Tratto da inwestmentwatchblog.com proposto e tradotto da What you see is a fraud

All’inizio del secondo secolo dell’era cristiana, il poeta romano decimo Giunio Giovenale, comunemente conosciuto come Giovenale, scrisse le sue satire che contenevano la famosa frase latina “Quis custodiet ipsos custodes?” cioè “chi controlla i controllori?” che potremmo tradurre comunemente con “chi guarda i guardiani?”

La domanda ci pone in maniera sintetica un dilemma millenario: come controllare coloro che abusano del proprio potere? Chi controlla l’ordine tra i tutori dell’ordine? Oppure, semplicemente, possiamo fidarci che facciano il loro dovere nella giusta maniera?

Il quesito filosofico di Giovenale risulta oggi molto rilevante da quando sono venuti alla luce molti più dettagli riguardanti il grande scandalo che coinvolge il Federal Bureau of Investigation (FBI) e il Dipartimento di Giustizia (DOJ) americano. Fino ad ora risulta chiara l’interferenza politica dei direttori del FBI e del DOJ per tenere proteggere Hillary Clinton mediante la manipolazione di informazioni già classificate e la distruzione di prove compromettenti.

Allo stesso tempo i vertici degli organi di tutela della legge cercavano di distruggere l’immagine del candidato alla presidenza risultato poi vincente alle elezioni, indagando incessantemente sulle accuse di collusione tra Trump e la Russia di Putin, basate su un dossier finanziato da Hillary Clinton e dal Comitato Nazionale Democratico.

All’epoca era inconcepibile per loro che la Clinton potesse venire sconfitta da uno come Donald Trump e che loro potessero essere colti con le dita nella marmellata. Di conseguenza, i responsabili degli organi di osservanza della legge credevano fosse assolutamente sicuro piegare la legge ai loro interessi. Nemmeno lontanamente i dirigenti di FBI e DOJ pensavano che i loro progetti potessero fallire, mentre invece fallirono. Così la sola mcosa che restava loro da fare era mettersi sulla difensiva e ostacolare qualsiasi tentativo di ottenere l’accesso ai documenti originali capaci di rivelare ciò che fecero quando pensavano di poterlo fare in tutta sicurezza. Lo scandalo che si diffuse si è allargato rivelandosi un testamento al potere del” deep state” in cui burocrati non eletti da nessunosi riuniscono per ostacolare i tentativi di ricondurli ad atteggiamenti responsabili. Sebbene molti funzionari coinvolti nello scandalo siano stati licenziati o costretti a dare le dimissioni, oppure riassegnati ad altro incarico, nessuno è stato accusato di ostacolo alla giustizia, giustizia che hanno invece applicato ai semplici cittadini che non hanno alcuna rilevanza politica.

Quindi a parte la perdita del lavoro, i corrotti del FBI e del DOJ non hanno subito procedimenti giudiziari o pene detentive per aver cercato di manipolare l’andamento delle elezioni.

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Il procuratore generale Jeff Sessions e il direttore del FBI Christopher Wray, per qualche motivo sembrano riluttanti  a indagare seriamente e formulare accuse contro coloro che progettarono di favorire la Clinton, inventarono accuse contro Trump e illegalmente ottennero l’ordine di spiare Trump e i suoi associati, con la scusa di investigare su presunte ingerenze di intelligence straniere. Il presidente Trump si è lamentato amaramente per l’ingiustizia di indagini partigiane su presunte interferenze russe nelle elezioni nazionali, minacciando interventi duri. Tuttavia Trump esita ad agire per timore di una feroce opposizione che incontrerebbe se tentasse di chiudere l’indagine del consigliere speciale Robert Mueller e ripulire il Dipartimento di Giustizia. Dopo un’indagine durata oltre un anno sul comportamento del DOJ riguardo le email di Hillary Clinton, l’ispettore generale del DOJ Michael Horowits, ha concluso con un nulla di fatto poiché, sevondo l’ispettore stesso, la politica non ha in alcun modo influenzato le indagini sulla Clinton.

Gli oppositori all’interno del FBI e del DOJ, indignati, hanno discusso tra loro e con vecchi colleghi dello scandalo, ma fino ad ora non hanno deciso di parlare in pubblico per paura di ritorsioni da parte dei propri superiori. Tutti questi sviluppi hanno lasciato negli americani un senso di frustrazione che osservano con attenzione, e notano un clamoroso doppio standard di applicazione della giustizia, uno per i personaggi politici e uno per la popolazione comune. E’ piuttosto prematuro concludere che sia un esercizio inutile credere che la giustizia arriverà prima o poi a colpire quei burocrati arroganti.

Invece di sgonfiarsi gradualmente, uno dei più grandi scandali della storia americana sembra crescere sempre più col passare delle settimane, quando sempre più testimonianze arrivano alla luce. Non abbiamo visto soltanto le prove di una evidente ostilità nel testo dei messaggi dei responsabili del FBI e del DOJ verso Donald Trump, abbiamo anche imparato che i funzionari si occuparono del caso della Clinton con straordinaria clemenza e modificarono i documenti per essere sicuri che la Clinton rimanesse protetta prima che lei e altri testimoni venissero intervistati.

Abbiamo visto prove schiaccianti dell’evidente abuso della corte FISA per ottenere l’ordine di spiare cittadini americani.

Le politiche partigiane sono alla radice dello scandalo in cui i dirigenti degli organi che controllano l’osservanza della legge pensavano di poter abusare del sistema giudiziario impunemente, per poter influenzare l’esito delle elezioni.

Ironicamente la politica partigiana è ancora attiva e i nemici del Presidente Trump tentano di difendere e di scusare ciò che fecero i capi del FBI e DOJ di nascosto alla vigilia delle elezioni del 2016.

Naturalmente gli stessi si lamenterebbero parecchio se le cose fossero avvenute in maniera opposta e il loro candidato fosse stato danneggiato per favorire l’avversario.

Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dire che il nostro sistema giudiziario non può essere svenduto per qualche beneficio temporaneo.

Può anche essere che ci sia bisogno di più tempo perché questo scandalo arrivi alla conclusione, ma questo succede quando c’è un insabbiamento massiccio organizzato da funzionari governativi.

Alla fine la giustizia dovrebbe prevalere, questa almeno è la speranza.

Non si può tollerare che i cosiddetti difensori della legge violino le leggi stesse per ottenere vantaggi politici.

Il giudice Earl Warren una volta disse “la polizia deve far rispettare la legge e allo stesso tempo rispettarla”.

Per cui dobbiamo rimanere vigili finchè tutti i corrotti del Dipartimento di Giustizia siano portati davanti al giudice allo scopo di riportare integrità al sistema giudiziario che essi stessi corruppero dopo che fu loro affidato il compito di esserne i guardiani.

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