Per adeguarsi alla nuova legge c’è tempo fino al primo marzo, ma tanti imprenditori preferiranno pagare le sanzioni

Piccole imprese in rivolta: “No all’assunzione obbligatoria di personale disabile”

Dal primo gennaio di quest’anno per le aziende che impiegano dai 15 ai 35 dipendenti è scattato l’obbligo di assumere anche dei lavoratori disabili. La norma, prevista dal decreto correttivo del Jobs Act (d.lgs. 151/2015), potrebbe non esser tuttavia così facilmente applicabile, e per i portatori di handicap comincia un nuovo percorso a ostacoli. Le piccole aziende toccate dalla nuova norma, infatti, tentano di svincolarsi dall’obbligo. Alcune società sostengono di non esser strutturalmente organizzate, altre, invece, non vogliono semplicemente rispettare la legge, infischiandosene delle conseguenza.

Le aziende dovranno mettersi in regola

“Per mettersi in regola – si legge sulle pagine di La Stampa – c’è tempo fino ai primi giorni di marzo. Poi scatteranno le sanzioni: 153,20 euro (invece dei precedenti 62,77 euro) per ogni giorno non lavorato dal disabile che doveva essere assunto” (escluse domeniche e festività infrasettimanali): tale sanzione può ridursi a 38,30 euro al giorno se il datore di lavoro assume successivamente il lavoratore disabile, ottemperando alla diffida.

Gli imprenditori preferiranno pagare le sanzioni

 Le sanzioni peseranno ben più dell’assunzione effettiva del lavoratore, ma a quanto pare gli imprenditori sono decisi a correre il rischio. “In tanti – ha fatto sapere un impiegato dell’Ufficio provinciale del lavoro di Roma – hanno detto che preferiranno pagare le sanzioni”. L’entrata in vigore della nuova norma era prevista per il primo gennaio del 2017, ma con lo slittamento previsto dal decreto Milleproroghe, la stessa è stata posticipata di un anno e, dunque, al primo gennaio di quest’anno.

Obbligo scarica tutti i costi sulle imprese

La parola chiave della norma è il “collocamento mirato” che, insistono gli imprenditori, “al momento sembra incompatibile con l’obbligo”. “Le persone disabili hanno il diritto di essere inserite nel mondo del lavoro ma non è corretto scaricare tutto il peso sulle aziende – lamenta Confindustria -. Il collocamento obbligatorio, a prescindere dalla conoscenza delle capacità della persona disabile e delle mansioni disponibili in azienda, contraddice palesemente il principio del collocamento mirato che è il fulcro della legge”. Della stessa idea anche Luca Sanlorenzo, direttore generale dell’Api di Torino: “Dovremo individuare i profili più adatti da inserire nelle aziende. Non dobbiamo trasformare un diritto, quello dei lavoratori disabili, in un onere a carico solo delle imprese”.

Per i disabili l’ennesima delusione

I lavoratori esclusi, nonostante le aziende abbiano tempo per adeguarsi fino al primo marzo, sono tantissimi. “Sono costretto ad accettare lavori in nero per 400-500 euro – ha detto Gianni Del Vescovo, 40enne di Latina in possesso di una laurea magistrale in ingegneria ambientale costretto sulla sedia a rotelle a seguito di un incidente in moto -. Purtroppo in Italia c’è da sconfiggere la logica per cui siamo un peso e non una risorsa”.