Da https://tass.ru/mezhdunarodnaya-panorama/20088191 apprendiamo che il ministro degli Esteri ucraino Dmitri Kuleba necessita di munizioni dai paesi europei per sopperire alla carenza in Ucraina.
Macron si impegna affinché nessuno abbia l’impressione che le cose stiano andando male per Kiev dopo i recenti fallimenti sul campo di battaglia (Kupyansk e Avdeyevka). Zelensky si lamenta che Kiev perderà ancora più territorio e uomini al fronte senza l’aiuto di Washington (in un’intervista alla NBC). Il leader ucraino ha espresso la speranza che Washington non cambi la sua rotta nei confronti di Kiev in caso di vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali americane di novembre. Dmitri Kuleba ha attribuito la carenza di munizioni agli alleati occidentali di Kiev, che hanno aumentando troppo tardi la propria produzione di armi.
Ha nuovamente invitato il governo tedesco a fornire al suo paese i missili da crociera Taurus, affermando che i negoziati su questo argomento sono ancora in corso.
Secondo un articolo della rivista Der Spiegel, Germania e India stanno negoziando segretamente un accordo per l’acquisto di munizioni per l’Ucraina. Secondo le informazioni, Berlino sta negoziando con Nuova Delhi per l’acquisto tramite intermediari di granate per il fabbisogno dell’Ucraina. Secondo Der Spiegel, l’India dispone di grandi scorte di munizioni per artiglieria. Secondo la rivista, la leadership tedesca non esclude nemmeno la possibilità di concludere accordi con i paesi arabi, alcuni dei quali dispongono di grandi scorte, per fornire munizioni a Kiev.
Il cancelliere Scholz ha ribadito il suo rifiuto alla consegna di missili da crociera tedeschi Taurus all’Ucraina https://www.spiegel.de/politik/deutschland/ukraine-olaf-scholz-begruendet-ablehnung-der-taurus-lieferung-a-3a43bb97-3709-4e24-80c9-dafb6ca2de75, citando il rischio che la Germania possa entrare in guerra. A differenza dei missili Taurus, che hanno una gittata di 500 chilometri, gli identici missili Scalp e Storm Shadow forniti da Francia e Gran Bretagna hanno una gittata di “soli” 300 chilometri. Scholz teme quindi che i missili tedeschi possano essere lanciati contro obiettivi nell’entroterra russo.
Egli ha detto: “È un’arma a lunghissima gittata. E quello che stanno facendo inglesi e francesi in termini di controllo degli obiettivi e relativo controllo degli obiettivi, non può essere fatto dalla Germania. Tutti coloro che hanno avuto a che fare con questo sistema lo sanno”.
Scholz ha anche affermato che, oltre ai missili, dovrebbero essere inviati in Ucraina anche soldati tedeschi per far funzionare il Taurus. Resta da vedere per quanto tempo la Germania resisterà alle pressioni per mandare in campo i Taurus, non sarebbe la prima volta che cambia idea sull’argomento.
I rapporti tra Israele e Russia si sono incrinati dopo l’inizio della guerra di Gaza perché la Russia ha criticato il genocidio di Israele contro i palestinesi. Ora Israele vuole consegnare per la prima volta attrezzature militari a Kiev.
L’ambasciatore israeliano all’ONU ha annunciato che Israele https://tass.ru/mezhdunarodnaya-panorama/20089873 vuole fornire all’Ucraina attrezzature militari per la prima volta:
<<Israele intende fornire sistemi di allarme missilistico all’Ucraina. Anche il rappresentante permanente di Israele presso l’ONU, Gilad Erdan, ha affermato che l’Iran fornisce alla Russia i droni utilizzati nel conflitto in Ucraina
Israele sta lavorando per trasmettere all’Ucraina sistemi di allerta precoce per attacchi missilistici e droni, ha affermato il rappresentante permanente di Israele presso l’ONU, Gilad Erdan.
“Israele sta lavorando per fornire all’Ucraina sistemi di allarme rapido” per difendersi dagli attacchi missilistici russi e dagli attacchi dei droni, ha detto Erdan all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ha aggiunto che Israele ha inviato all’Ucraina più di 100 tonnellate di “attrezzature umanitarie” nella prima settimana dopo l’inizio del conflitto nel febbraio 2022 e che “centinaia di ucraini sono stati curati negli ospedali e nei centri di riabilitazione in Israele”. Il diplomatico israeliano ha anche accusato l’Iran di fornire alla Russia i droni utilizzati nel conflitto in Ucraina.>>
Da https://tass.ru/mezhdunarodnaya-panorama/20090019 si apprende che il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato, dopo l’incontro, che durante la conferenza era stata discussa la possibilità di inviare truppe di terra dai paesi occidentali in Ucraina, ma che i partecipanti non erano d’accordo al riguardo.
