“Quegli stupidi non sono stati neppure capaci di immaginare una negazione di Dio così forte… neppure in Europa c’è o c’è mai stata una forza di espressione atea pari a quella da me descritta… il mio osanna è passato attraverso il grande crogiolo del dubbio”
Dostoevskij – Quaderni e taccuini – 1860-1881 – Vallecchi Firenze 1980 pag. 424

Le persone si conoscono solo in una libera rivelazione che è illuminata dalla Grazia talché, al di là di qualsiasi contesto, esse divengono dei misteri che si debbono disvelare nel recupero della propria unicità. L’unità della persona vivente nella piena libertà, trova la sua finalizzazione nella sua armonia, non nel recupero della propria individualità, ma nella consustanzialità teandrica con la Libertà Spirituale.

Molti filosofi come Jaspers hanno posto il problema dell’ontologia della libertà nell’esistenziale. Tuttavia sia Heideggers che Jaspers lasciano aperta la domanda su cosa sia l’uomo e “perché nella sua esistenza e nel suo destino si rivela la struttura dell’essere1?

“Per Pareyson il “succo dell’esistenzialismo è la scelta esistenziale, in cui coincidono scegliersi ed essere scelti2.”

L’ontologia della libertà è la mistica degli scelti, dei predestinati, di coloro che, nel proprio cuore, aspirano ad una maggiore conoscenza del vero, ad andare al di là delle contraddizioni del mondo.

In tal modo costoro conoscono l’ex-tasia che è l’incontro con Dio Bellezza Creatore del mondo.

“Losskj amava utilizzare in proposito l’esempio dell’opera d’arte: «quando diciamo – è Mozart o è un Rembrandt, ci troviamo ogni volta in un universo personale che non ha equivalenti altrove3». È necessario il rifiuto dell’intellettualismo, così come dello scientismo positivista, per volgersi verso un’idea rinnovata affinché la filosofia ritorni a parlare la lingua viva dell’esperienza della Libertà Teandrica.

Chi è libero?

Non è politicamente libero colui che affida la propria libertà agli urlatori delle “libertà del mondo” ed in nome di queste “libertà” viene schiavizzato pur avendo la sensazione di sentirsi libero.

Non è il filosofo moderno e post-moderno perché confuta in modo totalizzante l’idea di una “libertà” che è espressione della sua propria filosofia che può proporsi come decostruzione dell’idea spirituale (vedasi J. Derrida4 o Marcuse5 concentrato “sul principio del piacere” ad esempio).

Non comprende la Libertà nemmeno Hegel perché la vede come libertà razionale:

“la libertà giunge così a essere volontà razionale, che supera la prospettiva individualistica, agisce nelle istituzioni politiche e le orienta alla realizzazione dello Spirito lungo l’intero svolgimento del divenire storico”. Egli afferma “Ma l’idea di libertà, secondo Hegel, si realizza pienamente soltanto nel mondo cristiano-germanico, ossia nell’epoca moderna, perché con il cristianesimo si afferma nella storia il principio che l’uomo è libero per natura, cioè semplicemente in quanto è uomo. Il rilievo dato alla religione cristiana non ha come risultato una connotazione religiosa del sistema hegeliano, ma piuttosto la completa secolarizzazione del cristianesimo. Il principio della libertà di tutti enunciato dalla riforma protestante trova infatti il proprio compimento con la rivoluzione francese: alla filosofia e non più alla religione è affidato il compito di portare a piena consapevolezza il contenuto di libertà espresso dall’epoca moderna”.

C’è una libertà apparente, quella dell’uomo posseduto, che ci porta totalmente al fuori di noi, che ci divide dagli altri, da noi stessi e da Dio. Si è liberi di fare tutto…tranne ciò che è bene. Così il giorno si confonde con la notte, cerchiamo la vita dove regna la morte…tutto è nelle nostre mani ma finiamo per farci del male da soli.
Per questo Gesù viene a cercarci ovunque noi siamo…anche in territorio pagano, anche quando siamo “posseduti da uno spirito impuro”,  quando seguiamo ciò che non è bene per noi, ciò che ci rende meno umani, meno fraterni, meno figli di Dio. Gesù ci raggiunge in questa lontananza, si fa vicino per scacciare il male, viene a liberarci da ciò che davvero ci lega. Così colui che era stato indemoniato recupera in pienezza la sua dignità di uomo, è seduto, vestito e sano di mente, e in più è testimone e annunciatore della misericordia del Signore, strumento perché altri incontrino la libertà di Dio testimone. Eb. 11,32-40-Sal. 30-Mc. 5,1-206

Il recupero della dignità personale è il recupero della piena libertà di poter osservare il mondo al netto delle false filosofie, per corroborare una propria e meditativa visione del mondo. La natura appare quindi nella sua consustanzialità col Creatore, consumando nel fuoco della Verità la forma satanica trasformata in essere adorato da parte del mondo deicida ecologista, animalista e sostenibile che è la nuova forma satanocratica per aumentare il senso di colpa dell’uomo e re-dirottare i pensieri.

