Esiste la buona guerra e la cattiva pace, così come esiste una cattiva guerra ed una santa pace.

In un duello e danza concettuale dove eventi cambiano identità in significati e valenze a seconda dei tempi e dei fronti, ciò che possiamo trarre è sempre un unico elemento: il risultato. Alla fine dobbiamo essere inevitabilmente coscienti che le parole passano, i risultati rimangono. Le parole sono importanti perché possono portare azioni e tali azioni ottenere risultati.

Ma il giudizio sulle parole è relativo se non discutiamo profondamente sui risultati poi ottenuti o non ottenuti. In breve, per descrivere al meglio questo periodo di tensione e caos mondiale cito due frasi calzanti e illuminanti di Martin Luther King:

Ci pentiremo non solo per le parole e per le azioni delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone.

Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni.

Ebbene, senza voler tuttavia tratteggiare una divisione così netta e dogmatica tra i buoni ed i cattivi, ciò nonostante grazie a queste frasi riusciamo a comprendere a cosa bisogna in fondo tener di conto. Una coscienza votata all’azione in nome del Vero e la consapevolezza finale che sono i risultati a trasformare la realtà – e quindi a mutare le volontà negative e trasformare le cose in meglio.

Purtroppo oggigiorno molti di coloro che non si allineano al pensiero mainstream (almeno in apparenza) e tentano di far conoscere realtà più obiettive, nella stragrande maggioranza dei casi, dietro una bella maschera, si piegano a dittature di link che circolano senza fonti o riferimenti di alcun valore, sono “drogati” dall’ossessiva ricerca di visibilità e perseguono null’altro che una vestizione di “autorità” da parte dello stesso circo mediatico e via dicendo… In breve, è tempo di riflettere con giudizio sul motto ed aforisma di nietzsciana memoria: “Diventa ciò che sei”.

E nel diventarlo, perseguendo il Vero, non solo si viene a conoscenza che occorre molto coraggio e solitudine – altroché followers e visibilità – che molti sipari si apriranno e veli di schopenariana memoria cadranno, ma soprattutto che coloro che poi “vinceranno” determinate battaglie sulla scena della Storia, lasceranno dei chiari ed evidenti risultati e questi risultati saranno… pace mortale o guerra fertile, guerra mortale o pace giusta?

Possiamo dire, ad esempio, non per spirito di polemica, ma per rispetto per la memoria di centinaia di migliaia di vittime, che tutte le guerre americane degli ultimi 20 o 30 anni hanno lasciato successi, società rinnovate ed evolute, meraviglie di civiltà oppure altri ben miserevoli e terrificanti risultati?

Possiamo ammettere che l’Europa ha bisogno di una coesione e visione indipendente dai mutevoli voleri dell’Est e dell’Ovest e non solo di una mera unione economico-burocratica che da anni vegeta in uno stato comatoso di sempre nuove leggi e note ad esse collegate assurde?

Riusciamo ad accettare che per ottenere la pace – tornando all’attualità – non si può continuare ad inviare armi e che una guerra nucleare – se ne parla in questi giorni da entrambi i fronti – è solo un altro modo per dire “suicidio mondiale” e non semplice minaccia tra super potenze?

Con una freddezza da economista, ma in questo caso anche con un occhio umanitario, si devono pretendere da Governi, giornali, persone nel nostro quotidiano, un’esposizione dei risultati che si vogliono cercare e quali si otterranno e quali abbiamo ottenuto finora con le loro azioni.

I risultati della guerra in Ucraina sono morti che avremmo potuto evitare. L’attuale morte della diplomazia è una chiara esposizione di quanto sia arretrati e ben poco evoluti o “lanciati” nell’illusorio progresso dell’uomo del 3000, è un risultato negativo non un’opposizione tra “buoni e cattivi”. La tensione tra Russia e Stati Uniti è una crisi globale, il principio della Terza Guerra mondiale… e cosa stiamo facendo? Stiamo assistendo alla solita, stucchevole ed oscena propaganda dei Governi 24 ore su 24 in televisione e sui giornali e al complottismo becero che mira solo ad aumentare click sulla Rete… che risultati! E forse poco prima della fine della civiltà tecnica… di qualsiasi civiltà.

Quello che conta in conclusione, ciò che rimane alla fine di uno scontro, di una battaglia di idee e di uomini, ciò che conta una volta chiuso il libro della storia in uno specifico capitolo, è chiedersi – lo ripeto – se i risultati siano giusti, se hanno meritato sacrificio, se sono per i partecipanti, Esempio o vergogna, se vi sono dei frutti e dei fiori… quali spine, quali trucchi da prestigiatori. Nasceranno poeti da questa guerra? Ci sarà ancora il mondo dopo questa guerra? Quale tipo di pace desideriamo? Molte domande, un unico obbiettivo: buoni risultati.

di Andrea Larsen

Andrea Larsen nasce a Pisa nel 1988. Fondatore della Casa Editrice War Wave Editore, saggista, articolista per il Primato Nazionale e La Chiave di Sophia, autore per la rivista Ora Zero, vincitore di vari premi letterari, finalista al Premio Internazionale di Poesia Mario Luzi a Roma, YouTuber da oltre 2 milioni di visualizzazioni, ha realizzato alcune importanti interviste a personalità della cultura, della letteratura e della contro-informazione a livello nazionale, da più di 10 anni con i suoi Canali si interessa di Storia, Letteratura e Attualità. 
Ha pubblicato diversi libri, saggi storici (Simo Häyhä, La Morte Bianca: L’incredibile storia vera del più letale cecchino di sempre) testi di filosofia (Frasi Immortali di Friedrich W. Nietzsche, Introduzione a Così parlò Zarathustra ), opere anti-conformi di grande impatto (Manifesto di Unabomber, La società industriale e il suo futuro di Theodore John Kaczynski) fino ad autori di livello nazionale (Roberto Bonuglia, Dalla globalizzazione alla tecnocrazia: Orientamenti di consapevolezza distopica del Terzo millennio e Guido Dalla CasaVerso un Nuovo Mondo: Conversazioni sull’ecologia profonda, La Scienza, l’Ecologia, Lo Spirito dell’Albero, per dirne alcuni) oltre che opere di poesia e narrativa classica e contemporanea. Continua la sua attività di scrittore con grande passione.
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