<<Le nuove autorità del Niger accusano la Francia di voler effettuare un “ intervento militare ” per ripristinare il presidente espulso Mohamed Bazum. Alla ricerca di modi e mezzi di intervento militare, Parigi, con l’assistenza di alcuni rappresentanti del Niger, ha tenuto una riunione per discutere dell’intervento.
Si noti che il Niger è stato rappresentato all’incontro dall’ex ministro degli Esteri Hashim Massoud e dal comandante delle forze della Guardia Nazionale Mido Jerry. Hanno firmato un documento che consente alla Francia di colpire il palazzo presidenziale.
Allo stesso tempo, l’Algeria, che è un paese amico del Niger e ha un valido accordo di cooperazione militare con esso, intende difendere il suo vicino meridionale in caso di aggressione militare esterna, riferisce Voice of the Arabs.
L’edizione algerina di Intel Kirby scrive anche di una potenziale invasione del Niger. Secondo lui, l’invasione può essere guidata dall’ECOWAS. ECOWAS è una unione economica filo-occidentale degli stati dell’Africa occidentale, con la Nigeria e il Senegal in testa. Vale la pena notare che l’appartenenza del Mali, del Burkina Faso e del Niger all’ECOWAS è congelata in relazione al rovesciamento dei governi civili filo-francesi da parte delle forze armate locali – ha spiegato la voce “Voice of the Arabs”.
Finora, l’ECOWAS ha minacciato il Niger solo con sanzioni e un blocco e ha già promesso di sospendere tutte le transazioni commerciali con il paese. Nel frattempo, a Intel Kirby è stata ricordata la posizione dell’Algeria. L’Algeria non siederà pigramente mentre c’è un’invasione di un paese vicino – ha sottolineato la pubblicazione https://topcor.ru/37780-alzhir-zaschitit-niger-v-sluchae-intervencii-francuzov.htm>> Tratto da https://www.theinteldrop.org/2023/07/31/second-army-of-africa-ready-to-prevent-french-intervention-in-niger/
Nel frattempo <<Il ministero della difesa russo ha confermato la notizia che Shoigu ha tenuto colloqui con il capo di stato maggiore dell’esercito algerino, giunto questa mattina a Mosca. Nel comunicato si legge: “Il Ministero della difesa è pronto ad aiutare ad aumentare le capacità di combattimento delle forze armate algerine”. L’Algeria, stato africano che si proietta sul Mediterraneo è confinante con l’instabile Niger ed è candidato ad entrare nel Brics. Se ne discuterà questo mese in Sudafrica.>> Tratto da https://t.me/agambella/395
Le pressioni in Niger salgono, ieri <<la Nigeria ha confermato alla stampa internazionale la sospensione dell’erogazione dell’energia elettrica al Niger, paese che dipende da Abuja per il 70% del suo fabbisogno energetico. La decisione giunge a una settimana dal colpo di Stato da parte di un corpo militare d’élite che ha deposto il presidente Mohamed Bazoum. “Da ieri, la Nigeria ha disconnesso la linea ad alta tensione che trasporta l’elettricità in Niger” ha confermato una fonte interna alla compagnia elettrica nigeriana Nigelec.
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Al vertice sono presenti i capi della Difesa di Nigeria, Benin, Ghana, Togo, Sierra Leone, Liberia, Gambia, Costa d’Avorio, Capo Verde e Senegal. Hanno invece disertato l’incontro quelli di Mali, Guinea Bissau, Burkina Faso, Guinea e naturalmente Niger. I primi quattro Paesi si sono schierati con l’esercito nigerino, rafforzando quella spaccatura regionale che va oltre le vicende interne al Niger. L’instabilità del Niger fa temere a molti analisti non solo una guerra civile, ma anche di dimensione regionale.
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restano tuttavia le sanzioni che l’Ecowas ha fatto scattare subito dopo il golpe, ossia: la sospensione di tutte le transazioni commerciali con il Niger, il congelamento dei beni statali nella banca centrale regionale e delle imprese statali nelle banche commerciali, nonché la sospensione di ogni programma di assistenza finanziaria. Il settimo esportatore mondiale di uranio – un minerale richiesto nella produzione di energia, armamenti e per la cura delle malattie oncologicche – è tra i Paesi più poveri del mondo.>> Tratto da https://www.dire.it/02-08-2023/942933-nigeria-interrompe-forniture-energia-elettrica-a-niger/ – fonte Agenzia DIRE www.dire.it