Nuovo capitolo di “real fake news” a distanza di quasi due anni dall’ultimo. Nel frattempo molte cose sono cambiate, tanto nella vita reale che in OZ. Due cose però restano immutate da allora: il PD è sempre al potere, nonostante nel frattempo si siano celebrate elezioni nazionali che hanno visto i Democratici perdere un “culo” di voti. La realtà politica piteca riesce sempre a superare la fantasia, e le notizie “real” benchè possano sembrare “fake” appaiono decisamente più ridicole delle stesse fake create a tavolino allo scopo di sbeffeggiare la politica del bel(ma mica tanto)paese. Per questo motivo, come suggerisce la seconda parte del titolo, gli argomenti trattati sono essenzialmente “real”.

I Traditori

Chi sono I Traditori? Ci sono vari modi di tradire, ma in politica, essenzialmente, il tradimento è inteso come un cambio di interessi e di posizioni in base alla convenienza del momento, finalizzata al mantenimento o alla conquista del potere. Chi promette determinate cose, chi si mostra in una determinata maniera, chi si erge a paladino di una determinata idea, chi ottiene voti proponendosi come il campione di questo o quell’ideale soci-politico-culturale, e poi cambia pelle, colore, maglietta e “anima” per raggiungere il potere o conservarlo, ebbene esso è un traditore.

La storia politica italiana è piena di traditori, ci vorrebbe uno sforzo immane per elencarli tutti, tanto che piuttosto che turarsi il naso e votare il meno peggio, come suggeriva Montanelli, sarebbe più opportuno turarsi il naso e votare il traditore che tradisce (un po’) meno. Ma individuarlo non è cosa semplice.

Nel frattempo stilo un piccolo elenco che individua i traditori più emblematici degli ultimi tempi:

Si può considerare un traditore chi ieri spingeva per l’uscita dell’Italia dall’euro e oggi dice che l’euro non è in discussione. Chi ieri si dichiarava orgogliosamente sovranista, che voleva fondare un potente fronte sovranista europeo, per contrastare il potere dell’establishment, e ora vuole entrare nell’establishment. Ieri sentiva la necessità di “buttare giù tutto, perchè non funziona ed è uno schifo” mentre oggi vuole riformare il tutto dall’interno!

Ma i traditori sono anche chi prometteva ieri un referendum sull’euro e oggi ha letteralmente insabbiato tutto. Chi giurava che non si sarebbe alleato con nessuno, e invece oggi si allea con chiunque. Chi ieri voleva aprire le istituzioni come una scatoletta di tonno e oggi i tonni pescati all’amo sono loro.

E che dire di quelli che ieri apostrofavano un certo movimento politico come una accozzaglia di ignoranti, populisti, nazi-fascisti e da evitare come la peste mentre oggi li considerano una costola della sinistra, con cui non solo fare un governo ma anche eleggere un Presidente e fare una alleanza stretta e duratura? Traditori!

E chiudiamo con il leader traditore, colui che avrebbe abbandonato la politica se un certo referendum fosse andato diversamente da come desiderato, e che, nemmeno a dirlo, è più che mai tra i coglioni! Colui che “mai abbandonerò il mio partito” e subito dopo lo lascia e ne fa uno tutto suo. Che ieri diceva che non avrebbe mai fatto un governo con una determinata formazione politica e che invece, quando le convenienze lo hanno richiesto, è stato il principale artefice di un governo in alleanza proprio con quella forza politica. E che un domani, chissà se le condizioni glielo consiglieranno, potrebbe fare un accordo con l’altra forza politica più detestata di sempre.

E questo può tranquillamente essere fatto, ieri come oggi, oggi come domani, perchè, in fondo, l’elettore italiano medio ha la memoria di un pesciolino rosso, e quando le convenienze lo richiedono, dimentica il passato.

Si legge poco? Tagliamo gli sconti sui libri!

Sembra una boutade, ma non lo è. Approvato il ddl promozione lettura. Il Senato italiano ha approvato all’unanimità una legge che, tra le altre cose, stabilisce il tetto massimo agli sconti sui libri al 5%, contro l’attuale 15%. Lo scopo dichiarato è quello di favorire l’aumento del consumo di libri in un paese in cui si legge oggettivamente pochino. E per fare questo si causa un esborso per le famiglie italiane di circa 70 milioni di euro in più, sempre che, con la riduzione dello sconto sui libri, il numero di acquirenti non diminuisca.