Da https://tass.ru/mezhdunarodnaya-panorama/20090035 il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis afferma che l’invio di forze armate dagli stati europei membri della NATO in Ucraina era fuori questione.
Il primo ministro slovacco Robert Fico ha detto ai giornalisti che alcuni stati membri dell’Unione europea e della NATO stanno pensando di inviare le loro truppe in Ucraina sulla base degli accordi bilaterali con Kiev. Ha sottolineato che la Slovacchia non invierà in nessun caso i suoi soldati in Ucraina. A quanto pare Macron, l’organizzatore della conferenza, aveva già informato i governi partecipanti prima dell’incontro che l’invio delle proprie truppe sarebbe stato uno dei temi della conferenza.
Da https://tass.ru/mezhdunarodnaya-panorama/20090111 Macron nella sua conferenza stampa aveva anche annunciato che gli alleati occidentali dell’Ucraina avevano formato una coalizione per fornire a Kiev armi a lungo raggio: “Stiamo creando una nona coalizione per fornire missili e bombe a medio e lungo raggio”.
Se decidono di fornire all’Ucraina armi che raggiungono l’entroterra russo, la Russia potrebbe inquadrare questi paesi fornitori come Nazioni che si uniscono alla guerra, soprattutto perché queste armi di solito richiedono squadre operative dei paesi interessati. Apparentemente le decisioni di inviare soldati e armi a lungo raggio sono correlate.
L’idea di inviare soldati e missili a lungo raggio in Ucraina su base bilaterale, significa un maggiore coinvolgimento europeo.
Non è mai stata menzionata la NATO. La conferenza riguardava la possibilità per i singoli Stati di inviare le proprie truppe in guerra contro la Russia nel quadro degli accordi bilaterali con l’Ucraina. Dal punto di vista degli Stati Uniti, ciò avrebbe il vantaggio che gli attacchi russi contro questi paesi, in risposta alla loro entrata in guerra, non innescherebbero un caso di difesa ai sensi del trattato NATO.
Quindi la UE sta accettando volontariamente e bilateralmente di unirsi alla guerra contro la Russia?
Di fatto gli Stati Uniti rimangono fuori dalla guerra, siamo noi europei che rischiamo un allargamento del conflitto. Gli Stati Uniti hanno già attuato in passato la strategia di restare fuori dalle guerre mondiali il più a lungo possibile e di intervenire solo quando le parti in conflitto sono indebolite per poi trarre profitto come potenza vincitrice in altre guerre mondiali.
Gli Stati Uniti stanno ripetendo lo stesso gioco, ma non è noto perché alcuni stati europei sono disposti a ripetere questo gioco a proprio danno. Comunque l’incontro formale dei capi di governo occidentali, dove si è discusso l’invio di truppe di terra contro la Russia, segna una escalation senza precedenti.
Mercoledì si riunirà in Transnistria il Congresso dei deputati a tutti i livelli, che in 30 anni si è riunito solo sei volte e ha sempre preso decisioni importanti. La Transnistria farà domanda per unirsi alla Russia?
In Transnistria, una regione secessionista della Moldavia ai sensi del diritto internazionale, nel 2006 si è tenuto un referendum in cui il 97% delle persone ha votato a favore dell’adesione alla Russia. A causa della pressione che la Moldavia ha recentemente esercitato sulla regione separatista, si ipotizza che il Congresso dei Deputati a tutti i livelli potrebbe presentare una richiesta ufficiale di adesione alla Russia.
https://tass.ru/mezhdunarodnaya-panorama/20088655 indica cosa potrebbe succedere domani. Sembra che il prossimo Congresso dei deputati della Transnistria adotterà diverse decisioni volte a prevenire una catastrofe umanitaria nella regione a causa della crescente pressione della Moldavia. Safonov afferma che: “Il governo moldavo sta cercando di trarre vantaggio dalla situazione in Ucraina, che ha chiuso il confine con la Transnistria. L’obiettivo ufficiale di Chisinau è di esercitare una pressione economica e psicologica sulla nostra repubblica. Il Congresso deve agire per contrastare queste pressioni. Voci secondo cui i deputati chiederanno a Mosca di ammettere la Transnistria nella Federazione Russa vengono diffuse dai nostri oppositori per distrarre dalle azioni illegali del governo moldavo. Non vi è alcuna ragione per una tale decisione, perché nel 2006 il 97% dei partecipanti al referendum in Transnistria era a favore dell’indipendenza e del riavvicinamento con la Russia”. Ribadisce che il governo della Moldavia ha revocato i privilegi concessi alle imprese transnistriane nel pagamento dei dazi doganali, contrariamente agli accordi precedenti, imponendo loro essenzialmente un tributo. E le leggi “Sul separatismo” e “Cospirazione contro la Moldavia” adottate dal parlamento moldavo consentono di processare non solo qualsiasi funzionario, ma anche un normale residente della Transnistria.