Amare il Creato al posto del Creatore è idolatria.

Nell’amore a Dio Creatore si rispetta tutto il Creato.

Le persone si conoscono solo nella loro rivelazione che è illuminata dalla Grazia donata nella Libertà Divina.

Gli individui inconoscibili sono coloro che sono stai atomizzati dalle filosofie del mondo e dalle decostruzioni anti-ontologiche che sono idolatrie. I figli delle idolatrie sono ideologizzati per una falsa “etica del bene unico e sostenibile”.

La confusione del Bene col male, operata dai figli del male, si autodistrugge nel recupero di un’amicizia abramitica con la TriUnità.

“La persona, quella persona concreta, esiste non per i tratti che ha in comune con tutti, non perché ha due occhi come tutti, ma per l’espressione non condivisa dei suoi occhi, che non si trova in nessun altro… “Nella persona umana ci sono molti elementi di genere, c’è molto che appartiene al genere umano, molto di storico, di tradizionale, di sociale, di classe, di familiare, di ereditario e di imitativo, molto di «comune». Ma ciò è precisamente il non «personale» nella persona. Il «personale» è originale, legato alle prime sorgenti, autentico. La persona deve compiere atti autonomi, originali, creativi, e questo soltanto la rende persona, costituisce il suo valore unico. La persona deve essere l’eccezione, nessuna legge le è applicabile. Tutto ciò che appartiene al genere o che è ereditario è solo il materiale per l’attività creativa della persona. Tutto il peso caricato sull’uomo dalla natura e dalla società, dalla storia e dalle esigenze della civiltà, è un ostacolo posto davanti a noi, che necessita di resistenza e di creativa trasformazione in qualcosa di personale, di unicamente personale. I tipi umani di gruppo, di ceto, di professione, possono essere forti individui, ma non persone in senso forte. La persona nell’uomo è la vittoria sulla determinazione del gruppo sociale. La persona non è sostanza ma atto, atto creatore. Ogni atto è atto creatore, un atto non creatore è passività. La persona è attività, resistenza e vittoria sul peso del mondo, trionfo della libertà sulla schiavitù del mondo… “La concezione greca dell’uomo come essere razionale non si avvicina alla filosofia personalistica. La persona non è solo un essere razionale ma anche un essere libero. La persona è la totalità del mio pensiero, la totalità della mia volontà, la totalità del mio sentimento, la totalità dei miei atti creatori7.”

Lo stesso Max Scheler pone una distinzione chiara tra persona ed organismo, tra essere spiritual ed essere vitale8.

Non tutti gli esseri vitali sono spirituali ma gli esseri spirituali sono sempre vitali perché abbracciano la Vita e non la rinnegano seguendo le forme sostenibili del mondo oggettivato.

Chi rinnega, chi combatte la vita è un essere vitale che con la sua vitalità, vuole distruggere e portare nel suo inferno demolitore le realtà spirituali viventi attorno a sé.

Per tale motivo costui crea delle filosofie che agiscono nel mondo come scimmie di Dio. Sembrano pecore dolci e belanti mentre sono lupi travestiti che prima o poi vengono smascherati perché ha un tempo di vita sufficiente a confondere ma non abbastanza per prevalicare. Ed allora costoro cosa fanno: creano altre filosofie, altre ermeneutiche che lottano l’una contro l’altra dividendo sempre di più il popolo e rendendolo nemico. I figli delle filosofie del tempo vivono nel tempo storico, ma la persona può recuperare la piena libertà quando comprende che le filosofie portano inimicizia ed allontanano gli amici.

Nel dubbio non mi allontanerò dall’amico, ma mi posso distaccare da lui attendendo il tempo in cui ritornerà nella piena amicizia con me, senza essere distratto dal suo legame con coloro che hanno sposato la filosofia dell’inimicizia.

La guerra tra ragione personale e ragione impersonale è la battaglia per la libertà che non può fondarsi su una filosofia dell’evoluzione ma su quella di una trasformazione vale a dire di una trasfigurazione completa9.

La persona non è una categoria biologica ma una categoria etico-spirituale identificabile dall’anima e dalla lotta interiore e vorticosa tra inconscio e subconscio. L’uomo si rivolge alla società con il proprio “io” superficiale il quale è capace di esprimersi ma incapace di entrare in comunione.

L’io esteriore si abbandona alle convezioni del tempo, l’io interiore cerca la soluzione al proprio sé, alla propria libertà alle domande sul processo lento del tempo, al fine di pervenire ad una Luce che riempie la stanzetta, prima vuota, della propria coscienza.

