Originariamente pubblicato su ExitEconomics

Ieri sera ho dormito male.

Avevo negli occhi la foto di Noa Pothoven, la diciassettenne olandese che aveva deciso per il suicidio assistito.

E mi sono domandato: “Ma in che cazzo di paese sono andato a vivere, che consente ad una diciassettenne di morire?”

E poi: “ma quel pezzo di merda che l’aveva molestata, e anche violentata da bambina, che fine ha fatto? marcisce in galera oppure é in una allegra comunitá di recupero o addirittura é libero e ha messo su famiglia?”.

La seconda domanda non troverá risposta: questa ragazzina per anni non aveva raccontato ció che le era successo. Né i giornali sembrano interessati a scoprirlo. Tra l’altro Noa aveva scritto un libro, dice, per aiutare i ragazzi. Solo che alla fine, proprio lei, non ce l’ha fatta e ha mollato.

Che razza di paese viene considerato Tripla A per la qualitá dei titoli di Stato e lascia morire i propri figli?

Guardiamo all’Olanda come un Paese evoluto, dove la libertá decisionale dell’individuo é sacra, dove la droga leggera é ammessa nei coffee shop, dove gli arabi sono liberi di formare comunitá ghetto come a l’Aja perché c’é libertá di culto, dove la libertá di impresa é massimamente promossa, dove le tasse per le imprese sono al minimo storico e poi…

SEIMILASEICENTOSETTANTADUE casi di suicidio assistito nell’anno passato?

[Fonte: Statistic Netherlands]

Ora ve ne dico un’altra.
In Olanda il sistema sanitario é, di fatto, PRIVATO.
Quindi i medici di famiglia si trovano a gestire un budget annuale per le spese mediche che cercano di non far sforare. 

Non sará per caso che, visti gli alti costi per le cure delle malattie e dei disturbi mentali, é piú facile risparmiare spingendo per il suicidio piuttosto che investire in attrezzature, psicofarmaci, medici e paramedici di supporto per esseri umani piú sfortunati degli altri?

Se metti la Sanitá in mano ai privati, e quindi alle assicurazioni, i casi disperati diventano fastidiose code gaussiane che incrementano sensibilmente i costi e azzerano i profitti. Soluzione buonista? Eccola: “siamo talmente evoluti e rispettosi della volontá del prossimo che ti suicidiamo, con tutti i comfort”. Il fatto che in questo modo diminuiscono i costi per queste Assicurazioni é del tutto marginale, no?

Uno dirá: aspetta, non generalizzare, ci sono casi di neoplasie e malattie neurodegenerative che non lasciano scampo e l’eutanasia é un’atto d’amore e rispetto.

Vero.

Ma guardiamo ai dati: nel 2018, in Olanda, 205 casi di suicidio assistito per malattie nervose. Ci mettiamo dentro anche la depressione.

Ho conosciuto ragazze in Italia che avevano tentato il suicidio: furono prese per i capelli e portate in ospedale e hanno avviato un lungo percorso terapeutico.
Ora sono donne in gamba, con la loro famiglia. Certo, magari dovranno prendere psicofarmaci a vita, fare terapia, ma saranno persone che condurranno una vita normale e piena.

Che senso ha un paese che dice ai giovani: “Se non ce la fate, vi aiutiamo a levarvi di mezzo?”

Che esempio dá? Specie a quegli adolescenti piú fragili di altri che vedono un problema momentaneo come un ostacolo per tutta la vita?

Certo, le statistiche diranno che la gente in Olanda é felice: ovvio, se quelli profondamente infelici li levano di mezzo con leggi di Stato, le statistiche diranno che la situazione é migliorata.

Adesso hanno messo sui bancomat le immagini dei bambini scompars, primo caso al mondo.
Hanno fatto benissimo. Hanno avuto il coraggio di levare un velo su notizie che fanno accapponare la pelle. In Italia sparisce un bambino ogni settimana, e meno di uno su cinque viene ritrovato.
[Fonte]

Poi peró non si investe a sufficienza in strutture di supporto a chi, bambino, ha subito traumi e non ha piú recuperato. Ci sono casi di bambine violentate che poi si tolgono la vita, anni dopo, in Italia.
Ma non fanno notizia. Sui giornaloni “di sinistra” fa notizia invece che sono considerati nazisti quelli che promuovono la castrazione chimica.

Stiamo proseguendo su un crinale pericoloso, che ci porta dritti verso la negazione della vita: a breve, diranno che la cura contro il cancro per gli anziani non giustifica i costi per la collettivitá visto che l’aspettativa di vita residua é minuscola.

Numeri, non persone.
Statistiche, non popoli.

E, a scanso di equivoci, ci tengo a chiarire che non sono religioso. Profondamente laico, credo nella ragione professata dagli antichi greci come luce nell’oscuritá, ma un bambino é il futuro e ogni risorsa va investita nella sua protezione e crescita.

Lorenzo Marchetti