In questo bailame politico dove ogni giorno mi chiedo chi veramente si mette il cappio al collo, chi si sta per spaccare in due (PD e forse anche M5S), chi guarda il lontano poltronificio Bruxelles… una persona si è fatta la mia stessa domanda.

Seguo qualche volta Pietro Paganini (John Cabot University) e anche lui in trasmissione parla di un Salvini che scappa dal Governo perché ha paura: ma di cosa? Perché ha aperto questa crisi? Quali sono le ragioni vere di questa scelleratezza tattica?

Tra pettegolezzi e complotti vari, emerge la vera domanda, perché ora e cosa sta per arrivare?

Una Italia isolata in Europa, quello di Salvini è un suicidio politico inspiegabile. Con questa mossa indebolisce la poca stabilità politica ed economica dell’Italia, ne mina l’ultimo residuo di credibilità. Una mossa tattica anomala, dove anche il tempo stesso scelto non permette di vedere nulla con chiarezza. Aveva altri momenti da scegliere, poteva farlo dopo le lezioni europee, poteva farlo dopo la nomina della Presidente della Commissione Europea. NO, scatena l’inferno a pieno ferragosto. Pietro Paganini azzarda diverse ipotesi, ma nemmeno queste mi convincono troppo. Che pallottola vuole schivare?

Di sicuro la crisi del governo si ritrova in mezzo alla sfida tra Stati Uniti e Cina, una immensa partita di geopolitica, prima o poi dovremo dire da che parte stiamo. Pure la UE è dentro questa partita (l’asse franco tedesco conosce la politica di Trump che da sempre mira a sgretolare la UE) e vorrebbe una Italia prona e pronta a tutto. Comunque vada rimarremo stritolati. Se Salvini lo ha annusato… ha fatto bene a scappare a gambe levate.

Salvini, dopo l’incontro con Mike Pompeo e Mike Pence pensava di accogliere la linea trumpiana, quindi credeva davvero che la Casa Bianca arrivasse in pompa magna. Aspetta e aspetta, ma nel frattempo non si è mossa foglia. Dopo il russiagate italiano forse gli USA non ritengono opportuno proseguire in direzione di Salvini. Quindi si crea anche l’ipotesi che la crisi serva per cambiare il capo della Lega, una sostituzione fatta al volo per ripartire come prima ma con un nuovo capo della Lega. Ipotesi non del tutto infondata, può essere che gli USA abbiano chiesto “ad altri” (Giorgietti o Picchi) di mandare avanti il programma americano sulla UE. Salvini mica è stato l’unico ad andare in USA.

Del resto la Lega, con questa operazione “crisi ad agosto”, potrebbe diventare la portavoce dei poteri di Washington, infatti in caso di Governo PD-M5S si assisterebbe a un veloce allontanamento dall’asse euroatlantico, il Governo giallo-rosso correrebbe a velocità impressionante verso Bruxelles. Questo tratto pro-UE si è evidenziato col discorso di Zingaretti, le sue condizioni inderogabili sono: “l’impegno e l’appartenenza all’Ue per una Europa profondamente rinnovata; il pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del Parlamento; l’investimento su una diversa stagione dello sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale; una svolta profonda nell’organizzazione e gestione dei flussi migratori fondata sui principi di solidarietà, legalità e sicurezza; una cambio delle ricette economiche e sociali in una chiave ridistributiva e di attenzione al lavoro e all’equità sociale“. Un PD-Zingaretti che vuole tanta UE, tanto gretinismo e tanti migranti, ovvero tutto quello che odia Trump.

Probabilmente Trump voleva una crisi di governo italiana, un governo di centrodestra schierato a favore dei repubblicani americani: un piano perfetto che bloccherebbe l’avanzata di Pechino. Trump voleva in Italia un esecutivo che andava allo scontro contro l’asse franco-tedesco, avrebbe anche guadagnato un posticino calmo e tranquillo per tornare a parlare con Mosca lontano da occhi indiscreti (cosa per cui l’Italia è sempre stata famosa).

Vero è che un Governo PD-M5S orientato ai DEM avrebbe un anno buono per stringere patti e relazioni con loro, ma ciò implica che il 2020 prevede il ritorno di un POTUS DEM. Al momento sono ancora dati per favoriti i repubblicani. Davvero difficile andare così oltre nelle previsioni. Comunque la rielezione di Trump non è scontata e nemmeno sicura. Questa è una situazione italiana e internazionale molto ambigua e difficile da gestire. E in Italia mancano statisti veri da molti anni. Alessia C. F.

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Alessia C. F. (ALKA)
Esploro, indago, analizzo, cerco, sempre con passione. Sono autonoma, sono un ronin per libera vocazione perché non voglio avere padroni. Cosa dicono di me? Che sono filo-russa, che sono filo-cinese. Nulla di più sbagliato. Io non mi faccio influenzare. Profilo e riporto cosa accade nel mondo geopolitico. Ezechiele 25:17 - "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te."Freiheit ist ein Krieg. Preferisco i piani ortogonali inclinati, mi piace nuotare e analizzare il mondo deep. Ascolto il rumore di fondo del mondo per capire quali nuove direzioni prende la geopolitica, la politica e l'economia. Mi appartengo, odio le etichette perché come mi è stato insegnato tempo fa “ogni etichetta è una gabbia, più etichette sono più gabbie. Ma queste gabbie non solo imprigionano chi le riceve, ma anche chi le mette, in particolare se non sa esattamente distinguere tra l'etichetta e il contenuto. L'etichetta può descrivere il contenuto o ingannare il lettore”. So ascoltare, seguo il mio fiuto e rifletto allo sfinimento finché non vedo tutti gli scenari che si aprono sui vari piani. Non medito in cima alla montagna, mi immergo nella follia degli abissi oscuri dell'umanità. SEMPRE COMUNQUE OVUNQUE ALESSIA C. F. (ALKA)