
In informatica, un Single Point of Failure (SPoF) – elemento unico di cessazione del funzionamento – è un componente hardware o software senza il quale il sistema cessa di erogare il servizio per il quale è stato concepito.
Tale concetto può essere applicato anche al di fuori dell’informatica: un esempio di SPoF comprensibile a chiunque è il cuore umano, senza il quale si cessa di vivere, mentre i reni quanto meno sono in ridondanza, ovvero ve ne sono due e se uno di essi smette di funzionare la vita non è in pericolo.
Negli ultimi tempi, a causa della crisi dell’approvvigionamento energetico – iniziata ben prima della guerra in Ucraina, come le bollette di elettricità e gas hanno dimostrato anche ai più distratti – si è iniziato ad intuire quanto l’energia elettrica sia importante nella società contemporanea.
L’elettricità però è possibile produrla in svariati modi: dighe, centrali a combustibile fossile, solare, eolico e così via; inoltre il suo trasporto può essere ridondato. Quindi – in teoria – non sarebbe uno SPoF.
Sembra però che, almeno in Europa, si stia mettendo un grande impegno per renderla tale attraverso politiche energetiche che implicano l’abbandono troppo rapido dei combustibili fossili e del nucleare per fonti cosiddette rinnovabili ma inaffidabili in quanto dipendenti da sole, vento, correnti marine e quant’altro, oltre che insufficienti a breve e medio termine a coprire il fabbisogno di energia, considerato che si tratta di tecnologie ancora inefficienti rispetto ai costi materiali, energetici ed economici di produzione e al consumo di spazio delle installazioni.
Un semplice esempio dei problemi che si potrebbero avere con l’abbandono del fossile sono le automobili elettriche: in caso di interruzione o carenza di energia, esaurita la batteria tali vetture smetteranno funzionare; per contro, le automobili con motore a combustione interna possono essere rifornite molto facilmente anche solo per mezzo di una tanica di combustibile recuperata in modo fortunoso, permettendo così quanto meno di non restare fermi in mezzo alla strada o, in caso di mezzi da guerra, nel bel mezzo di un combattimento.
Non a caso gli ospedali dispongono di generatori elettrici di emergenza, guarda un po’ alimentati a combustibile fossile, poiché un’interruzione anche breve dell’elettricità dalla rete potrebbe costare la vita ai pazienti in sala operatoria o collegati ad un dispositivo vitale.
Ma l’energia elettrica, come abbiamo visto, può quanto meno essere ricavata da fonti diverse, quindi un bilanciamento intelligente delle fonti di produzione e l’utilizzo di tecnologie ibride potrebbero attenuare gli eventuali problemi.
Un vero e proprio SPoF sta invece diventando la rete Internet, che dipende a sua volta per il suo funzionamento dall’energia elettrica.
La maggior parte del mondo si sta dirigendo a rotta di collo verso l’identità digitale, la moneta digitale, le blockchain[1], i dispositivi sempre connessi (Internet of Things[2]), la domotica, il lavoro e la didattica a distanza, dati e programmi in cloud, e così via.
La rete Internet, al contrario di ciò che si pensa, è sempre più vulnerabile: oltre alla mancanza di energia elettrica un attacco informatico in grande stile, interventi governativi, la carenza di componenti per il ricambio fisiologico di ciascuna parte dell’infrastruttura (prodotti in gran parte in Cina con materie prime di approvvigionamento sempre più critico) e persino interventi bellici come la messa fuori servizio dei satelliti o impulsi elettromagnetici (EMP[3]) potrebbero in pochissimo tempo letteralmente sconvolgere le nostre vite per periodi anche lunghi.
La carenza di microprocessori tra l’altro, iniziata con i blocchi decisi dai governi nel 2020, sta raggiungendo livelli sempre più preoccupanti in seguito al conflitto scoppiato in Europa dell’est, essendo l’Ucraina e la Federazione Russa importantissime per produzione di materie prime come neon, nickel e palladio[4].