La settimana scorsa, su suggerimento di Krasnoselsky, il Consiglio Supremo della Transnistria (parlamento unicamerale) ha programmato un congresso dei deputati a tutti i livelli per il 28 febbraio per discutere le pressioni di Chisinau. Il Congresso viene convocato sulla base dell’appello dei deputati delle assemblee consultive di tutti i livelli, preoccupati per il deterioramento della situazione socioeconomica in Transnistria e la violazione dei diritti dei suoi residenti. Tali riunioni sono state convocate su argomenti importanti. Nel 1990, il Congresso proclamò la Repubblica Moldova della Transnistria e nel 2006 decise di indire un referendum nel quale la stragrande maggioranza votò a favore dell’indipendenza e del riavvicinamento alla Russia. Il governo moldavo ritiene infondata la decisione di convocare il congresso dei rappresentanti di tutti i livelli della Transnistria. Lo afferma una dichiarazione dell’Ufficio per la reintegrazione del governo moldavo, incaricato di negoziare una soluzione per la Transnistria. In esso, il governo moldavo metteva in guardia la Transnistria “sulle conseguenze di iniziative avventate”.
Questo situazione comunque espone la Russia a un ennesimo allargamento del conflitto.
Si può riassumere che gli Stati Uniti si sono ritirati da questa rovinosa avventura, al contrario l’UE sostiene volentieri (e a proprio danno) Kiev. Dopo la fallita controffensiva ucraina, la situazione è tale che l’Ucraina ha perso la guerra. L’Ucraina ha troppo pochi soldati e non riesce a mobilitarne velocemente di nuovi. Pochi giorni fa l’Ucraina ha ammesso https://tass.ru/mezhdunarodnaya-panorama/20065081 che senza rotazioni al fronte, non avrà forze sufficienti nemmeno per difendere Kharkov e perfino Kiev.
A gennaio si leggeva di una creazione di uno “Schengen militare”, un “corridoio logistico” per poter trasferire rapidamente le truppe europee, ne si trova conferma su https://www.bmvg.de/de/aktuelles/military-mobility-musterkorridor-fuer-truppenverlegungen-5733066 .
Secondo gli “accordi bilaterali” i singoli stati dell’UE possono concludere accordi con l’Ucraina per inviare soldati a combattere contro la Russia in Ucraina. Naturalmente questi Stati non potranno fare affidamento sulla difesa della NATO in caso di contrattacchi russi sul loro territorio, perché hanno aderito volontariamente ad una guerra.
Infatti il segretario generale della NATO Stoltenberg ha dichiarato subito dopo la conferenza, che la NATO non aveva intenzione di inviare soldati in Ucraina. Formalmente è vero, perché non verranno inviati soldati della NATO. E’ importante capire che i capi di Stato e di governo dell’Unione europea sapevano già, prima della conferenza, che la questione dell’invio di soldati europei sarebbe stata all’ordine del giorno e che probabilmente era stata convocata solo per questo scopo. Quindi questo era stato pianificato da tempo e Macron non ha annunciato nulla di sorprendente.
La politica dei piccoli passi è il dilemma della Russia.
Piccoli passi, sperando sempre che la Russia lasci perdere. Un aumento graduale dell’impegno sperando che ognuno dei piccoli passi in sé non sia visto dalla Russia come un motivo per rispondere, ad esempio, affondando qualcosa nel Mediterraneo con un missile ipersonico Kinzhal.
Ci sono già soldati occidentali in Ucraina che combattono contro la Russia, non sempre in prima linea, ma programmando i missili da crociera che l’Ucraina poi lancia contro obiettivi russi.
Macron annunciando che non esclude l’invio di soldati occidentali in Ucraina, sta essenzialmente solo preparando l’opinione pubblica a una già nota escalation.
Anche sulla imminente consegna degli F-16, dove è impossibile riqualificare i piloti ucraini su questo tipo di velivolo in poco tempo, appare chiaro che gli F-16 verranno pilotati da occidentali. Addirittura in Ucraina non esistono aeroporti per l’utilizzo degli F-16, quindi decolleranno dagli aeroporti della Polonia e della Romania.
Nessuno sa come andranno le cose questa volta, ma dubito che la Russia continuerà a chiudere un occhio sulla nuova politica europea, temo che prima o poi interverrà sul suolo europeo.