In realtà lo scopo non è quello di favorire la lettura e l’acquisto dei libri quanto salvare le librerie rendendo uguali per tutti gli sconti applicabili, cioè rendendo meno conveniente l’acquisto su Amazon. L’avessero chiamato ddl salva librerie sarebbe stato più accettabile, ma definirlo ddl promozione lettura sa tanto di presa per il culo.

Partito di lotta e di governo

Vecchia formula coniata da Berlinguer per dire che il P.C.I. col compromesso storico, intendeva proporsi come un vero soggetto di governo, lasciando intatto lo spirito di lotta che lo aveva contraddistinto nei lunghi anni di opposizione dura. Insomma, la classica paraculata all’italiana.

E di paraculata possiamo parlare riguardo all’annuncio da parte del M5s che scenderà in piazza il 15 febbraio per protestare contro il possibile ripristino dei vitalizi per 700 parlamentari e contro la messa in discussione della legge Bonafede sulla prescrizione.

Scusate la mia ignoranza ma, se un partito appartenente alla maggioranza che sostiene il governo, per di più il partito di gran lunga di “maggioranza nella maggioranza” sente la necessità di scendere in piazza per difendere provvedimenti che ha fortemente voluto e fatto approvare, c’è qualcosa che non quadra. Un partito di maggioranza con le palle, dovrebbe fungere da traino per un governo, dovrebbe quanto meno essere chiaro con i suoi nuovi alleati e dire: “Signori, questi sono i provvedimenti che noi vogliamo difendere a tutti i costi, se vi va bene ok, altrimenti ciao e arrivederci”. E invece, la paura di andare ad elezioni e perdere la cadrega vince, persino sul buon senso, e quindi tutti in piazza a protestare contro…contro chi? ma contro il governo! Ridicoli!

Mi si nota di più se faccio più o meno casino?

Matteo Renzi, che da segretario fantasma PD diceva “mai un governo coi 5 Stelle” e da leader di un nuovo partito è stato il principale artefice di una alleanza con i grillini, visti gli scarsi risultati elettorali sin qui rimediati, e i sondaggi non proprio entusiasmanti che danno Italia Viva sotto il 5%, non sa se, per rilanciare il suo partito personale, sia più conveniente sostenere in silenzio il governo, oppure fare casino e proclami roboanti come un qualunque partito di opposizione.

Sulla legge Bonafede, non è un mistero che Renzi sia apertamente intenzionato a non far approvare la riforma della prescrizione. Ma nel mirino del senatore toscano ci sono pure reddito di cittadinanza e quota 100, cioè altri due provvedimenti cari ai 5s. Ora, io mi domando come sia possibile sostenere un governo del quale, in pratica, non approvi quasi nulla? Come è possibile pensare di ottenere maggiori consensi quando fai parte di un governo, lo sostieni e contemporaneamente lo bombardi mediaticamente? Semplice: basta avere la faccia come il c… e sperare che mentre sostieni il governo gli italiani dimentichino che ne sei uno dei principali oppositori. Tutto e il contrario di tutto, in Italia di solito funziona. Se Parigi val bene una messa, una poltrona parlamentare sotto alle chiappe val bene un mucchio di stronzate dette in libertà.

