Oggi ragazzi parliamo di qualcosa che è complicato. Filosofia, ma non recitata a pappagallo dai soloni, coloro che credono di essere intelligenti perché sanno qualche parola di greco. Vi svelo un segreto, cavalli golosi, l’intelligenza è come una fiamma, che dobbiamo alimentare ogni giorno con letture e ragionamenti, ma l’intensità del fuoco è fissa dalla nascita per ognuno di noi. Studiare, se siete stupidi vi aiuterà soltanto a sembrare intelligenti.
Per cui oggi parliamo di concetti, di cose. Della filosofia “spicciola” degli asiatici, quelli che dicono “quando ho fame mangio e quando ho sete bevo”. Quelli che chiamano meditazione “zen”, che altro non è che una profonda, intensa, assoluta concentrazione sul “qui ed adesso”.
Il “qui ed adesso” ragazzi, non è altro che l’attimo che passa, quella scintilla di consapevolezza che scorre attraverso un oceano di passato ed un futuro incerto.
Noi siamo quella scintilla, nient’altro.
Adesso facciamo un semplice esercizio.
Pensate ad una mela. Visualizzatela con tutti i vostri sensi.
La vedete?
Immaginatela, rossa, lucida e sugosa, una buccia sottile e un interno croccante. Come vi piace mangiarla? La sbucciate o la mangiate così com’è? Ricordate la sensazione sotto i denti? La dolcezza del succo?
Tante sensazioni, tante impressioni, per una semplice mela.
La mela è semplice, è un oggetto fisico, ma che viene definito dalle vostre immagini sensoriali.
Proviamo adesso a qualcosa di più difficile, qualcosa che non ha odore, sapore, forma o colore.
La fame.
La fame ha molte facce, la fame frenetica, indomabile e assurda di un ciccione che mangia fin quasi a morirne. La sensazione di vuoto, quella frenesia che ti prende quando hai la pancia piena ma non sei soddisfatto, quel languore che ti prende quando il tuo picco glicemico cala d’improvviso, meglio di tante droghe.
La fame di chi non ha abbastanza da mangiare, della madre che sbuccia la mela per dare l’interno al figlio e si mangia la buccia, lo sguardo del bambino che ti dice che ne vuole ancora.
La fame di chi muore in cella per avere rifiutato il cibo: per una causa, per una ingiustizia, o per qualcosa che solo lui sa.
Noi non dobbiamo fidarci dei nostri sensi, però, così come il ciccione inganna se stesso evitando gli specchi, l’anoressico vede un ciccione nello stesso specchio invece della larva che è diventato.
Ognuno di noi, quindi immagina un qualcosa che non ha odore, sapore, forma o colore con le sensazioni che gli ricordano la parola che lo definisce.
Pensiamo alla guerra, invece.
La guerra per molti è una sorta di gioco, pezzi che si muovono sulla scacchiera. Per altri è una sorta di sporta, ogni giorno contano i “Punti” e chi ha avuto meno vittime, meno distruzioni, “vince”.
No, la guerra è diversa per chi la combatte.
Per il fante nella trincea è caldo, polvere e fango d’estate e freddo, neve e fango d’inverno. Lunghe attese unite da brevi momenti di attività frenetica.
Per l’artigliere è un continuo lavoro di preparazione del colpo e della spedizione dello stesso verso il nemico, e così via.
Chiedete a chi vi è intorno una altra definizione, adesso. Chiedetegli cos’è la “Felicità”.
Chiedetelo ad una madre e vi dirà che è quando il figlio torna a casa la sera sano e salvo, dopo una serata movimentata.
Chiedetelo ad un malato e questi vi dirà, con sicurezza “la felicità è l’assenza di dolore”.
Chiedetelo ad un guerriero, e questo vi dirà che la felicità e ritornare a casa. Vivo.
Adesso un altro esperimento, concentratevi e pensate. Esprimete un pensiero lucido, razionale e, se volete esprimetemelo nei commenti.
Molti di voi scopriranno che è difficile. Semplicemente vi mancano gli strumenti per farlo. Molti di voi non saranno in grado di descrivere cosa provano. Molti meno saranno in grado di scriverlo.
Questo non per colpa vostra, ma perché vi sono state tolti volutamente gli strumenti per farlo.
Questo perché la scuola ha scientemente distrutto gli studi umanistici, ormai gli unici che studiano letteratura o quella che chiamano “filosofia” sono gli schiavi a cottimo che passano per “insegnati”.
Tot ore X tot ragazzi = stipendio a fine mese. Come pulire un ufficio.
Il motivo per cui vi vogliono ignoranti, ragazzi, è semplice. Vogliono distruggere tutto quello che rappresenta una società e vogliono impedirvi di accedere agli strumenti che vi serviranno per definire il loro disagio.
Due pervertiti li ho visto mano nella mano oggi, per esempio, due ragazzoni sui trenta anni, con il pizzetto curato, i capelli corti, magri abbronzati e con le magliette firmate. Il mondo è loro, sono Dei in terra, osannati dal sistema.
Lavoreranno e poi moriranno senza lamentarsi e senza lasciare discendenti. Gli schiavi ideali.
Invece chi mette su casa, e mantiene un mutuo e magari anche un paio di figli ha qualcosa che loro non hanno. Ha una famiglia. E avere una famiglia è potente. Avere un figlio significa prenderlo per mano e tenerlo dalla parte interna del marciapiede, in modo che una eventuale auto pirata colpisca voi invece di lui. E lo fate senza pensarci. Avere una famiglia è potente, tende ad organizzare le persone e a farle diventare diffidenti.
Quando le persone diventano diffidenti tendono a cercare qualcosa che venga incontro ai loro dubbi.
Cercano una ideologia.
Una ideologia è, secondo una definizione neutra: “qualsiasi insieme di idee e valori sufficientemente coerente al suo interno e finalizzato a orientare i comportamenti sociali, economici o politici degli individui.“
Se avete la giusta formazione riuscirete a ragionare su questa ideologia. Attenzione, però, le ideologie sono le armi più potenti delle civiltà umane, non si scherza, con loro.
Aver ridotto ad una barzelletta gli studi umanistici è uno dei più grandi difetti della cosiddetta “civiltà occidentale”. Senza lo scudo di letture adatte e senza un cervello allenato, molti diventano facile preda di ideologie false. Tipo la “scienza”. La scienza sapete, è in continua evoluzione e le “verità del passato” diventano gli “errori del futuro”. Più spesso di quanto si crede.
Ogni riferimento a misteriose “pandemie” e epidemie di “nessuna correlazione,” ovviamente è del tutto casuale.
Stringete i denti ragazzi, che stanno arrivando tempi interessanti.