Le elezioni americane sono state celebrate. Naturalmente se ne è parlato, come si parla ora di brogli, contestazioni, ricorsi. La cosa continuerà per giorni probabilmente. Ma è stata solo un fuoco di paglia, già il covid si è ripreso la ribalta dei media.
La giornata media di un utente che vuole informarsi su cosa succede in Italia e nel mondo:
Accende la TV, segue uno qualsiasi dei tanti tg che la TV propone, e i 2/3 della durata del tg stesso è dedicata al covid. Questo vale per qualsiasi rete e in qualsiasi orario.
Se decide di seguire uno dei numerosi programmi di approfondimento giornalistico, si accorge che anche in questo caso l’argomento che tiene banco è il covid. Non va meglio nemmeno per i talk show dedicati all’attualità e al gossip, nei quali una buona fetta di tempo viene dedicata a notizie inerenti il coronavirus.
Se decide di leggere qualche giornale cartaceo oppure di seguire l’edizione on line di una testata giornalistica qualsiasi, la situazione è identica.
E la controinformazione on line costituita da siti e blog alternativi? Lì forse va addirittura peggio! Non esiste blog che non dedichi buona parte dei propri post al covid. Nemmeno OZ è immune. I commenti poi, quando si tratta di covid schizzano in alto che è una bellezza, persino in thread dedicati ad altro.
Eppure di notizie importanti, di situazioni critiche ce ne sono quante ne vogliamo, dalle recenti elezioni americane alla guerra in Armenia. Dal terrorismo islamico che ha rialzato la testa alla situazione politica nostrana. Eppure sembra tutto passato in secondo ordine, a causa del virus. Persino le altre malattie sembrano -mediaticamente- scomparse. Esiste solo il covid.
Eppure, nelle discussioni da bar come in quelle più “alte” offerte dalle varie trasmissioni dedicate, per non parlare degli esperti che pontificano tutti i giorni da qualche emittente televisiva (chissà dove trovano il tempo per praticare il proprio mestiere) si rende estremamente chiaro che il covid mediaticamente non è altro che l’ennesima scusa per continuare a praticare lo sport preferito dal popolo italico: dividersi in fazioni e darsele di santa ragione! Il covid, come l’economia, le questioni sociali, persino le canzonette! Tutto fa brodo per “iscriversi” ad una delle due fazioni col preciso compito di dare più legnate possibili alla controparte.
Se ci fate caso, le fazioni sono anche piuttosto omogenee politicamente: chi si richiama alla destra da un lato, chi alla sinistra dall’altra. Ma la divisione non coinvolge tutto il popolo italico: la maggior parte o non ha posizione o non ha una posizione netta. Ma si sa che a dettar legge, soprattutto nei social, non è la maggioranza silenziosa, sono le minoranze che fanno più rumore!
Questo rende ogni discussione/scontro perfettamente inutile: ognuno rimane ancorato alle proprie convinzioni senza la minima possibilità di fare mezzo passo indietro. Ognuno accusa la controparte di sparare cazzate, di fare mera propaganda politica, di dare sfogo alle proprie frustrazioni. Il dialogo, il contraddittorio, persino lo scontro dialettico, per avere un minimo di utilità devono raggiungere la controparte per indurla a ragionare e a prendere visione di punti di vista diversi. Ma se c’è chiusura totale, se c’è esclusivamente voglia di prevaricazione, il tutto si riduce a una gara a chi piscia più lontano. E francamente, di queste gare, che possono anche essere divertenti se durano “lo spazio di una pisciata”, se ne può fare tranquillamente a meno.
Nè serve, per avere un minimo di buon senso, seguire pedissequamente le parole dei cosiddetti “esperti”, visto che i vari virologi, infettivologi, epidemiologi e medici a vari livelli, hanno offerto uno spettacolo desolante, con ognuno che cerca di spararla più grossa. Se sentiamo parlare 10 di questi esperti, scopriamo che ci sono almeno 5-6 teorie diverse e pure contrastanti tra loro.
