Un omaggio per il quarantesimo anniversario di uno degli album più celebri e seminali del rock di tutti i tempi, una concessione a una delle mie passioni di gioventù
Gustavo Kulpe
Chris Harvey – independent.co.uk scelto e tradotto da Gustavo Kulpe
Sono passati 40 anni da quando la Factory Records pubblicò l’album di debutto di un giovane gruppo di Manchester chiamato Joy Division. Unknown Pleasures uscì il 15 giugno 1979, meno di un anno prima che il cantante della band Ian Curtis si suicidasse. Il loro album successivo, Closer, fu pubblicato in versione postuma.
Eppure, a distanza di quarant’anni, sembra ancora quasi incredibile. Com’è possibile che l’album di esordio di un gruppo di goffi ragazzi mancuniani appena ventenni, che stavano ancora perfezionando la loro tecnica strumentale, si trasformi in uno dei più grandi dischi mai realizzati? L’anno prima fu possibile ascoltarli nella compilation “Short Circuit: Live all’Electric Circus” con un brano “punk thrash” con il loro nome precedente “Warsaw”, che faceva apparire The Fall come un gruppo dalla melodia sofisticata e i Buzzcocks come Beethoven.(1)
Quella performance dal vivo, il brano era “At a Later Date”, registrato nell’ottobre del 1977, un anno dopo la formazione della band ma pubblicato solo nel giugno 1978, conteneva la strofa “Avete dimenticato tutti Rudolf Hess!”. All’epoca, questo riferimento al vice di Hitler non fece altro che accentuare l’associazione tra la band con l’immaginario nazista. Il loro EP di debutto, An Ideal for Living, pubblicato anch’esso nel giugno 1978, in copertina riportava un’immagine che ritraeva un membro della Gioventù hitleriana, mentre il loro stesso nome era tratto da un’opera del 1955, House of Dolls, sull’olocausto, sulla schiavitù sessuale delle donne ebree nei bordelli dei campi di concentramento. Era un’associazione che avrebbe richiesto loro del tempo per scrollarsela di dosso. La successiva adozione da parte di Bernard Sumner (chitarrista del gruppo, n.d.t.) di un taglio di capelli alla Hitler jugend – che divenne l’acconciatura post-punk di rigore per i gruppi dell’epoca- e uno pseudonimo con un cognome che suonava tedesco, cioè Bernard Albrecht, che più tardi disse essere una storpiatura di Bertolt Brecht, non aiutò di certo .
Musicalmente però, il salto qualitativo tra “At a Later Date” e Unknown Pleasures fu sorprendente. Delle quattro canzoni che compaiono su An Ideal for Living, pubblicate sulla loro etichetta Enigma, la traccia di apertura, “Warsaw”, con la sua orribile intro “3, 5, 0, 1, 2, 5, Go!” illustra il loro luogo di provenienza. Ma la seconda traccia “No Love Lost” e le sezioni in versi della terza traccia, “Leaders of Men”, cominciavano a mostrare le potenzialità del loro sound. Entrambi i brani davano l’idea di dove potessero arrivare.
Significativamente, la direzione in cui i Joy Division stavano andando include la firma per la Factory Records. Il boss dell’etichetta e conduttore televisivo Tony Wilson fu la chiave del loro sviluppo. Li vide suonare dal vivo nell’aprile 1978 e promise di trasmetterli su Granada TV, cosa che fece verso la fine di quell’anno. Offrì loro anche il modo per rompere con l’etichetta discografica RCA, che voleva interferire con il loro sound. (Anche la Factory si intrometteva, va detto, ma i risultati furono meravigliosi).
Le due canzoni che compaiono su A Factory Sample nel dicembre 1978, al fianco di brani di Cabaret Voltaire e dei Durutti Column (2), mostrano la rapidità del loro progresso. Sia su “Glass” che su “Digital”, le linee di basso di Peter Hook iniziavano a competere per il predominio con la chitarra distorta di Sumner, ma i testi di Curtis erano avanti anni luce: “Feel it closing in/ day in, day out” cantava. L’edizione 2014 dei suoi testi e diari, So This Is Permanence, mostra un artista che distilla la sua scrittura in frasi che precipitano nelle profondità interiori nello stesso momento in cui esplodono verso l’esterno, verso l’esperienza universale. In “Day of the Lords” di Unknown Pleasures, si può avvertire chiaramente questo processo – le note annotate che formano i testi includono i passaggi, “I relaxed from the days filled with bloodsport in vain/ And returned with the knowledge that were two the same”. Questo distico quasi allegro si trasmuta in una sostanza da incubo: “I’ve seen the nights, filled with bloodsport and pain/ And the bodies obtained, the bodies obtained”.
