
Nel mondo di mezzo tutto alla fine si deve bilanciare (ricordatevelo: tra zenit e nadir sempre esiste un’equatore). Da quando scrivo ascolto e prendo spunto da persone che hanno punti di vista così divergenti che spesso mi hanno spiazzato. Esistono persone provocatorie che coraggiosamente analizzano dettagli scomodi. Un grande taglio di tasse farebbe ripartire l’economia? Forse no, anzi dietro potrebbe palesarsi una catastrofe.
Prendiamo un ipotetico tossicodipendente incallito, se gli togli all’improvviso la droga di cui si fa pesantemente da anni credi davvero che domani si sentirà meglio? No, probabilmente va in crisi di astinenza e rischia di lasciarci le penne. Dato assodato che tutti conoscono.
E allora prendiamo il Bel Paese che si droga di tasse da decenni. Se gliele tagli di colpo schianta, non sopravvive, collassa il sistema e crolla giù tutto insieme.
In Italia una rilevante fetta dell’economia è spesso legata a leggi e leggine, o di fatto è intermediata dallo Stato e dalla politica stessa. Una pressione politica e statale che interviene in mille modi e che di fatto coordina la nostra vita. Esempio banale: scuola, sanità, università, aziende partecipate, alcune industrie e altri settori che vivono delle decisioni politiche. Tutti avete un commercialista, un consulente del lavoro e molto altro, il loro aumentare del lavoro spesso dipende da decisioni politiche. Non volete Alitalia ma c’è, sempre dovete appoggiarvi a terze parti anche per piccole e semplici pratiche.
Nessuno di noi è in grado di scalare un Everest di difficoltà tecniche, ingegneristiche, di diritto, di marketing, finanziarie, in realtà ci mettiamo in gioco per produrre un utile e con quello vogliamo campare. In quel mentre ci imbattiamo in costi che sono luce, gas, commodities e concessioni monopolistiche.
Appena ci muoviamo siamo sommersi di tasse e tariffe. Alte perché ci si deve guadagnare tanto, poi ci sono extra-costi non colpiti da dazi o da altro.
Ci sono tante tasse da cui vogliamo liberarci, ma al nostro stato sistema servono, più ce ne sono e più ne servono.
Con il taglio delle spese abbiamo compreso sulla nostra pelle che sopprimendo una tassa “y” dobbiamo tagliare i servizi. Di conseguenza calano gli aiuti, meno asili nido, più mensa scolastica da pagare, meno aiuto agli anziani, meno sanità gratuita, e strade che nemmeno in Africa hanno.
Altri esempi negativi li vediamo, in UE i cittadini sono tenuti a dieta forzata, alcuni dicono che fanno meglio ma poi si accontentano di un pugno di mosche.
Tutti criticano, ma nessuno vigila in modo pesante gli appalti e quello che fanno le ditte in appalto.
Tagliamo per fare di più con meno. Ma poi per favore non lamentarti dei risultati con meno personale.
La verità è che con le leggi pesanti che abbiamo nessuno può fare niente, qualsiasi cosa tocchi interviene e si sovraccarica il meccanismo.
In un mercato saturato di rendite garantite dallo stato, viene rastrellato tutto attraverso le nostre tasse. Un italiano su tre è statalese e viene pagato direttamente o indirettamente con le tasse, senza che a questo stipendio corrisponda una effettiva produttività.
E SE DAVVERO VOGLIAMO TAGLIARE LE TASSE E I DAZI INIZIAMO A tagliare tutti gli stipendi improduttivi, posti di lavoro inventati e sono centinaia di migliaia. MA POI SUCCEDE CHE CI SONO migliaia di famiglie (e non single) in mezzo a una strada, una enorme fetta strafottutamente gigante di popolazione che non sa produrre nulla di utile, una marea immensa di gente disperata e incazzata.
UNA ENORME FETTA DI POPOLAZIONE PIU’ INCAZZATA DI VOI CHE MANDA TUTTO A PUTTANE smettendo di pagare mutuo, tasse, bollette e che smette di acquistare anche beni primari e secondari.
Le fottute tasse che alimentano i loro inutili stipendi alimentano anche i loro consumi. E i loro consumi alimentano il tuo stipendio: ma davvero ce ne fottiamo di questa semplice regola?
Allora immaginiamo un energico taglio derivante da modesto 15% in salsa flat tax.
Nulla di apparentemente drammatico, ma una enorme fetta di italiani va in modalità ON in attesa del giorno del giudizio. Crollo dei consumi anche da parte di chi non è stato toccato e corsa a nascondere i soldi nei modi più fantasiosi. Se poi cedono sportelli e sistema bancario non lamentatevi di uno tsunami finanziario che non era stato previsto. IL PRIMO IMPATTO E’ una frenata dell’economia e tutti si mettono a 90° perché si mettono chini a guardare davanti a periscopio cosa michia succede con eventi del genere.
Spesso le riforme fiscali sono terribili. Se vedi arrivare lampioni e cetrioli ti trovi davanti a due effetti: metà della popolazione non ti crederà e continuerà a comportarsi come prima, l’altra metà che ti crede si metterà al riapro e caleranno i consumi non indispensabili.
In uno stato drogato di tasse e dove vivi a debiti, se non si inetta in vena droga e si stacca la flebo la popolazione crepa in poche ore.
Quindi tagliamo tanto le tasse? Di quanto e chi colpiamo?
Bella idea tagliare le tasse alle aziende e massacriamo dove facilmente reperiamo i fondi.
Poi quali tasse togliamo?
Quelle che si pagano sui guadagni o quelle occulte che si pagano sia che si guadagni o si perda? Tocchiamo le tasse a percentuale variabile o le tasse a regime costi fissi?
Impossibile tagliare le tasse, una fetta di popolazione si troverebbe senza scampo.