Uau, leggendo gli articoli che parlano del “problema” ghanese, ovvero la gente che defeca in giro, ho scoperto un mondo.

Ovviamente ci si può fermare al problema contingente, ovvero la mancanza di gabinetti privati nel nord del paese.

La lettura di una decina di articoli di antropologia sulla questione spiega molto.

Essenzialmente il problema è dell’etnia più popolosa del paese, gli Akan.

Un loro proverbio recita: “Wonkoa didi a, wonkoa bene“, che significa, letteralmente “se mangi da solo cagherai da solo”.

Si tratta di una popolazione molto sociale, che vede, per esempio, il fatto di consumare i pasti da solo come una punizione oppure il fatto che si nasconde qualcosa.

E i gabinetti?

Essenzialmente si tratta di tribù che vivono nella foresta, o che ci vivevano fino a pochi anni fa.

E qui ci aiutano i nostri amici antropologi che hanno scoperto che nella  lingua Akan lo Sporco si definisce in due modi:

Efi è lo sporco che proviene da fuori, e che deve essere lavato, lo sporco  di un lavoratore della terra alla fine della giornata, oppure il fango che si attacca addosso al bambino che gioca in una pozzanghera.

Atantane è lo sporco che proviene da “dentro” dal corpo, ovvero feci, vomito e sangue mestruale, tanto per fare un esempio. E questo per loro è particolarmente schifoso e detestabile.

Ne consegue che andare di corpo, pur non essendo una azione che richiede intimità, dato che si tratta di popoli molto sociali, e che vedono chi si isola come un fatto negativo, richiede un trattamento particolare degli escrementi.

Vicino a casa non si può, e neanche riciclare la merda come fertilizzante. farlo con la merda umana è un concetto del tutto ridicolo per loro, dato che è “atantane“, ovvero impura.

La loro soluzione è semplice, si scava un buco nel terreno, bello grande e lontano dal villaggio, lo si circonda di pali per aggrapparsi e si va a cagare tutti insieme.

Poi si copre il tutto e si scava un’altra buca, alla bisogna.

E l’urina, direte? quella non è atantane, quindi o la si fa in giro oppure nello scarico della doccia, dove verrà lavata via.

Eppure non è sempre stato così, alla fine dell’ottocento, quando il paese era più ricco, chiamato dagli inglesi colonizzatori la “perla dei territori africani” le case erano più grandi e spesso dotate di gabinetti esterni, pratica copiata dai colonizzatori bianchi.

Poi è avvenuta la fine del colonialismo e l’indipendenza, con il solido codazzo di “padri presidenti” e di dittature militari.

Il Ghana è un paese potenzialmente ricco . pieno di oro, petrolio e tante altre risorse naturali, perlopiù vicine alla costa.

Sono nate miniere e industrie, ma gran parte della popolazione è povera, le strade sono piene di buche, e persino nella capitale interi quartieri sono senza acqua e corrente elettrica.

Ma noi siamo qui per parlare di merda.

Gli immigrati provenienti dal nord, dove si caga tutti insieme, si sono trovati in baraccopoli vicino alle città più grandi. E si sono trovati numerosi a vivere in posti senza conoscere neanche il concetto di gabinetto, per non parlare di fognature.

Lo stato , per cercare di migliorare i servizi ha privatizzato i cessi pubblici.

Non solo, la merda dei bambini che nascono numerosi, circa cinque per donna, è efi, ovvero “pura”. E molti adulti la fanno in giro per non pagare i pochi centesimi di euro di tariffa.

Un grande problema.

Problema stigmatizzato da alcuni rappresentanti politici, soprattutto quelli che fanno riferimento alle altre popolazioni del paese, i Mossi, gli Ewe e i Ga.

Ma non è l’assenza di latrine pubbliche e di gabinetti privati il vero problema del paese.

Il problema del Ghana è che, dopo il 1957, anno dell’indipendenza, tutto sta andando lentamente a puttane.

Le strade sono sempre più piene di buche, servizi essenziali come la distribuzione di acqua potabile e di elettricità sono decisamente scadenti, e almeno un terzo della popolazione vive nella miseria più nera.

La popolazione se ne frega della politica, lasciata in mano di persone non solo ladre, ma decisamente incapaci persino come delinquenti.

Politici che non hanno fatto un cazzo per migliorare le condizioni di vita della popolazione, che per circa il sessanta per cento campa ancora di agricoltura nel nord e di pesca nel sud, alla faccia delle fabbriche.

I politici sono uno specchio del popolo che governano.

Sono i Ghanesi, il problema, pigri, inetti e menefreghisti.

Quando la civiltà arriverà, insieme ai gabinetti, voglio sperare, improvvisamente si creerà il problema di cosa fare della maggioranza che prima campava di agricoltura e pesca. Che si sarà ritrovata  disoccupata per via dell’arrivo di navi da pesca e trattori.

E saranno perlopiù giovani analfabeti e abituati a cagare in compagnia dentro una fossa aggrappati ad un palo.

Scopriranno di essere inutili nel “nuovo mondo” che si sta creando nel loro paese e si recheranno in europa. Ovvero l’unico posto al mondo dove vengono accolti non a fucilate, come sarebbe giusto, ma con un piatto di minestra e un letto.

L’esatta cosa che è successa in nigeria, per esempio, dove tanti testoni abituai a frustare il bufalo dietro l’aratro e a recarsi in campo ciabattando con la zappa a tracolla sono diventati inutili e incapaci di svolgere qualsiasi tipo di lavoro moderno, per indole, demos e istruzione.

Dato che non sono in grado neanche di svolgere lavori tipo pulire i gabinetti della nuova classe istruita che vive nelle città si accalcano nelle nuove megalopoli nigeriane, vivendo in baraccopoli e figliando come conigli.

E sognando il Bengodi dove potrebbero vivere senza lavorare e avere cure mediche gratuite.

Chiaro adesso?

Scritto per gli amici di orazero.org da Nuke di www.liberticida.altervista.org

P.S: nel prossimo post parleremo di medicina in Ghana, e non solo.