No muri, no allarmismi

Le notizie sul famigerato coronavirus impazzano per il web, spesso creando allarmismi ingiustificati ed episodi di discriminazione nei confronti di persone di origine asiatica, residenti in Italia, che comunque non hanno viaggiato di recente nel loro paese di origine, perchè la paura fa 90 e quando vedi un cinese, immediatamente pensi che sia un appestato. Questo governo, naturalmente è progressista, contro muri nei confronti di chi viene dall’estero, globalista, europeista e per “lascienza” quindi no ad allarmismi ingiustificati e no ai muri. I muri si abbattono, non si costruiscono, sembra essere il motto di questi anti-sovranisti tenaci. Sarà per questo motivo che il governo ha deciso di chiudere ai voli provenienti dalla Cina, unico paese europeo, creando di fatto un muro virtuale nei confronti di chi proviene dalla Cina e aumentando l’allarmismo tra la gente: “se pure il governo decide di chiudere ai cinesi, allora la situazione è grave!”. Enorme naturalmente, l’irritazione del governo di Pechino contro la decisione del governo italiano (sempre per contenere gli allarmismi, s’intende). Peccato che, essendo l’unico paese europeo ad aver adottato una misura così drastica, ed essendo nella UE, dove non ci sono confini per le persone presenti su suolo europeo, se un cinese, magari infetto, atterra a Francoforte, per esempio, questi può tranquillamente arrivare in Italia magari pure mostrando il dito medio al governo Bisconte e i suoi provvedimenti del cazzo!

I deficienti

Il noto fotografo Oliviero Toscani, quello che fa il terzomondista d’accatto perchè fotografa abbronzati con i maglioni Benetton, ha dichiarato alla trasmissione radiofonica”Un giorno da pecora” pochi giorni fa: “a chi interessa che caschi un viadotto?” Già, a chi mai può interessare? e, vista la notizia del deragliamento di un Frecciarossa l’altra mattina, a chi potrebbe interessare che un treno deragli? o che una città venga distrutta da un terremoto? Non certo a Oliviero Toscani, evidentemente. Adesso comincia il fuggi fuggi e le prese di distanza dal deficiente. I Benetton hanno interrotto i rapporti col fotografo, le sardine probabilmente si stanno pentendo di averci fatto una foto insieme. Tra un po’ ci sarà chi negherà di aver mai conosciuto Toscani: “Toscani chi?”.

Io invece vorrei spezzare una lancia in favore del malaccorto Oliviero, vorrei che continuasse a parlare, a dire la sua, perchè tutti hanno diritto di dire le loro minchiate, siamo un paese libero. Ma soprattutto dovrebbero essere lasciati liberi di esternare proprio tutti gli Oliviero Toscani di questo paese, perchè più parlano e più affogano nella loro…ci siamo capiti.

Sugar Tax e Plastic Tax: contrordine compagni!

Di queste tasse etiche e “green” (come va di moda oggi) ne abbiamo parlato. Il governo le aveva proposte allo scopo di invitare i cittadini ad adottare comportamenti virtuosi nei confronti della propria alimentazione, rendendo più care bibite gassate e zuccherate, e nei confronti del pianeta, rendendo meno conveniente l’uso della plastica per imballaggi. I maligni sostengono invece che si trattava delle ennesime imposte mascherate, finalizzate a raccattare più denaro sottraendolo dalle tasche dei cittadini, raschiando il fondo del barile. E i fatti sembrano dare ragione a questi ultimi: le nuove tasse sono così basse (10 centesimi per litro la sugar tax, 45 centesimi per chilo la plastic tax) che non sembrano poter scoraggiare gli acquirenti, che contrariamente agli scopi annunciati dai legislatori, continuerebbero a consumare bevande dolci e involucri di plastica garantendo allo stato nuovi introiti per oltre 1,6 miliardi di euro.

Le notizie recentissime ci dicono che a fronte di proteste da parte di alcune aziende produttrici (la Coca Cola che minaccia di chiudere alcuni stabilimenti in Italia per aprirli in Romania) il governo stia pensando a una specie di marcia indietro e a una “rimodulazione” delle due nuove tasse. Italia Viva, dal canto suo, ha dichiarato che ritirerà tutti i suoi emendamenti, finalizzati a ritardare e boicottare l’iter parlamentare dei provvedimenti, perchè il ripensamento del governo lascia ben sperare per la loro totale cancellazione. Quando si dice un governo con le idee chiare e con gli attributi!

Migranti ed elezioni

Conosciamo tutti, ormai, le vicende giudiziarie che vedono coinvolto Matteo Salvini, riguardanti le sue decisioni prese in qualità di Ministro degli Interni, intese a bloccare gli sbarchi di migranti.