L’io socializzato non è l’io personalizzato; la personalizzazione crea la personalità. La personalità è un unicum, un fattore indipendente e vivente della vita dell’uomo, un mondo cosmico dove avviene la sua trasfigurazione in persona.

La persona è il volto della piena libertà.

L’individuo è parte della massa informe psichica e sentimentale.

Le religioni che massificano sono forme psichiche.

La vera sede di Dio sta solo nella coscienza della persona libera che ha superato le angustie dei pre-concetti filosofici del mondo.

La persona libera vede con l’occhio dell’intelletto e con la Sapienza a lei donata.

La Sapienza non genera problemi ma risposte ai problemi.

Il problema unico della persona è ritrovare la Voce vera dell’Amore che salva dalle filosofie ed ermeneutiche del mondo obiettivato.

Libertà è vedere la realtà.

Prigionia è costruire una realtà sulle false realtà mondane.

I frammenti della falsa realtà si scontrano tra di loro in un caos autodistruttivo10.

Libertà è vedere con pietà il nostro prossimo, vittima delle false realtà ma tendere sempre la mano per una sua liberazione, al fine che realizzi il ritrovamento della sua unità per conseguire la propria vera unica personalità.

La persona è la vocazione spirituale della libertà.

Libertà è saper perdonare, pur nel necessario distacco affinché il perdonato possa avvicinarsi alla Luce del Perdono.

Prigionia è emettere giudizi, senza ammettere che nel tempo storico di vita l’individuo non si possa trasformare in persona perdonata.

Il perdono è la massima espressione della libertà.

Il rancore è figlio della temporalità.

Il distacco è utile per donare tempo a colui che vuole perdonarsi ed essere perdonato.

Chi non accoglie il gesto di libertà rimarrà imprigionato nella cella costruitasi credendosi libero.

La duplicità dell’uomo è scegliere se essere vicino alla propria coscienza che è il Sole che brilla e la vera chiesa inattaccabile, oppure optare per le passioni del mondo che sono prigioni della vita psichica.

Il mistero della persona si risolve solo nella piena libertà che è manifestazione dello Spirito che vive nel volto della persona libera.

La libertà eterna l’infinito nel tempo di vita.

Le contraddizioni del mondo si sfaldano quando l’uomo recupera la libertà della propria coscienza che è il sé unico e non contraddittorio11.

La dialettica della libertà va al di là della necessità e si sposta su un piano esistenziale, un piano spirituale che rimuove l’io superficiale ed il suo potere attrattivo che è potere positivista.

I “lumi” degli illuminati sono tenebre per la persona che vive la sua esperienza esistenziale nella pienezza della libera coscienza di poter vedere ed analizzare con acume il mondo oggettivo e falsificato, nel quale si crogiolano coloro che pensano di essere liberi nella loro schiavitù che è puro nichilismo.

Il nichilismo europeo è l’ultimo baluardo del male che sarà sconfitto dal Dio degli Eserciti attraverso la mano di popoli, che sono stati vittime del male voluto da coloro che hanno finanziato le Rivoluzioni per eliminare l’Eredità di Dio sulla terra. La “società civile” è la prigione che vuole incatenare gli uomini che desiderano ritrovare la piena intimità della vita interiore che è libertà profonda ed indomabile.

La Teoptia di Dio si ha solo quando il cuore dell’uomo diventerà Luce riflettente il Bambino che vive in lui.

5Signore, Dio degli eserciti, fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo?
6Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza. 
7Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini, e i nostri nemici ridono di noi.
8Rialzaci, Dio degli eserciti, fa’ risplendere il Tuo Volto e noi saremo salvi.
9Hai divelto una vite dall’Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli. 
10Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.
11La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i più alti cedri.
12Ha esteso i suoi tralci fino al mare e arrivavano al fiume i suoi germogli.
13Perché hai abbattuto la sua cinta e ogni viandante ne fa vendemmia? 
14La devasta il cinghiale del bosco e se ne pasce l’animale selvatico.
15Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
16proteggi il ceppo che la Tua destra ha piantato, il germoglio che Ti sei coltivato.
17Quelli che l’arsero col fuoco e la recisero, periranno alla minaccia del Tuo Volto.
18Sia la Tua Mano sull’uomo della Tua destra,
sul Figlio dell’Uomo che per Te hai reso forte.
19Da Te più non ci allontaneremo, ci farai vivere e invocheremo il Tuo Nome.
20Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, fa’ splendere il Tuo Volto e noi saremo salvi.
Salmo 80