Da quando è esplosa la seconda ondata, ognuno di questi esperti cerca di individuare il vero colpevole: i cretini che non seguono le regole e che negano l’esistenza del virus per alcuni, per altri la colpa è l’atteggiamento disinvolto che abbiamo avuto questa estate (come se vivere cercando di seguire un minimo di normalità sia una colpa), i discotecari che tornavano da “spericolate” serate in discoteca all’estero e in Sardegna sono stati, ad un certo punto, indicati come i veri untori. Qualcun altro indica invece la scuola come il principale veicolo della ripresa dell’infezione. Per altri il vero responsabile è l’assembramento nei mezzi di trasporto pubblici. E per finire, il solito ineffabile Galli ha indicato le elezioni di settembre come il vero responsabile! In poche parole anche gli esperti procedono a tentoni.
Come il governo italiano (qualcuno dirà che si tratta di un male comune, ma a me interessa soprattutto quanto avviene nel nostro paese) che naviga a vista perchè non sa che pesci pigliare. Il problema è che l’Italia è una bagnarola guidata da un nocchiero che non ha idea di cosa sia la navigazione, e persino mezzo cieco. Per cui “navigare a vista” è sinonimo di sicuro disastro marittimo!
Prima viene decretato un lockdown generale quando evidentemente non serviva estenderlo a regioni in cui i contagi erano veramente un numero risibile. Qualcuno dice che il lockdown è arrivato troppo tardi e che in alcune regioni avrebbe dovuto essere proclamato ben prima (peccato che alcuni di quello che lo sostengono, all’epoca, erano veri e propri proto-negazionisti, cioè quelli che dicevano che il virus non sarebbe mai arrivato in Italia e che comunque eravamo preparati) spingendosi a dire che con un lockdown tempestivo il virus sarebbe stato definitivamente eradicato. Ma questa è una tesi da terrapiattista virale, basato sul nulla, che non tiene conto che in una società globale, se non chiudi ermeticamente i confini, il virus ritorna immediatamente. Ma se chiudi ermeticamente, il virus ti sembrerà un caro amico in confronto al disastro economico che ne deriverebbe!
Poi vengono emanati a distanza di una settimana l’uno dall’altro, una serie di DPCM che evidentemente vengono considerati pannicelli caldi persino da chi li emana, visto che per testarne l’efficacia non bastano 6-7 giorni, ci vogliono almeno 2-3 settimane. Ma anche i pannicelli caldi, questa volta, hanno scatenato la protesta di piazza in varie città. Gli esperti spingono per misure più dure, ma se queste possono dare un po’ di respiro alla situazione sanitaria, sicuramente affosseranno ancor di più l’economia, causando futuri disastri più dannosi della diffusione del virus stesso. E allora che fare? Il governo naturalmente nicchia, perchè è preoccupato dal punto di vista della tenuta politica dei partiti che lo sostengono. E allora ecco l’idea: coinvolgere l’opposizione. Dopo 8 mesi in cui l’opposizione è stata completamente ignorata, insieme al Parlamento tutto, ora per prendere la decisione più impopolare possibile si ricorre al mezzuccio in grado di salvare la faccia con la scusa che “anche l’opposizione ha accettato il lockdown”. Ma a quanto pare l’opposizione ha risposto picche. Probabilmente ora partirà il mantra “opposizione irresponsabile”. Ma se avesse accettato sarebbe partito il mantra opposto, di “oppofinzione”. Nel frattempo è arrivato un lockdown “cromato”, col paese diviso in 3 zone di diverso colore in ognuna delle quali le limitazioni variano a seconda della gravità del contagio in atto. Ma il tutto appare piuttosto raffazzonato, incoerente.
Seguire un evento, leggere, informarsi, discutere, tutto dovrebbe servire per saperne di più e farsi un’idea più accurata del fenomeno. In questo caso sembra si faccia a gara a disinformare, creare scompiglio, terrorizzare e fare mera propaganda. Un inutile perdita di tempo. Sinceramente ne ho le tasche piene della stessa minestra riscaldata, del terrorismo mediatico, del ditino puntato del solito moralista contro questo o quello ritenuto l’untore della situazione, al richiamo per il rispetto dei deceduti (come se chi lo invoca li rispettasse davvero), all’indignazione a fasi alterne, alle lezioni sulla “matematica esponenziale”, delle tesi complottiste e di quelle picorette, dei negazionisti e dei nazi-covid. Come cantava Rino Gaetano, Nuntereggae più! Credo che smetterò di interessarmi al circo mediatico che campa esclusivamente di covid, c’è tanto altro di cui interessarsi.