Questo governo, fedele ai proclami fatti agli inizi del suo insediamento, secondo cui la politica sull’immigrazione avrebbe avuto una netta inversione di rotta -e infatti gli sbarchi sono aumentati notevolmente- ha di fatto facilitato l’arrivo di nuovi migranti provenienti coi barconi, al grido tipicamente “picoret” all’insegna di “no muri, porti aperti”. Purchè, naturalmente, non si sia sotto elezioni. Perchè, se una nave ONG arriva nei nostri mari in un periodo molto vicino a una importante tornata elettorale, questi migranti, per cui in passato ci si è stracciati le vesti perchè “quei poveretti venivano lasciati a cuocere sotto il sole d’estate” possono invece essere lasciati tranquillamente a congelarsi il culo al freddo invernale per 5-10 giorni, in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro, che tarda ad essere individuato prima del giorno delle votazioni, ma che miracolosamente e velocemente viene individuato non appena vengono chiusi i seggi. E siccome nei prossimi mesi si terranno altre importanti tornate elettorali regionali, per evitare che anche i più sprovveduti facciano “2+2” il premier Conte farebbe bene a fare una telefonata agli scafisti libici dicendo loro “Bodresde ridardare la bardenza dei migrandi a dopo guesde dade (quelle in cui si vota, ovviamente, n.d.a)?” oppure a contattare i comandanti delle navi ONG invitandoli a offrire ai migranti una bella crociera nel Mediterraneo, abbastanza lunga almeno da consentire al governo italiano la difficile individuazione di un porto sicuro in tempi post elettorali.

E nonostante tutto, lo spread non sale

Ci hanno detto in tutti i modi possibili che il famigerato spread è il termometro con cui viene monitorata la fiducia dei mercati nei confronti del sistema paese: se cala significa che c’è fiducia nei confronti del paese e della sua tenuta economica. Se sale, la preoccupazione dei mercati fa suonare un campanello di allarme. Abbiamo cominciato a conoscere questo termine verso la fine dell’ultimo governo Berlusconi, quando lo spread improvvisamente schizzato alle stelle il Cavaliere alle dimissioni. Dopo anni di lento ma progressiva discesa, lo spread tornò a schizzare in alto in occasione della nascita (guarda caso) del governo giallo-verde. Bastava qualche dichiarazione da parte di un esponente governativo, o soltanto uno starnuto da parte di un qualche sottosegretario, perchè lo spread salisse di diversi punti.

Oggi abbiamo un governo formato per due terzi dallo stesso partito che sosteneva il precedente governo. Abbiamo lo stesso premier. Le leggi che tanto fecero incazzare l’Europa, reddito di cittadinanza e quota 100, sono ancora in vigore, il debito pubblico è aumentato, la crescita è a zero, le forze di maggioranza litigano in continuazione e l’esecutivo appare debolissimo sottoposto a minacce e veti incrociati, l’opposizione più forte a questo governo proviene da forze di governo stesso, con partiti di maggioranza che scendono in piazza contro il loro stesso governo, E LO SPREAD CALA! Se qualcuno aveva qualche dubbio sul fatto che la questione legata allo spread fosse una cosa seria e non una ignobile farsa, forse ora potrà ricredersi.

Nuovo Parlamento e presidente della Repubblica

Da più parti si pronostica che questo governo rimarrà in carica fino alla naturale fine della legislatura, o comunque, se ci sarà un rimpasto, la maggioranza rimarrà composta più o meno dalle stesse forze politiche che sostengono il Bisconte. Le elezioni anticipate sembrano lontane. L’attaccamento alla poltrona, per molti parlamentari che con ogni probabilità perderanno il proprio seggio, e l’obiettivo di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, sembrano il collante che tiene in piedi questa armata Brancaleone. Sappiamo però che è stata approvata una riforma costituzionale che prevede il tagli di due terzi dei parlamentari, cambiando significativamente la rappresentanza degli stessi. Ma se il nuovo Parlamento sarà eletto con i criteri stabiliti dalla riforma stessa, non sarebbe più giusto che ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica fosse il nuovo Parlamento? In parole povere, non sarebbe più giusto sciogliere le camere almeno un anno prima della scadenza del mandato presidenziale di Mattarella? Il buon senso suggerirebbe di rispondere di sì, ma siccome il buon senso non vale quando ci sono in ballo interessi, potere e vantaggi di parte, temo che ci sarà rifilata l’ennesima porcata!