Nella settimana in cui, in TV, sui social, su molti blog e nella vita reale si parla quasi esclusivamente di Sanremo, sono orgoglioso del fatto che il blog di cui mi pregio di aver fondato, che non dimentichiamo, si pone contro “ogni picorettismo”, di Sanremo non ha fatto alcun accenno. Siccome, però, non sempre si possono ignorare gli argomenti che tengono banco tra la gente al momento, perché oltre “contro ogni picorettismo” siamo anche contro ogni atteggiamento spocchioso che induce a trascurare tutti gli argomenti di tipo “popolare”, due parole su quella che fu la principale kermesse della musica italiana e che da anni si è trasformata nella fiera del picorettismo, le voglio spendere.

Il solito amico pignolo mi domanderà: “se vuoi parlare di Sanremo significa che lo hai visto?”

No, non ne ho guardato nemmeno un minuto, mi sono dedicato ad altro, non ho guardato nemmeno i principali programmi televisivi, che guardo sempre meno, perché parlavano quasi esclusivamente del festival, ho cercato di estraniarmi ma, come spesso succede, se non sei tu a seguire un determinato programma di grande seguito popolare, è il programma che insegue te. Siccome per parlare di Sanremo non è necessario aver ascoltato le canzoni in gara, quello che conta nell’immaginario popolare sono i rumors che il festival ha generato. Quelli purtroppo, anche se cerchi di estraniarti, ti raggiungeranno comunque, a meno che non si scelga di condurre, per oltre una settimana, uno stile di vita ascetico ritirandosi in una caverna lontani da tutti e da tutto.

Ma io non ho alcuna intenzione di ritirarmi in un eremo e darla vinta ai maledetti picoretti, con queste mie considerazioni passo al contrattacco segnalando la grande ipocrisia del pensiero picoretto.

La prima cosa da fare è evidenziare il contesto in cui tutto questo accade: la Rai. Il governo, come sappiamo tutti, è di centrodestra, esiste una legge che consente al governo di nominare i dirigenti Rai secondo le proprie esigenze (si chiama lottizzazione del servizio pubblico, ma questo viene evidenziato solo se governa la destra, se governa la sinistra è tutto giusto e lecito), ma i vertici Rai attuali sono ancora quelli nominati dal precedente governo, quello a maggioranza demo-grillina, la direzione artistica del festival era stata già stabilita durante il governo Traki, quindi il festival appena terminato è stato il colpo di coda di un sistema che al prossimo festival potrebbe non essere più al comando. Da qui ne deriva un estremismo, una faziosità che nemmeno durante gli anni del Minculpop!

Quali sono i temi che il circo sanremese ha portato avanti con maggiore foga? Come direbbe il nostro Nuke the Whales la cosa che emerge prepotente è il “frocismo senza limitismo”. Quindi “artisti”, le virgolette sono obbligatorie, gay o trans dichiarati, i (o le) quali non si vestono da donne ma direttamente da troie, non promuovono una terza via sessuale ma il sesso assatanato, come a dire che i gay pensano solo a quello e basta. Quindi bacy gay e amplessi sessuali mimati in diretta. Ma qualcuno ha mai visto una coppia etero, in passato, fare altrettanto? Se un uomo e una domnna avessero fatto la metà di quello che i “ghei” hanno fatto in questo festival, le critiche da parte dei padroni del discorso si sarebbero sprecate!

E le donne, in tutto questo?

Beh, la sinistra si riempie la bocca con i diritti delle donne, le donne devono avere più centralità nelle decisioni, più potere, più diritti e più opportunità, ma il festival della sinistra picoretta cosa fa, tiene fede ai suoi proclami? Ma neanche per sogno!

Il direttore artistico, presentatore, “faso tuto mi” è un uomo, Amadeus. La sua spalla fissa, un uomo, Gianni Morandi. Le donne relegate a comparse intercambiabili. Chi ha vinto? Un uomo. Anzi, i primi 5 sono tutti uomini. I premi speciali? Tutti a uomini. I monologhi delle donne? Spesso contentini senza sostanza o addirittura contro le donne che fanno le donne. Non una parola in favore della prima donna a capo di un governo in Italia. Del resto basti vedere quello che succede per le votazioni del nuovo segretario del PD: c’è finalmente una donna in grado di prendere il comando del principale partito della sinistra italiana, a differenza del passato in cui le donne candidate erano solo delle comparse di comodo, ma alla fine prevarrà il testosteronico e dal look “ducesco” Bonaccini. Al solito la sinistra si riempie la bocca di slogan fasulli ma alla fine si fa rubare la scena dalla destra, ma guai a parlarne! L’ipocrisia ai massimi livelli. Alla fine chi la prende in quel posto sono sempre e solo le donne, i cui diritti vengono dopo quelli degli uomini, che saranno anche gay ma sempre uomini rimangono.