Si possono quindi immaginare quali sarebbero alcune delle conseguenze di un malfunzionamento di Internet in quanto SPoF:
- Identità digitale? senza connessione non potremo neanche più dimostrare chi siamo, mentre una carta d’identità, una patente di guida o un passaporto cartacei funzionerebbero senza problemi
- Moneta digitale? non avremmo neanche più un centesimo a disposizione per comprarci un caffè… negli ultimi anni se ne è avuto qualche assaggio[5][6]
- Servizi vari? a quasi tutti è capitato almeno una volta di recarsi in un ufficio (per esempio le Poste[7]) e sentirsi dire che il terminale non riesce a collegarsi e quindi di aspettare o tornare un altro giorno
- Blockchain applicata per esempio alle proprietà immobiliari? non saremmo neppure in grado dimostrare di essere proprietari di casa nostra
- Dispositivi connessi? potrebbero smettere di funzionare
- Domotica? potremmo non essere più in grado nemmeno di tirare su o giù le tapparelle di casa
- Lavoro e didattica a distanza? interrotte
- Telefoni? eh si, anche i telefoni smetterebbero di funzionare: le compagnie telefoniche, nella loro rete, utilizzano ormai quasi sempre la tecnologia VoIP (Voice over IP[8]) tra le loro centrali
E così via, dalla logistica alle email, dalle banche dati più disparate (addio foto dei micetti…) ai servizi on line. E molto altro che, anche se non lo sappiamo, necessita ormai sempre più della connessione per funzionare.
Estremamente preoccupante è inoltre la tendenza a obbligarci a “trasferire” l’identità dalla nostra persona a un telefono cellulare, o meglio al numero di telefono ad esso associato, che si incammina a diventare lo SPoF per eccellenza: ormai, con la consueta scusa della sicurezza, con l’imposizione sempre più pervasiva della doppia autenticazione per accedere a caselle di posta elettronica, conti bancari, servizi SPID[9] e quant’altro, sempre di più il telefono cellulare si sostituisce a noi nella verifica della nostra identità da parte di macchine che non conoscono compromessi e con le quali non è possibile dialogare per risolvere i problemi. E soprattutto che non sono neanche minimamente sotto il controllo del proprietario dell’identità.
Il risultato è che, paradossalmente, la sicurezza dipende sempre di più da un unica apparecchiatura elettronica attraverso la quale è possibile sostituirsi al vero possessore senza controlli ulteriori e che si basa su una tecnologia, quella dell’informatica connessa in rete, nella quale l’unica cosa sicura è che nulla è sicuro[10][11][12][13].
Si potrebbe così arrivare ad espropriare l’essere umano da sé stesso, mettendo tutto ciò che è e che gli appartiene in associazione diretta con numero di telefono (che non è altro che un codice) che non potrà mai essere sotto il suo controllo in quanto il telefono cellulare è solo un terminale di un sistema complesso associato a tale numero. E la maggior parte di noi neppure sa come funziona e chi realmente controlla il sistema al quale fa riferimento il terminale.
Ora, non è dato sapere se coloro che gestiscono tutto questo e spingono verso una dipendenza pressoché totale dalla connessione Internet e dai telefoni cellulari, e verso tecnologie di produzione dell’energia elettrica costose, incostanti e quindi inaffidabili siano imbecilli, ignoranti, ingenui, incoscienti, abbiano scopi maligni o siano semplicemente avidi. Non è questo lo scopo del presente articolo.
Quel che è certo è che occorre avere la consapevolezza della possibilità che i problemi descritti in questo breve articolo si concretizzino all’improvviso e prepararsi, per quanto possibile, delle alternative che non facciano della connessione alla rete (e dell’energia) uno SPoF totalizzante. E magari opporsi alla corsa verso un sistema imposto dall’alto sempre più pervasivo e complesso, e proprio per questo di giorno in giorno più fragile e insicuro.
BY M.D.G.
- [1] https://blog.osservatori.net/it_it/blockchain-spiegazione-significato-applicazioni
- [2] https://blog.osservatori.net/it_it/cos-e-internet-of-things
- [3] https://it.wikipedia.org/wiki/Impulso_elettromagnetico
- [4] https://valdaiclub.com/multimedia/infographics/semiconductor-market-changes/
- [5] https://www.ilgiorno.it/economia/bancomat-disservizi-non-funziona-1.7572210
- [6] https://www.ecodellalocride.it/news/unicredit-di-nuovo-down-difficolta-per-home-banking-e-bancomat/
- [7] https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-06/nuovo-blocco-computer-uffici-154554.shtml?uuid=AaI8FcdD
- [8] https://it.wikipedia.org/wiki/Voice_over_IP
- [9] https://www.spid.gov.it/
- [10] https://www.wired.it/article/abi-ransomware-associazione-banche-italia-sicurezza/
- [11] https://www.datamanager.it/2015/09/perche-il-pentagono-classifichera-le-minacce-informatiche/
- [12] https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/02/attacco-hacker-lazio-lesperto-di-sicurezza-informatica-non-trattare-scelta-giusta-ripristino-in-altri-casi-servite-settimane/6281021/
- [13] https://www.pandasecurity.com/it/mediacenter/sicurezza/previsioni-2022-2/