlein ha un grande interesse anche per l’arte cinematografica: nel 2012 contribuisce alla realizzazione del documentario Anija (La nave) sull’emigrazione albanese in Italia conseguente alla caduta del regìme comunista nel 1990 e nel periodo di anarchia albanese del 1997.