Un demo per la factory fu prodotto da Martin Hannett, un laureato in chimica con la permanente, che aveva già prodotto il seminale EP Spiral Scratch dei Buzzcocks con lo pseudonimo Martin Zero. Sei mesi dopo aver registrato “Digital” e “Glass”, lui e i Joy Division si chiusero negli Strawberry Studios di Stockport, dove i 10CC avevano realizzato “I’m Not Love” per registrare Unknown Pleasures. Stranamente, guardando indietro, come ascoltatore, è difficile non vedere l’iconica copertina nera dell’album con la sua forma d’onda pulsar (realizzata da Peter Saville senza aver ascoltato il disco) come una via d’accesso per la musica. L’oscurità sembra permeare ogni traccia. “Nelle profondità dell’oceano dove tutte le speranze sprofondano, ti aspettano”, canta Curtis in “Shadowplay”, ormai i Joy Division ora sono una rock band completamente formata e la potenza della loro musica sfida qualsiasi tentativo di categorizzarli come tenebrosi o deprimenti.
L’istinto percussivo del batterista Stephen Morris dà al sound la sensazione di una bestia muscolosa pronta a balzare, e la battaglia per la sua anima melodica viene vinta, fin dall’inizio della traccia di apertura, “Disorder”, dal basso di Hook, con note suonate in alto sul collo dello strumento. La chitarra di Sumner entra come un allarme, risuonando con ansia. Non ci sono posti dove rilassarsi, nessuna zona di conforto, niente di tutto questo su Unknown Pleasure.
Hannett diventa chiaramente il quinto membro del gruppo. In “She’s Lost Control”, utilizza suoni di batteria e solidi tappeti chitarristici, nonché effetti di eco che trascinano la voce di Curtis in una risacca di melma subumana o verso l’isteria. La band odiava il modo in cui aveva trasformato il loro suono “forte e pesante” dal vivo, ma in realtà l’aveva reso più potente. (Hook si sarebbe lamentato di nuovo al suono della chitarra tipo “gatto strangolato” che Hannett produsse su “Atrocity Exhibition” su Closer – “Ero come, a testa in giù,” e porca miseria, sta succedendo di nuovo “, ha scritto più tardi .)
A parte gli effetti elettronici su “She’s Lost Control”, Hannett usò tecniche che crearono un sound pieno di riverberi ed echeggianti come se ci si trovasse davvero in uno spazio vuoto; le porte che si chiudono e vetri che si rompono su “I Remember Nothing” creano un’atmosfera di inquietante violenza latente. Lo stesso senso di paura pervade “Insight”, in cui la voce di Curtis notoriamente fu registrata attraverso una linea telefonica. “Non ho più paura”, canta … “Tengo gli occhi sulla porta”, aggiunge, suggerendo il contrario.
Unknown Pleasure in qualche modo costituisce ancora un ponte tra la band che era – “New Dawn Fades” è sicuramente l’apogeo dei Joy Division come rock band – e il suono più ambizioso di Closer, ma rimane completamente diverso da qualsiasi altra cosa prima o dopo .
Superare il senso di impossibilità di comprendere Unknown Pleasure richiede la capacità di vedere personalità opposte convergere su un momento nel tempo. È affascinante vedere Curtis, un artista ispirato che già soffre di epilessia, come chiave di volta di Unknown Pleasure. Ma l’album avrebbe avuto lo stesso suono se Curtis non avesse sposato la sua fidanzata d’infanzia Deborah Woodruff, trasferendosi poi con lei in una casa a Macclesfield, dove fu lasciato solo a scrivere notte dopo notte nella stanza blu che avevano trasformato appositamente per quello scopo? “La carriera di scrittore di Ian è stata fondamentale per entrambi”, scrisse lei in seguito. Sarebbe accaduto se la band non fosse venuta dalla stessa città di Wilson, che aveva una visione di un nuovo tipo di etichetta, in cui “i musicisti sono padroni della loro musica” e avevano “la libertà di mandare affanc…”, o se Wilson non fosse stato partner di un produttore poco noto chiamato Martin Hannett? Sicuramente non sarebbe stata la stessa cosa. Unknown Pleasures è un monumento a un incidente significativo che ha creato un’idea completamente nuova su cosa potrebbe essere la musica rock e pop. Buon compleanno.
(1) The Fall e Buzzcocks, celebri gruppi punk mancuniani contemporanei dei Joy Division
(2) Altri due gruppi post-punk di Manchester. Il leader dei Durutti Column, Viny Reilly fu in seguito, produttore e chitarrista durante la prima parte della carriera solista di Morrisey, cantante di uno dei più celebri gruppi mancuniani di tutti i tempi, The Smiths.