I seguaci di Greta Tumberg, la sacerdotessa della religione Green, sono i Gretini. Penso sia giusto premiare chi fra i gretini si distingue per fantasia e per la fede che dimostra per la religione che ha abbracciato; per cui oggi voglio dichiarare Gretina del Giorno Serena Giacomin, dottoressa in fisica. Dice la cara Serena:
Nel 218 a.C. Annibale attraversò le Alpi con 37 elefanti. Ci riuscì perchè faceva più caldo di oggi? L’esercito arrivò sotto i pendii alpini nel mese di ottobre e, come testimoniano gli storici del tempo, questi poveri elefanti dovettero attraversare passaggi innevati e anche pericolose lastre di ghiaccio. Dei 37 elefanti ne sopravvisse solo uno: quindi no, a quel tempo le alpi non erano più calde di oggi. La storia di Annibale lo racconta, i dati scientifici lo dimostrano. Oggi le nostre Alpi hanno la febbre.
Hai capito la Serena? Lei ha capito tutto, da quanti elefanti sopravvissuti lei ha capito come erano i ghiacciai sulle alpi al tempo delle guerre puniche! E dice pure che “i dati scientifici lo dimostrano”! Andiamo a vederli ‘sti dati scientifici allora! L’università di Zurigo ha fatto un bel video che meglio di tanti grafici mostra come sono avanzati e ritirati i ghiacci delle alpi, qui abbiamo la massima estesione dei ghiacci 24.000 anni fa:

qui invece abbiamo la massima estensione dei ghiacci, 11.000 anni or sono

Quindi possiamo dire che l’inquinamento centra poco col ritiro dei ghiacci, a meno che non vogliamo imputare ai pochi abitanti del mondo allora presenti questa, come dice la Sara? Ah si, “febbre delle alpi”, ma vediamo come era la situazione al tempo di Annibale:

Annibale attraversò le alpi nel 218 a. C. ovvero 2.241 anni fa, e questi sono i ghiacci che incontrò:

bè cara Serena, non mi pare che ci fossero particolari difficoltà nel 218 a.C. ad attraversa le Alpi, dire più o meno quelle che avrebbe incontrato oggi:

Quindi, cara Serena Giacomin, come più fedele adepta di Greta, con sommo piacere ti conferisco il premio di GRETINA DEL GIORNO! Davvero te lo sei meritato! Anche perchè gli elefanti, come ci racconta Polibio, passarono le alpi:
Sulla neve che già c’era… ne era caduta dell’altra facile a sciogliersi e friabile. Quando i soldati, affondandovi il piede, toccavano il sottostante strato di neve indurita barcollavano scivolando… Non potendo fermare i piedi sulla neve gelata, quando, dopo essere caduti, volevano rialzarsi poggiando sulle ginocchia o sulle mani, barcollavano ancora di più sui loro punti di appoggio in quei luoghi tanto scoscesi. Le bestie da soma, quando cadevano, nel rialzarsi… rimanevano per il carico che le gravava, come inchiodate sul ghiaccio… Annibale si accampò intorno al limite del precipizio, spazzandone la neve; poi, con molta fatica, fece ripristinare dai soldati la strada attraverso il dirupo… A stento in tre giorni, dopo molti disagi, riuscì a far passare gli elefanti, ridotti ormai in pessime condizioni per la fame
Allora Serena, analizziamo il testo:
- C’era la neve? Si!
- Com’era la neve? Facile a sciogliersi e friabile!
- Gli elefanti passarono le Alpi? Sì!
- Gli elefanti morirono per il gelo? No, erano ridotti male per la fame
Cara Serena stai serena, sei molto bella e sicuramente altrettanto intelligente, ma sull’onestà intellettuale devi lavorarci ancora, a meno che non mi dimostri che l’università di Zurigo e Polibio raccontino sciocchezze. Ma la vedo duretta Serena, meglio se rettifichi dicendo di aver preso un abbaglio.
Questi tentativi di mistificare la storia, pur se puerili e ingenui, partoriti al momento e destinati al popolo sia bue che ignorante, sono pericolosissimi perchè, a differenza delle sparate della Viola, secondo cui un solo bicchiere di vino o di birra può provocare il cancro, sparate talmente campate in aria da far ridere perfino gli scimpanzé, mistificare la storia è una strategia molto più subdola perchè insinuano nelle masse, intellettualmente poco attrezzate, dubbi apparentemente sensati se non si conosce la storia, e chi non la conosce nemmeno ci prova ad informarsi avendo il livello dell’indolenza pari a quello dell’ignoranza.