Et vero in dissensione civili, cum boni plus quam multi valent, expendendos cives, non numerandos

(Cicerone)

Il vostro Nuke, nocchiero nel mare in tempesta torna da voi, con il solito raccontino, piccola povera cosa, ovviamente. Assolutamente non correlata con fatti e persone reali. Almeno lo spero. Lo spero Tanto.

Spasmi.

Oggi io , Fratello Ermanno, prendo in mano la penna e comincio la mia Testimonianza, il sacro rituale che ci rimanda agli anni oscuri, quelli degli Spasmi.

Io c’ero, e ho visto cosa accadde in quegli anni terribili, pieni di orrore e di delirio.

Tutto cominciò il 14 luglio del 2024, quando finalmente l’umanità si stava riprendendo da una “terribile piaga”, che altro non era se non una forma di influenza. Se avessimo saputo , anche solo immaginato cosa stava per succedere…


Quel giorno era tutto tranquillo, un calda giornata d’estate, tutto ebbe inizio lì. A Strasburgo, in piazza Kléber. In un angolo della pizza  un tal Walter Picoret, dipendente della defunta comunità europea si dirigeva verso la sua abitazione, poco distante. Non sappiamo l’orario, né la posizione esatta, gli storici ipotizzano che  fosse nell’angolo vicino al negozio Apple o di Starbucks, ma ciò non ha importanza, ormai Walter non esiste più, e neanche quelle due aziende.

Quello che venne chiamato dagli studiosi come soggetto zero, si fermò improvvisamente in mezzo alla piazza, si guardò intorno con occhi allucinati, buttò a terra il suo zaino, si tolse camicia e scarpe e iniziò a danzare, con movimenti incontrollati, ad occhi chiusi, al ritmo di una musica che solo lui sentiva. Mugolava piano e batteva a terra i piedi con forza, seguendo una specie di ritmo.

Continuò così per ore, senza guardarsi in giro, e senza fermarsi un attimo, tra lo scherno dei passanti, che, al massimo , lo riprendevano con il telefonino.

Solo dopo parecchie ore i suoi movimenti inconsulti  finalmente attirarono l’attenzione delle autorità.  Una delle classiche ambulanze arancioni e alcuni poliziotti si avvicinano al soggetto zero, cercando di comunicare con lui. Fin dall’inizio appare chiaro che fosse per lui impossibile rispondere alle domande, pareva non accorgersi neanche della presenza degli agenti. Gli agenti stessi con riluttanza si avvicinavano a lui, il suo ballo, insensato e scoordinato attirava l’attenzione, e già decine di persone lo circondavano e lo guardavano affascinate. Inutili le esortazioni degli agenti, neanche gli spettatori parevano accorgersi di loro, se lo facevano lo facevano con fastidio, come ipnotizzati dalla danza.

Quello fu un momento cruciale, ripreso in modo indistinto dalle telecamere di sorveglianza della piazza. Tutti noi lo abbiamo visto, nei giorni successivi.

Un movimento improvviso, alcuni agenti cercano di atterrare il danzatore, e alcuni dei presenti cercano di impedirlo, in preda a rabbia furiosa.

La lotta dura pochi attimi, e presto accade qualcosa di incredibile, due degli agenti e alcuni dei presenti cominciano a spogliarsi, a togliersi le scarpe e si uniscono alla danza, nel silenzio attonito che improvvisamente ricopre la zona.

I movimenti non sembrano più così improvvisati, ma seguono uno strano ritmo, ognuno dei danzatori ha gli occhi chiusi e rivolti verso l’alto, ma la coordinazione è quasi soprannaturale. diventa difficile distogliere lo sguardo, mentre guardi i Danzatori, così come saranno chiamati da allora.

I media danno grande risalto alla notizia,ma, presto smettono di farlo, quella che è iniziata come una stramberia diventa una cosa seria.

I media parlano poco di quello che diventa “l’incidente francese”, una sorta di follia collettiva che colpisce molte persone. Una follia da cui si guarisce, dicono.

Le notizie arrivano a tratti, da quelli che una volta si chiamavano siti “cospirazionisti”. Parlano di migliaia , di decine di migliaia di Danzatori all’opera in tutta la zona, ormai persino le strade fuori dalla città sono coperte di corpi che si dimenano all’unisono, nel silenzio quasi totale che li circonda. Droni illegali sorvolano la città e rivelano i corpi sudati e agitati che si dispongono in misteriose coreografie visibili solo dall’alto, una sorta di “mandala umano”.

I governi finalmente accettano di diffondere la notizia, la situazione è grave, i morti sono ormai raccolti in fosse comuni, troppi persino per contarli. Volontari scelti con cura tra le poche persone che si ritengono immuni alla Danza vagano tra la folla dimenante a raccogliere corpi e a cercare di distribuire acqua e cibo.  Ogni tanto qualcuno di loro si unisce alla moltitudine, persino l’immunità è relativa.

Poi accade quello che tutti potevano aspettarsi, con il senno di poi. La tragedia diventa normale, problema di qualcun altro lontano e distante, e si tramuta in spettacolo.

Telecamere riprendono i danzatori, una marea di corpi di tutte le età e i colori, vecchi, donne e bambini, tra gli altri.

Musiche sempre diverse cercano di dare un senso alle loro azioni, in una serie di video streaming in diretta del tutto illegali e facilissimi da guardare. 

Alcuni addirittura organizzano dei “rave party” altrettanto illegali per “celebrare” la Danza.

Cosa poteva accadere, fratelli miei, se non quello che poi è inevitabilmente successo?

Quasi contemporaneamente, in tutto il pianeta altre persone, di tutte le età, razze, e sesso immagginabile cominciano a Danzare.

I nuovi danzatori si riuniscono in gruppi nelle piazze e continuano il loro movimento allo stesso tempo coordinato e insensato, fino a morirne.

Milioni di persone ogni giorno si uniscono ai Danzatori, i governi cercano di trovare una soluzione, in alcuni casi si è arrivati a cercare di uccidere e persino a bombardare i danzatori, ma senza risultato se non accelerare la fine.

Appare chiaro che ormai l’unica possibilità di salvezza è la fuga, cercare di trovare un rifugio lontano da tutti, nelle foreste e nelle campagne. 

Molti si sono uniti ai Danzatori, ma rimanendo in qualche modo lucidi, questi cercano di rapire i “traditori”, come chiamano quelli che si rifiutano di danzare e li costringono ad unirsi alla massa dimenante che venerano.

Milioni di persone riescono a fuggire , rimanendo per giorni, anche per mesi  nascosti in piccoli gruppi in località isolate. Lontano dalla gente, da internet e dalla comunicazione con il mondo esterno. l’unica possibilità di sopravvivere, ormai. Gli altri miliardi, la quasi totalità della popolazione umana muore di fame, sete e stanchezza in poco tempo. A fine settembre era ormai finita e  ci si avvicinava alla nuova Normalità. 

Un mondo rigidamente controllato, dove ogni persona che si mette a ballare, per qualsiasi motivo, viene eliminata in fretta dalla Milizia, che organizza e controlla rigidamente ogni aspetto della nostra vita.

Sia Lode ai Sacri Custodi che vegliano ogni giorno su di noi!.

By Nuke , Colui che non sa ballare. di Liberticida e Orazero.