Le processioni sono tornate di moda. Retaggio di una religiosità che sta via via scemando per lasciare il posto a più “inclusivi” modelli di fede e civiltà (climate change, wokeness, la scienzah….), sembra tuttavia riapparire questa vecchia usanza.

In questo caso la religione non sembra essere il vero motivo, ma non lo escluderei a priori. In fin dei conto non serve avere un Dio (o più di uno) per avere una religione. Basta un Fauci e un Burioni, o anche solo una bandiera arcobalenata.

La processione si svolge sempre con il popolino/fedeli/normo-dopati che rende omaggio alla divinita’ o creatura che, vuoi per un motivo o per un altro, si trova su un livello di dominanza rispetto alla massa.

Nonostante la facciata bellicosa (AUKUS, supporto all’Ucraina, I titoloni dei giornalini che inneggiano alla guerra) sembra che esserci la fila di autorità politiche australiane pronte ad incontrare I vertici cinesi. Qualche incontro c’è già stato, a dire il vero.

Ecco quindi che a fine 2022 il prime minister australiano Albanese (che qui chiamano Albo) si trova ad incontrare Xi Jinping a margine del G20 di Bali. Il grande nemico. Il brutto mostro dagli occhi a mandorla.

https://www.smh.com.au/politics/federal/xi-jinping-meets-with-albanese-ending-diplomatic-deep-freeze-20221115-p5byhb.html

Fair enough, dicono da queste latitudini, si era già là tra tutti gli unti a discutere di come organizzare la vita dei non-unti e tanto vale farsi una chiacchierata del più o del meno.

Oggetto della discussione? Poco. Probabilmente niente. Albanese è una specie di Letta, ma senza il suo carisma (…) a capo di una specie di PD “by us” (… de noantri in inglese è ahime impronunciabile) facente parte di una coalizione di governo che comprende anche gli isterici Greens (che stanno imponendo l’agenda net zero al più grande esportatore energetico mondiale…). Con un background del genere e una personalità del genere non si può avere una vera e propria discussione. Albo non sa niente di niente e il “niente” è l’unico argomento che può trattare.

Soprattutto su temi delicati. Soprattutto con uno “tosto” come il leader cinese.

Il peso politico di Albo-Albanese all’interno della scacchiera diplomatica internazionale è ben descritta da questo meme:

Nonostante il rinnovato entusiasmo bellico dovuto all’affare AUKUS e all’apparente completa genuflessione nei confronti dei mangia-hamburgers, qualcosa sembra scricchiolare.

Nei miei precedenti post ho posto l’accento sulla stupidità delle èlites che si ergono a controllori del mondo. Rimango della mia posizione. Sono stupidi. Con la parlata sofisticata e acculturata e magari una non troppo marcata R moscia che fa ancora più cool, ma dietro le vesti da filosofo/esperto o solo “pensatore” (si chiamano FILANTROPI… lo dimentico sempre FILANTROPI) si nascondono comuni e banali stupidi.

Con la vaccata del virus che fa fatica a fare il virus gli stupidi hanno creato secondo me due cose: un mondo di normo-dopati (con probabili nefaste conseguenze) e un mondo di badanti della politica che si sono ritrovati d’improvviso ad assaggiare il dolce e decadente gusto del potere. E quel sapore crea più dipendenza di qualsiasi droga. Ti entra nel nucleo di ogni cellula e distrugge tutto quello che il tuo corpo ha di umano, tranne il desiderio di voler ancora più potere. Nemmeno i succhi a base di m-RNA riescono a tanto.

Ecco così che, dopo l’incontro del primo ministro australiano a Bali, altri premier australiani si sono messi in fila per la processione (l’Australia è un paese federale composto da 8 stati).

Fatto sta che Dan Andrews (imperatore indiscusso dello stato del Victoria) qualche giorno fa se ne è andato in Cina “per gli interessi del popolo del Victoria”. Anche in questo caso nessun dettaglio è stato fornito. Dan Andrews, giusto per ricordare, ha imposto a Melbourne un lockdown di quasi due anni ad una città che per quasi un decennio è stata al primo posto come miglior città del mondo.

https://www.theage.com.au/politics/victoria/how-daniel-andrews-pulled-off-a-china-trip-shrouded-in-mystery-20230331-p5cwyr.html

“In Cina la stampa non può intervistare le persone con cui ho parlato, non è così che funziona. Non avreste parlato nemmeno con me a riguardo di quello che ho appena fatto. Non sareste stati nella stessa stanza e di sicuro non avreste condotto un’intervista” Dice Dan Andrews. Incommentabile. E da far venire la pelle d’oca.

E visto che di processioni si sta parlando ecco pronto il premier del Western Australia.

https://www.skynews.com.au/australia-news/politics/western-australian-premier-mark-mcgowan-to-visit-china-in-april-following-daniel-andrews-controversial-trip-last-week/news-story/b528b8937cb971f4f74c2431f2625c0a

“This mission is a great opportunity to reconnect with Chinese leaders – from government to industry – and progress new trade and investment opportunities in a range of sectors.”

Dice McGowan. Un altro piccolo imperatore che ne ha combinate di cotte e di crude durante la pandemia.

Il Western Australia è una miniera a cielo aperto. Esporta praticamente da solo il 60% di gas naturale mondiale. Senza contare tutti gli altri minerali.

La processione però non sembra finita qui ed ecco che anche la premier del Queensland Anastacia Palaszczuk ha in programma una visita da quelle parti e quindi pronta a mettersi in fila.

Nonostante il governo centrale sia di fatto comandato a distanza da Washington qualcosa nei vari singoli stati interni sta accadendo.

Personalmente credo più ad un tentativo alla Macron di mantenere lo status quo e di egemonia nei sudditi normo-dopati. Hanno “assaggiato” il vero potere che la pandemia ha riservato per loro e ora ne sono dipendenti e ne vogliono sempre di più. Non importa se è un potere a “stelle e strisce” o a cavallo di un “dragone rosso”. Francia o Spagna purché se magna, come dicono i più raffinati. Cui prodest? Presto qualcosa verrà alla luce di sicuro.

E’ quantomeno singolare che l’agenda di Xi Jinping sia così fitta in questo periodo, tenendo pure presente le già sbandierate visite dei vari passa-carte europei Macron e Von Der Layen.

Comunque sia un altro tassello in questo intricato momento storico.