Al Forum economico di San Pietroburgo, il presidente cinese ha descritto la guerra commerciale con gli Stati Uniti come una lotta tra globalizzazione e anti-globalizzazione. Gli Stati Uniti per molto tempo sono stati la principale potenza economica mondiale, un’economia ad alta tecnologia e hanno predicato le loro idee del libero scambio e di democrazia, ma in pratica fanno tutt’altro: negli ultimi anni hanno sono apportato restrizioni, guerre commerciali e dazi doganali. Le attuali restrizioni commerciali imposte dagli americani comporteranno entro il 2022 un calo del 2% nella crescita economica globale e una riduzione del 17% nel commercio mondiale. Questo conto verrà pagato dalla popolazione mondiale con la perdita di posti di lavoro.
La attuale incertezza nella politica mondiale e nell’economia globale è il principale freno all’ulteriore sviluppo odierno, il numero delle incertezze sta crescendo molto velocemente.
La Russia negli ultimi anni ha lottato per migliorare le relazioni economiche internazionali, ma la politica americana l’ha spinta a sviluppare le relazioni con la Cina e altri Paesi. Il commercio russo sta crescendo, ma le tendenze bellicose americane sono preoccupanti. Ormai la Cina è l’alleato più importante della Russia, il commercio tra Cina e Russia ha attualmente raggiunto i 108 miliardi di dollari.
La struttura commerciale cresce grazie anche al commercio di prodotti tecnici, energetici, alta tecnologia, infrastrutture per il trasporto di petrolio nell’Oceano Pacifico (con una filiale in Cina) ed è nato un partenariato tra Francia e Cina per il progetto di gas naturale liquefatto con Novatek “Arctic LNG-2”.
Ribadisco un concetto che ho già scritto (qualche giorno fa) ma che non è arrivato alle orecchie americane: “In seguito ai negoziati tra Xi Jinping e Putin, dichiarano che i due paesi intendono sviluppare la pratica di pagamenti in valute nazionali (rublo e yuan) nel commercio bilaterale. Emerge che alcune piccole e medie imprese cinesi, sotto la pressione della guerra commerciale con gli USA, stanno studiando la possibilità di trasferire la produzione in Russia. Ha Zhenwei, al St. Petersburg International Economic Forum (SPIEF), spiega che il commercio tra la Cina e gli USA dipende principalmente da piccole e medie imprese, mentre il commercio bilaterale tra Cina e Russia coinvolge solo grandi imprese cinesi di proprietà statale. Quindi le piccole e medie imprese – con il beneplacito di Xi – che ora stanno lottando per mantenere la loro esistenza, dovranno necessariamente trasferirsi in Russia per poter poi raggiungere Stati Uniti ed Europa.”
Russia e Cina stanno sviluppando un grande elicottero da trasporto e tecnologia nucleare, attualmente hanno sviluppato 11 diversi gruppi di lavoro su differenti argomenti: un reciproco desiderio sino-russo con approccio equo per risolvere i problemi che gli USA stanno creando. Putin ribadisce che con la Cina spesso litiga, ma alla fine si trova sempre una soluzione. Se USA “sbarella” in politica mondiale, la cooperazione tra Russia e Cina a livello internazionale fornisce una certa stabilità mondiale.
La Russia non sta costruendo alleanze militari con la Cina, sono solo alleati strategici e obbligati ad esserlo. Quello che la Russia non può più comprare in Europa – a causa delle sanzioni – viene ora acquistato in Cina. Così la UE è danneggiata dalla perdita degli scambi commerciali con la Russia e la Cina con le sanzioni ci guadagna visto che si è ritrovata servita il mercato russo su un piatto d’argento. Il vincitore delle sanzioni è la Cina, il perdente è la UE. Si denota sempre di più che agli americani manca il buon senso. Alessia C. F. (ALKA) di Liberticida e OraZero