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Io credo fermamente nell’astensionismo estremo come liberazione finale dalla democrazia.
Per dirla con Hobbes – ma ci erano arrivati certi mistici, ancor prima, nel definire trappe, ordini e non democrazie – espressione politica che reca in sé i germi dell’autoreferenzialità individuale, del narcisismo infantile, dell’anarchia quale prodotto di scarto della dittatura bipartitica (centrosinistra, centrodestra), Leviatano che inghiotte il consumatore, l’elettore, che gli dovrebbe rendere vivibile l’invivibilità dell’essere uno, nessuno, centomila, alla ricerca di un pur misero palcoscenico dove esibire il diritto alla mediocrità totale e totalizzante.
Youtube e i suoi tiktok rendono bene l’idea.
Me ne fotto di destra e sinistra, di quote azzurre, rosa e razziali.
Se constato che la statistica non si è ancora allineata al suffragio universale e all’immissione forzata delle donne nell’agone politico, idea non originale, da rintracciarsi nelle polis greche, non vedo perché si debba imporre scelte per stabilire una parità di genere nel segreto dell’urna.
Da quando le signore e signorine si sono riversate nei palazzi del potere, qualcuno può afffermare senza ombra di dubbio che il mondo abbia cambiato direzione rispetto al suo rotolare impazzito e imperterrito nel buco nero della disgustosa stupidità assoluta e arrogante?Le ministre, le segretarie, le presidenti, sono riuscite a  mostrare alla controparte fallocratica di essere più brave, buone, giuste al di fuori di una non trascurabile elevazione carnale di carattere estetico, più che di una riforma morale?
Già è sufficientemente odioso il doversi sorbire le ladylike dai neri piatti quadrati che vomitano a telecomando attricette, giornaliste incluse, che sproloquiano di giustizia sociale, di meritocrazia, di femminicidio e immigrazione.
Non meno accettabile, ma in verità ridicolo, il sentire le cornacchie attaccare le consimili quando non allineate al loro thinkpink, e farsi schiavette di ogni matrona allineata ai sacri ditirambi dei Diritti Universali dell’uomo, che non vadano però a detrimento del loro succoso stipendio elargito dai gonzi votanti, da usare in un secondo tempo, per esprimere, in paludamenti firmati, il peggio di loro in talkshow sempre foraggiati dalla mano del cittadino che si rifornisce alla pompa di benzina o al centro commerciale, con la stessa incoscienza di un neonato appena sfornato da un utero in affitto.
In cosa le donne sono in meglio dissimili dagli uomini che vogliono affiancare e sostituire nei consessi parlamentari?
Nell’umanità tutta lacrime di una Fornero?
Nel giudizio sulle periferie europee di una Merkel?
Negli insulti all’elettorato repubblicano di una Clinton?
Nell’imparzialità giornalistica di una Gruber, di un’Annunziata o in quella che fu di una President-a della Camera dei Deputati?
Nell’onestà di una Boschi?
Nel profondo disgusto che certe donne provano per le donne che marciano per difendere la propria maternità da leggi matricide e infanticide?
Nell’odio delle sinistre per le fassiste e viceversa?
Delle nere per le bianche sfruttatrici del terzomondo?
Delle arabe, delle rom contro italiane che non devono pretendere quattro muri di merda in un obbrobrio di cemento garantito dalla Costituzione?
Dell’ecologiste per le consumatrici di plastica?
Delle veganchic contro le vampire carnivore?
Delle odalische di Capalbio contro le Veneri dei Parioli?
Delle vagine colorate, culturali, genderiste autogestite contro quelle naturali sottomesse al membro maschilista?
Caro Bernini, almeno tu un senso mistico della donna, rapita in cielo oltre se stessa, l’hai reso marmo in pieghe fredde, osando esplicare orgasmo dietro i sacri paramenti, donando a lava spenta, silente favella vulcanica, il lamento estatico di Teresa, il morbido abbandono del mondo di Ludovica.
Elisabetta I Tudor, la vergine, assassinava lentamente Maria Stuarda: Hollywood innalza la prima e distrugge la seconda perché cattolica… offrendo l’avvelenato pasto acefalo, astorico e multiculturalista, alla fregola femminarda, tatuata e incolta.
Le donne uccidono dolcemente quel che resta della politica e della donna: si appellano influencer e pronte si agghindano mostrando corpi avvenenti, parlati e non parlanti.
Carmelo Bene a Uno contro tutti:
Qualunque tuttologia è cazzata e qualunque problema è un falso problema. Sempre si parla soltanto di parole, cioè di cazzate… senza che si offenda il fallo”.  
Oggi Machiavelli scriverebbe La Principessa dopo aver visto La Papessa, non l’arcano maggiore dei tarocchi.
Badesse, Lucrezie, regine, duchesse, cortigiane, contadine, locandiere, Madonne, muse e fantesche; quando mai l’uomo ha dominato in famiglia, in religione e in politica?
Per sua natura muscolare e adamitica, l’uomo resta e sarà sempre un coglione: oggi col lapis in mano a garantirsi rosa un’espression di libero voto; domani a rimirar il suo capo sul vassoio, mozzato per voler di una Salomè qualunque coniugata con se stessa.
E come l’Aretino poetava, chè di democrazia si schifava:

E ognun si fotte in le più leggiadre vie,
ch’a Ponte Sisto non sarian credute,
infra le puttanesche gerarchie

Pubblicato da Alceste