Il progetto “The Voice” nasce nel 2017 con lo “Uluru Statement” nel quale un gruppo di 300 aborigeni si sono fatti promotori di questa iniziativa che, sulla carta, propone di portare la voce (“the voice”) dei nativi aborigeni e Torres Strait Islanders (“first nation people”… così vengono definiti ora…) in parlamento e nelle istituzioni.
Messa così ci sarebbero pure poche obbiezioni al riguardo, ma se si va a rovistare un po’ piu’ in profondita’ tutta l’idea assume contorni poco “romantici”.
Ecco cosa si legge su https://voice.gov.au/ :
<<“A Proposed Law: to alter the Constitution to recognise the First Peoples of Australia by establishing an Aboriginal and Torres Strait Islander Voice.
Do you approve this proposed alteration?”>>
Questo il quesito chiesto agli australiani.
Da notare che l’approvazione di questo progetto comporta una modifica della Costituzione australiana.
Se il “The Voice” diventasse ufficialmente il partito degli aborigeni non avrebbe bisogno di essere modificata nessuna carta costituzionale, non ci sarebbe bisogno di referendum. Probabilmente non ci sarebbe bisogno nemmeno di particolari dibattiti mainstream.
Gli aborigeni possono entrare in parlamento? Certamente, si hanno già membri in entrambe le camere il cui compito dovrebbe essere per l’appunto portare le istanze (giustamente) del loro popolo.
E quindi? Cosa dovrebbe essere il “The Voice”.
La cosa interessante è che NESSUNO lo ha spiegato nel dettaglio.
L’idea a dire il vero era già stata proposta nel 2017 al governo Morrison (Liberal Party) e rigettata perché avrebbe assunto la forma di una “terza camera parlamentare di fatto”: https://www.theguardian.com/australia-news/2018/sep/26/scott-morrison-claims-indigenous-voice-to-parliament-would-be-a-third-chamber
Con l’elezione del nuovo governo laburista, il prime minister Albanese ha fatto del “The Voice” (assieme all’aumento degli stipendi minimi) il cavallo di battaglia della sua campagna.
Per quasi un anno a ruota ci sono state propinate idee, contorsioni mentali, mezze allusioni… ma niente di concreto. Nessun membro del governo si e’ degnato di spiegare nel dettaglio il ruolo di questo “The Voice”.
Punti mai chiariti:
– Come e quanti membri vengono eletti
– Limiti e poteri all’interno (a questo punto) della Costituzione
– Tenendo presente che lo stato ti considera aborigeno se hai almeno un parente stretto di quel ceppo genetico, significa che anche “i mixed race” possono essere eletti? O solo I 100% puri?
La stampa si è schierata da subito col YES, supportato da tutti i maggiori brand, banche, attività commerciali ecc. L’opposizione ha avuto praticamente zero spazio, come ci si poteva aspettare, non si è nemmeno dovuto aspettare molto per sentire i mass media partire a razzo col “rosario” woke (fascista… nazista… filo-Putin) per eccellenza sputato in faccia ai sostenitori del NO.
I poll inizialmente hanno visto un largo consenso per il SI, consenso andato via via scemando con il tempo. Ora i sostenitori di questo The Voice si aggirano (secondo gli ultimi dati) attorno al 35%
E gli aborigeni?
Molti sono a favore, molti contrari, moltissimi non sanno nemmeno cosa sia (dalle mie parti non hanno nessun interesse negli eventi nazionali e/o internazionali. Anche il covid fu snobbato con disinteresse, per questo qui da queste parti non abbiamo praticamente mai avuto lockdown o problemi particolari).
Ci sono due aspetti principali che sembrano spingere al fallimento questo progetto:
– Divisione etnica del paese, con un “ente” accessibile solo da una sola parte della popolazione. Una forma nemmeno troppo nascosta di razzismo.
– La questione delle terre e dei diritti dei nativi aborigeni.
Se il primo punto è “self-explanatory”, il secondo rimane secondo me il VERO motivo per cui tutto questo circo è stato messo in piedi.
La Costituzione australiana (o meglio… LE costituzioni australiane… ma questo merita un articolo a parte) riconosce il diritto di alcune terre agli aborigeni. Queste terre fanno sicuramente gola a tanti (l’Australia è una miniera, non un paese) ed avere una qualche rappresentanza aborigena SCELTA e non eletta (ma anche eletta poco cambia) permetterebbe di mettere le mani su quei diritti intoccabili dalla politica attuale.
Le assurdità concesse ai “blacks” sono incredibili, ma nessuno si è mai fatto avanti nel modificarle o toglierle per non finire nel “tritacarne” mediatico.
Ecco che il problema potrebbe essere risolto facendolo fare direttamente A LORO. Per chi vuole conoscere ancora più nel dettaglio consiglio questo video.
Al momento la Costituzione prevede uguaglianza totale tra tutti i cittadini. Nessuno escluso.
Eppure continuano lotte assurde per minare quel poco di culturale che il paese ha da offrire con “stravaganti” e dubbie iniziative come l’abolizione dell’Australia day
https://www.theguardian.com/australia-news/2023/may/24/geelong-council-victoria-agrees-to-stop-celebrating-australia-day-26-january
Il national sorry day…
https://en.m.wikipedia.org/wiki/National_Sorry_Day
Rinominare luoghi e città con termini aborigeni…
https://www.theguardian.com/commentisfree/2023/jun/10/why-stop-at-fraser-island-many-more-australian-places-should-have-their-offensive-names-changed
https://www.insidethegames.biz/articles/1138407/brisbane-rename-reports
Il referendum si terrà il 14 Ottobre. Il rischio di sorprese è sempre dietro l’angolo.
Stay tuned.