L’incrocio tra varie specie di antichi umani è la causa, ancora oggi, della diversa forma della testa di alcuni europei

Tratto da independent.co.uk  Traduzione di Gustavo Kulpe

L’incrocio con  i Neanderthal avvenuto migliaia di anni fa, ha dato ad alcuni esemplari umani dei giorni nostri cervelli più allungati, secondo quanto sostiene un nuovo studio.

Gli scienziati hanno individuato due antichi frammenti di DNA, tramandati fino ai giorni nostri, selezionando individui appartenenti al patrimonio genetico europeo che mostrano lievi differenze nella forma del cranio e quindi del cervello.

Una caratteristica fondamentale della testa umana è la sua peculiare rotondità, in contrasto con antenati e progenitori estinti, i quali tendevano ad avere teste con forma più allungata con sommità più piatta.

A causa dell’accoppiamento avvenuto tra gli antichi homo sapiens e i Neanderthal, molti europei di oggi hanno fino al 2% di DNA di Neanderthal disseminato nei loro genomi.

Ricerche precedenti suggeriscono che questo materiale genetico potrebbe aiutare a combattere le infezioni, ma il nuovo studio, per primo tende a concludere che alcune persone hanno ancora teste simili a quelle dei Neanderthal.

Il professor Simon Fisher, uno degli scienziati autori dello studio, ha affermato che gli effetti dei frammenti di DNA sono “davvero minimi”, ma sono stati rilevati su un ampio campione di quasi 4.500 scansioni cerebrali effettuate con risonanza magnetica su soggetti europei.

Utilizzando informazioni provenienti da precedenti studi sul DNA di Neanderthal i frammenti ono stati individuati all’interno di geni di esseri umani viventi correlati con teste dalla forma più allungata.

Entrambi i frammenti contengono geni, conosciuti come UBR4 e PHLPP1, già noti per la loro influenza sullo sviluppo del cervello, il che ha senso dato che la forma del cervello e del cranio sono interconnessi.

“Sappiamo da altri studi che interrompere completamente UBR4 o PHLPP1 può avere conseguenze importanti per lo sviluppo del cervello”, ha spiegato il dottor Fisher, un genetista del Max Planck Institute for Psycholinguistics.

Entrambe le regioni del cervello in cui sono stati scoperti i frammenti di Neandertal sono coinvolte in funzioni chiave come l’apprendimento e il coordinamento dei movimenti.

Tuttavia, nonostante questo, gli scienziati hanno sottolineato che non vi è alcuna indicazione che questi pezzi di DNA abbiano qualche effetto sulle capacità cognitive degli esseri umani moderni.

“L’obiettivo del nostro studio è capire l’insolita forma cerebrale dell’uomo moderno”, ha detto il dott. Philipp Gunz, un altro scienziato dell’Istituto Max Planck.

“Questi risultati non possono essere utilizzati per formulare inferenze su ciò che i Neanderthal potrebbero essere stati capaci di fare o meno”.

I ricercatori hanno detto che sperano che questa scoperta possa aiutarli principalmente a svelare come si sia sviluppata la forma del cervello degli umani moderni.

Attualmente intendono incrementare i loro studi per analizzare campioni ancora più vasti, tra cui una considerevole raccolta di materiale genetico del popolo britannico.

Alla fine sperano di trovare il corredo completo di geni che controllano la forma del cervello umano e capire come la sua rotondità sia legata ad altre caratteristiche.

Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology.