Originariamente pubblicato su ExitEconomics
Ma quanti esperti di economia ci sono in giro?
Ogni volta che guardiamo un talk show, e si invita un sedicente economista, guarda caso questo “economista” ha opinioni su tutto: minibot, lavoro, deficit, debito pubblico, tasse, etc.
Ora, usiamo un po’di logica e buon senso.
Secondo voi, un dentista (dottore) ha competenze per parlare di problemi ormonali (che spettano ad un endocrinologo) o disturbi mentali (competenza dello psichiatra)?
Direi di no. Un dentista ha conoscenze di base su ormoni e cervello, frutto di studi in medicina, ma non può essere invitato ad un talk show a parlare di cose mediche che non gli competono.
Idem per un ingegnere. Io sono ing. elettronico, ma certo non mi metto a parlare per ore di strutture portanti primarie o secondarie (compito dell’ingegnere strutturale), di problemi di produzione di circuiti stampati (oggetto dell’ingegnere di produzione o di materiali e processi). Sì, ho conoscenze anche di strutture, di materiali e processi, ma anche in tema di elettronica, se devo informarmi in merito a specifici problemi di packaging di un integrato, devo ricorrere all’esperto.
Quindi ingegneria e medicina hanno esperti che lavorano e forniscono opinioni qualificate nel loro specifico settore di competenza.
Perché nei talk show fanno parlare su temi macroeconomici e monetari tale Boldrin, che si occupa di microeconomia e sviluppo tecnologico (qualunque cosa significhi ‘sta qualifica)? Tra l’altro si era messo insieme a quel mentitore seriale di Oscar Giannino con quel progetto scassato “fermare il declino”, finito giustamente nella pattumiera della storia dopo due nanosecondi dalla nascita.
Perché intervistano Federico Fubini, membro tra l’altro della Open Society Foundation di George Soros (giá dice molto sulla sua inesistente onestá intellettuale, con la storia non raccontata dei bambini morti in Grecia), che scrive offese all’intelligenza come questo articolo?
La risposta ce l’avrei pure ma la ometto per evitare querele.
Quindi, quando sentite parlare gli economisti, googlate il loro nome e vedete che esce fuori.
Questa é la prima barriera alla disinformazione.
Altra cosa: la realtà dice molto di più della teoria.
L’economia non é scienza esatta, é scienza sociale. Se io metto in orbita un satellite per telecomunicazioni e il ricevitore si “frigge” perché non ha retto le radiazioni, so chi é il colpevole. Il design faceva acqua, il dato transistor non era stato controllato, etc.
In economia, é vero tutto e il contrario di tutto. Esistono teorie, tante teorie. Peró obiettivamente l’euro é stato un disastro. Si stava meglio prima della sua introduzione. E’ un fatto. E infatti tutti i paesi stanno studiando exit strategies…just in case.
Quindi siamo immersi in un brodo di notizie e il lettore medio non ci capisce una mazza.
Ecco perché, se capite come nasce il denaro, avete la prima bussola.
La seconda barriera alla disinformazione é riconoscere la realtà per quello che é, NON piegare la realtá per accomodarci le teorie che ci propinano o avere vaghi sensi di colpa se il professorone vi dice che non avete fatto i compiti a casa.
La pre-domanda da farsi é: i compiti assegnati sono sensati? giustificano lo sforzo? il professorone ha le competenze necessarie per imporre questi compiti? Vedrete che con queste domande viene giú tutta l’eurozona per come é stata architettata. Perché la ricerca delle risposte vi porrá davanti a tutta una serie di veritá che saranno come schiaffi in faccia.
Dolorosi, ma servono a crescere.
A me alcuni “economisti” fanno ridere. In un problema ci sono 100 variabili ma siccome il modello econometrico é troppo complesso, allora ne fissano novantanove e ne muovono una sola, di variabile, e fanno un grafico. Per quella sola variabile! E ripetono il processo per le altre variabili.
Alla fine avete tanti grafici differenti: disoccupazione, inflazione, deficit/PIL, debito/PIL, partite correnti, tassi di interesse a breve, tassi di interesse a lungo termine, crescta del PIL, spesa delle famiglie, etc.
Tirano fuori i Documenti di programmazione economica e finanziaria e infatti non ci prendono mai. Non talvolta. MAI! Ci sono spesso errori del 500%. Eppure continuano imperterriti a usare le vecchie metodologie. E i giornalisti continuano a intervistarli, perché giornalisti, politici e certi economisti da salotto fanno parte dello stesso…salotto, appunto. E’una pesantissima inerzia informativa che fa solo danni ma esiste per ragioni storiche.
Ci sono poche verità economiche di fondo. Per dirne una: se il credito non viene creato, non vi puó essere attività economica. Se il credito si contrae, si va in recessione. Ecco perché il pareggio di bilancio in Costituzione é una cagata pazzesca. Voluta dai Tedeschi, ovviamente, che volevano essere sicuri di non avere competitor industriali, e noi abbiamo obbedito a pecorina.
Così funziona il mondo oggi. Ecco perché fanno i Quantitative Easing, per creare credito, non importa come il credito venga impiegato. Poi però nessuno vi spiega come mai i QE aumentano il gap fra ricchi e poveri e NON producono crescita nel lungo periodo. E quale é la commistione micidiale fra immigrazione fuori controllo (che l’economia NON misura) e quantitative easing: i due concetti sono strettamente collegati. Idem per i dazi di Trump alla Cina e il muro al confine con il Messico.
In questo video ci facciamo una chiacchierata da bar e parliamo di Trump, dazi, Cina, Wall Street, Giappone, globalizzazione e immigrazione. Ciliegina sulla torta: Bretton Woods e Blade Runner.
Until next time.
PS: parlando a braccio ho detto un milione di dollari al secondo. In realtá sono un milione al minuto.