Il Separatore – ilseparatore@protonmail.com – Ilseparatore@yandex.com

  • 1 N. Berdjaev – “Cinq méditations sur l’existence” – Aubier, Paris, 1936, p. 5
  • 2 ALP [Archivio Luigi Pareyson 1933-2006], u.a. [unità archivistica] 284, T 87/3 [1987], p. 22. – Pareyson, a proposito del nesso filosofia-etica-religione, afferma: «La filosofia dice: si tratta di scegliere o per l’essere o contro l’essere. L’etica consiste nel purificare l’ambiguità messa in luce dalla filosofia facendone un dilemma per la scelta. Io scelgo l’essere. L’esperienza religiosa dice: l’iniziativa è solo divina: è ciò che sceglie me».
  • 3 V. Losskj – “A l’image et a à la ressemblance de Dieu” – Paris 1967 pg. 118
  • 4 Il nome del filosofo Jacques Derrida, nato ad Algeri nel 1930 e morto a Parigi nel 2004, è indissolubilmente legato alla parola decostruzione. Il pensiero e la filosofia di Derrida furono più volte tacciati, soprattutto dai filosofi analitici, di essere troppo oscuri e criptici, fino ad arrivare all’accusa di nichilismo. Il filosofo ha sempre risposto a queste critiche sottolineando come il suo sia un decostruzionismo al positivo, che non mira a distruggere i concetti ma, anzi, ha lo scopo di mostrarne i meccanismi e le trame che ne stanno alla base, rendendoli così più solidi agli occhi di chi vi si approccia. Fonte: https://losbuffo.com/2018/09/29/derrida-e-questa-strana-istituzione-chiamata-letteratura/
  • 5 “Il “principio del piacere” assorbe il principio di realtà; la sessualità viene liberata in forme socialmente costruttive. Questa nozione implica che vi sono modi repressivi di de-sublimazione, a confronto dei quali gli impulsi e gli scopi sublimati contengono una maggior dose di deviazione, di libertà e di rifiuto di dar retta ai tabù sociali. Sembra che tale de-sublimazione repressiva operi davvero nella sfera sessuale, ed alla pari di quanto avviene nella de-sublimazione dell’alta cultura essa opera qui come sottoprodotto dei controlli sociali attivati dalla realtà tecnologica, che diffonde la libertà mentre intensifica il dominio. Il nesso tra de-sublimazione e società tecnologica può forse essere meglio illuminato se si esamina il mutamento avvenuto nell’uso sociale dell’energia istintuale”. H. Marcuse – cap. 3, p. 85 – “L’uomo a una dimensione”
  • 6 Fonte: https://www.bibbiafrancescana.org/2021/02/liberta-di-dio/
  • 7 Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev. “Schiavitù e libertà dell’uomo”. Pg. 228-229 – Bompiani
  • 8 Non possiamo “oggettivare l’essere della nostra persona, ma possiamo tutt’al più raccoglierci e concentrarci in esso” (Scheler, PUC). Così anche le altre persone non possono essere oggettivate, e possiamo comprenderle solo identificandoci con esse, ripetendo con esse i loro atti, ovvero la comprensione non è comprensione di un’oggettivazione ma piuttosto della persona stessa, del suo volere e del suo amore. Lo stesso vale anche per gli atti dello spirito soprasensibile, essere da ammettersi senz’altro se ammettiamo che ci sia un ordine di idee che si realizza nel mondo indipendentemente dalla coscienza umana. Fonte: https://www.scuolafilosofica.com/1667/la-posizione-delluomo-nel-cosmo-1928-lantropologia-filosofica-di-max-scheler
  • 9 1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2 E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». 8Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
    9E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Matteo 17, 1-9
  • 10 “L’«io» superficiale dell’uomo, assai socializzato, razionalizzato, civilizzato, non è la persona nell’uomo, può addirittura essere una deformazione dell’immagine dell’uomo, una chiusura della sua persona. La persona dell’uomo può essere schiacciata, l’uomo può avere molti volti, e la sua immagine può essere inafferrabile. Spesso l’uomo gioca un ruolo nella vita e può essere che non giochi il suo ruolo. Lo sdoppiamento della persona colpisce soprattutto nell’uomo primitivo e nei malati psichici. Nell’uomo medio, normale e civilizzato, ciò acquista un altro carattere, lo sdoppiamento assume un carattere normativo di adattamento alle convenzioni della civiltà ed è provocato dalla necessità della menzogna come autodifesa.”
    Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev. “Schiavitù e libertà dell’uomo”. Bompiani pag. 232-233
  • 11 “Comprese ciò in maniera ottima L. Tolstoj, che metteva sempre in scena la duplice vita dell’uomo, la vita esteriore-convenzionale, piena di menzogna, inautentica, in cui l’uomo è rivolto alla società, allo stato, alla civiltà, e la vita interiore autentica nella quale l’uomo si trova davanti alle realtà prime, davanti alla profondità della vita.”
    Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev. “Schiavitù e libertà dell’uomo Bompiani pag. 231-232